Conferenza stampa del 15 giugno 2015

15 giugno 2015


Non perdiamo l’occasione

30 settembre 2013

serie-a-anteprima-600x398-933370Condizione psico-fisica, qualità tecniche e sistema di gioco adatto alle caratteristiche dei giocatori.
Non c’è nessun segreto in quello che sta accadendo ai vertici della classifica di serie A.
Guarda caso tutte le prime 4 hanno “la fase difensiva” migliore.
Certo, la fase difensiva, perché i tecnici hanno fatto capire agli attaccanti che devono essere i primi difensori per aggredire l’avversario più alto e rimanere più corti e compatti.
Poi anche le qualità dei singoli difensori (sicuramente anche allenati nello specifico) hanno avuto la loro parte.
Guarda caso 3 fanno il 3-5-2 o il 4-3-3 e la quarta, il Napoli, cambia spesso modulo da c.c. in sù mantenendo sempre i 4 dietro anche se, sono curioso, voglio vedere cosa farà Benitez contro le grandi.
Ma tutte e 4 hanno attaccanti che rientrano, si sacrificano e coprono tutta la linea d’attacco.
Adesso si parlerà di trasformazione del calcio e si discuterà dell’importanza della fase difensiva.
Basta con le mode in riferimento all’andamento dei campionati.
Parliamo di calcio in modo serio, diamo la dimensione giusta agli avvenimenti.
Guarda caso in tutti i paesi Europei il modulo è quasi sempre lo stesso e gli stadi sono pieni e il pubblico si diverte.
Siamo solo noi che diamo i numeri pensando di far crescere l’interesse e, invece, creiamo solo confusione non soltanto negli spettatori ma anche negli allenatori giovani.
L’anno scorso, allo Spezia, ho cambiato la posizione in campo ad un giocatore (perché l’allenatore avversario, che stava perdendo, aveva messo un giocatore fra le linee), così un suo compagno si è avvicinato alla panchina e mi ha chiesto: “che modulo giochiamo?” Ho risposto: “ secondo te è determinante visto che ho cambiato solo la posizione di uno di voi?”
Secondo me quello che sta accadendo è solo la conseguenza di avere allenatori esperti che sanno cosa vuol dire equilibrio e sacrificio, oltre ad avere la serenità della conoscenza di saper mettere i giocatori nella loro posizione naturale senza invenzioni.
I moduli essenziali sono tre, che possono avere qualche variazione, ma sono sempre tre.
Non fatevi fuorviare dai numeri mediatici e modaioli, creeranno confusione in voi ma, soprattutto, nei vostri giocatori.
Spero che le squadre in vetta non snaturino i loro principi anche in caso di situazioni negative, abbiamo bisogno di razionalità e semplicità e, forse, torneremo a divertirci e a crescere anche senza una marea di top players.

Gigi Cagni


Tecnica difensiva individuale

5 aprile 2011

A 14 anni sono entrato nelle giovanili del Brescia, dopo avere giocato nella squadra dell’oratorio sia a 7 che a 11, con il ruolo di terzino MARCATORE  sinistro. Avevo un fisico normale ma con due gambe possenti e polpacci da sprinter. Non tanto alto(1,77), ma per quel ruolo non era importante visto che le ali erano punte veloci e dribblomani ma non grandi colpitori di testa. Il sistema  di gioco era uno solo, il 4-3-3 ma non come è interpretato oggi . Tutte le  squadre avevano 4 difensori puri, uno dei due centrali, più tecnico, faceva il libero staccato, l’altro, più difensore e forte di testa, lo stopper. I due terzini erano rapidi, veloci e aggressivi, non necessariamente bravi tecnicamente. Tre c.c. di cui il centrale regista puro, bravo tecnicamente, grande personalità e visione del gioco ma senza compiti difensivi, a quello ci pensavano i due c.c. laterali, di cui uno poteva essere più offensivo dell’altro, ma sempre, come prima prerogativa, doveva avere capacità tattica difensiva . Le tre punte erano formate da due ali(il mancino a sx e il dx a destra)veloci e rapide con dribbling fantasioso e cross di precisione, mentre il centravanti era forte fisicamente, forte di testa, tiro potente e bravo a fare la sponda. Come potete intuire le partite erano imperniate su duelli continui perché ognuno manteneva la propria zona e aveva in contrapposizione il diretto avversario  in quella zona. Solo il libero doveva spaziare sulla larghezza del campo per aiutare il compagno in difficoltà. E’chiaro che si facevano anche, sia le diagonali che le scalature nei momenti di grande difficoltà ma, in generale, si assisteva a continui duelli fra gli opposti nel ruolo. Quindi, già da ragazzino, se avevi caratteristiche tecniche da difensore, dopo un breve riscaldamento con tecnica individuale uguale per tutti,  venivi preso dall’allenatore che ti insegnava tutti i principi basilari della fase difensiva. Nella parte espressamente della tecnica fondamentale c’erano il colpo di testa e il contrasto. Per il primo le fasi erano due, inizialmente la FORCA(palo con carrucola e corda a cui era attaccato il pallone, che quindi poteva essere alzato o abbassato conforme alle esigenze e all’altezza del giocatore) e poi  a corpo libero con un compagno davanti (fermo, senza contrastare) e l’allenatore che ti faceva fare tutte le simulazioni sia per il colpo di testa che per l’anticipo. Per il secondo, ci mettevamo a coppie e ci venivano insegnate tutte le tecniche del contrasto. Poi andavamo in campo schierati e, iniziando da uno dei terzini per poi arrivare all’altro attraverso i due centrali, ruolo per ruolo, ti allenavi sulla posizione del corpo in riferimento alla porta, all’avversario e infine ALLA PALLA. Ho scritto in maiuscolo palla, perché penso che l’errore più grave che viene fatto dai difensori oggi, soprattutto in area, sia quello di guardare la palla e non l’avversario, sempre in riferimento alla porta naturalmente. LA PORTA, quello deve essere il primo punto di riferimento. Se io sto  difendendo il primo pensiero deve essere quello di DIFENDERE dove si prende il gol, il secondo CHI LO FA IL GOL e, per ultimo, l’ oggetto che fa realizzare la rete. Quindi non può essere la PALLA la mia prima preoccupazione ma LA PORTA E POI L’AVVERSARIO. La posizione del mio corpo deve essere sempre fra l’una e l’altro pronto a anticipare ma in una posizione intermedia per non essere scavalcato. Determinante è la POSTURA e cioè il corpo deve essere pronto sia per saltare che per contrastare, quindi leggermente curvo, le braccia leggermente piegate e aperte per l’equilibrio e per difendersi dall’avversario ma, soprattutto, il compasso delle gambe largo quanto i fianchi per essere pronto a qualsiasi sollecitazione di scatto, di contrasto o di esplosività per lo stacco (uso dire con IL COMPASSO STRETTO per rendere meglio l’idea). Il mantenimento del COMPASSO STRETTO, comunque, serve per tutti  i gesti tecnici individuali, perché se hai il difetto di allargarlo, pensando di arrivare prima, fai un errore gravissimo in qualsiasi situazione e in qualsiasi ruolo, anche perché ti trovi in una posizione di equilibrio precario. Tutto questo diventa determinante per il CONTRASTO. Se io chiedo ad un giocatore quale deve essere il suo obiettivo primario nel contrasto sapete cosa risponde?…..PORTARE VIA LA PALLA. E invece sapete cosa voglio io? CHE L’AVVERSARIO NON PASSI ! Quindi non mi interessa molto che riesca a conquistare la palla ma, che l’avversario non mi scavalchi. Quindi il contrasto lo devo fare sempre con il mio corpo di fronte al suo, bene fermo con tutto il peso sull’arto che contrasta. Ecco perché il contrasto scivolato lo voglio solo se si è sicuri di prendere la palla altrimenti non ha importanza se la prende l’avversario. Altro principio fondamentale  è che DEVO SCIEGLIERE IL MALE MINORE e non il rischio. Sto chiaramente parlando di situazioni che avvengono, dalla nostra metà campo alla nostra porta. Ho l’impressione che tutto questo non sia più alla base dell’insegnamento moderno, considerando i gol che si vedono in tutto il calcio Europeo. Spero di essere stato abbastanza chiaro, consapevole che la materia è molto più ampia ma può essere l’inizio di un dibattito specifico e di interesse comune visto che non se ne parla mai a livello mediatico.

Gigi Cagni


Articolo su ” Il Secolo XIX ” 07/03/2010

9 marzo 2010

È stata sicuramente una settimana particolare per l’Inter, fra nazionali e infortunati Mourinho ha dovuto allenarsi fino a giovedì con 10 titolari e dei giovani della Primavera. Con la squalifica di Cambiasso e l’indisponibilità di Santon, Chivu e ThiagoMotta, infortunati la formazione iniziale potrebbe essere questa: Julio Cesar inporta, giocatore di grandi doti esplosive,sempre attento e concentrato, comanda la difesa con personalità e ha un’ottimo calcio (solo sinistro), lungo e preciso, non molto forte nelle uscite alte mentre è molto bravo in quelle basse. La linea dei quattro difensori dovrebbe essere da destra con Maicon giocatore di grande prestanza fisica, molto veloce, con un destro di grande qualità sia nel tiro che sui cross (molto tagliati e insidiosi siaper il portiere che per i difensori), è più un’ala che un terzino anche perché pecca molto nelle diagonali e nei contrasti difensivi, non forte di testa anche se alto.Pericolosissimo per la spinta continua, con sovrapposizioni, che imprime sulla fascia. I due centrali potrebbero essere Lucio e Samuel. Ilprimo staa ttraversando un momento di grande forma ed è il regista difensivo, molto forte fisicamente e di testa, usa la grande esperienza e intelligenza tattica dove non può arrivare con una non grandissima rapidità, destro ottimo, gli piace uscire con palla al piede qualche volta rischiando troppo( quindi non si deve abboccare alla finta e se si temporeggia può andare in crisi), pericoloso negli inserimenti palla alpiede e sui corner a favore.L’altro è di una f orza fisica e cattiveria agonistica eccezionali, tutto mancino, forte di testa ma anche molto falloso, pure lui va a saltare sulle palle inattive a favore. A sinistra giocherà sicuramente uno dei capitani veri di questo campionato.Zanetti è l’esempio del professionista eccellente, oltre ad avere doti tecniche importanti è il jolly che ogni allenatore vorrebbe avere. Dove lo metti, lui esprime il meglio e dà il suo contributo tecnicotattico. Anche seda terzino pecca, qualche volta, nella fase difensiva (nella diagonale, nell’uno contro uno e nel colpo di testa).Comunque sopperisce con l’esperienza e la grande condizione fisica che ha sempre. È probabile che a centrocampo Mourinho faccia il rombo con Stankovic, giocatore di grande classe, destro ottimo e sinistro sufficiente, ottimo tiro da fuori e inserimenti pericolosi, molto veloce e resistente ma in fase difensiva, secondo me, non molto adatto a fare il centromedianometodista. Alla sua destra ci dovrebbe essere Mariga, forte fisicamente, con buona tecnica, buon destro da fuori,discretamenter apido ma veloce.L’ho avuto a Parma,è un giovane di grandi prospettive, ma in questo momento ha ancora difficoltà tattiche, lì deve migliorare. A sinistra Muntari che è il più difensore di questi centrocampisti.Molto grintoso e aggressivo, forsetroppo,discretamente rapido ma veloce, bravo tatticamente e generoso, molta quantità ma pecca nella qualità. Dietro alle due punte c’è il giocatore più eclettico e fantasioso della squadra, Sneijder. Piccolo e molto rapido, grande tecnica in velocità,si muove fra lel inee senza dare un punto di riferimento con un istinto di posizione eccellente. È resistente e generoso perché nella fase difensiva marca sempre, per ordine di Mourinho, il regista avversario. Le due punte, Milito con Eto’o o Balotelli o Pandev (non male come scelta, vero?). Penso che Milito, dei 4,sia insostituibile per qualità tecniche ma, soprattutto, per l’istinto da animale d’area che lo porta a essere sempre nel posto giusto al momento giusto. Fortissimo nel coprire la palla e dentro i 16 metri. Anche se generoso è quello che ha meno compiti difensivi. Eto’o è molto forte fisicamente, grande generosità emovimento, buona la tecnica, tutto destro, non fortissimo di testa. Balotelli ha grande forza fisica, non rapido ma veloce, dribbling estroso e tiro potente sia di destro che di sinistro.Prevalentemente gioca su una delle fasce per fare l’uno contro uno e andare al tiro o crossare. Scarso di testa come Pandev, che è un attaccante tutto mancino ma digrande qualità. Rapido e veloce, con un’ottimo dribbling, generoso e resistente. È sicuramente la squadra più fortedel campionato sia per organico che per qualità. L’Inter ha una caratteristica fondamentale ed è quella che, pur essendo molto forte,si comporta come le squadredi provincia. I nerazzurri sono fortissimi fisicamente e mentalmente, hanno sempre una carica agonistica elevata, forse troppo, e una grande concentrazione. In questo momento però, secondo me, sono stanchi per le tante partite disputate e , questa settimana in particolare, per avere avuto tanti giocatori in giro per il mondo. Non potranno sicuramente avere 90’ di grande intensità e se i ritmi saranno elevati potranno andare in difficoltà. In difesa soffrono gli scambi veloci e i cross bassi, vanno a nozze su quelli alti. Sono pericolosi sulle palle inattive perché salgono tutti i saltatori più bravi, e ne hanno molti. Però, come ho accennato prima, questo è ilmomento giusto per poterli contrastare mantenendo ritmi alti e cercandodi limitare i due giocatori più importanti, cioèMilito e Sneijder, sapendo benissimo che anche se giocano male hanno elementi che possono risolvere la partita sempre. Dopo questa chiacchierata faccio vedere 20’ di dvd con le cose più importanti estrapolate da due o tre partite, poi vado sul campo e faccio la tattica che metterò in atto il giorno dopo.


Il 3-5-2

27 gennaio 2010

Per esplicare un altro sistema di gioco, il 3-5-2 , abbiamo deciso di creare dei video, in modo da avere una spiegazione tattica, filmata anziché scritta, ricreando situazioni e movimenti  sul tavolo da Subbuteo,  con  l’ intento di rendere il tutto più comprensibile e stimolante.
Ci scusiamo per la qualità non professionale dei video.
Fateci sapere la vostra opinione.

Lo Staff di GigiCagni.it

1° Parte

2° Parte


Il 4-4-2

14 gennaio 2010

Partendo sempre dal presupposto che possa costruire la squadra come voglio, parlerò dei movimenti che pretendo e delle tipologie di giocatori adatti a mettere in atto il mio 4-4-2. In questo sistema, come nel precedente e in tutti i prossimi, vale l’importanza di avere nell’asse centrale giocatori esperti, bravi tecnicamente e di personalità. A differenza del 4-3-3, il portiere deve avere maggiormente sviluppate qualità di visione e lettura del gioco, sommate a quelle di tecnica individuale, simili a quelle del difensore centrale e, se poi è anche bravo nell’uno contro uno in area, è il massimo. Ho fatto questa precisazione perché in questo sistema voglio la squadra più corta possibile e aggressiva, sempre per non avere buchi in mezzo al campo, quindi esposta al lancio dell’avversario in profondità (ecco il motivo per cui, comunque, pretendo la diagonale fra i due centrali).
Per la linea difensiva valgono le caratteristiche del 4-3-3 con una piccola differenza che riguarda il terzino dx (lo so che si chiama quarto basso, ma non mi viene di chiamarlo così), e cioè che deve assomigliare un po’ di più a quello sx nella fase offensiva.
Dei centrali del c.c. uno deve essere il regista (se ha tutte e due i piedi meglio, altrimenti voglio l’ala più veloce sul suo piede migliore per il lancio incrociato)ma anche un buon incontrista perché non deve mai lasciare la sua zona né con sovrapposizioni esterne né con inserimenti perché ci sono già altri che devono fare queste cose, il tiro deve far parte del suo bagaglio tecnico.
L’altro, deve essere molto bravo tatticamente e come incontrista, se bravo di testa meglio (anche in mezzo al campo è bene avere un giocatore forte nel gioco aereo )dotato di grande carica agonistica e di resistenza.
Le due ali (o esterni alti, come è brutto questo gergo), hanno il compito, nella maggior parte dei casi, di crossare (primo palo, secondo o palla indietro forte), quindi tecnicamente preparati a farli in questo modo, molto veloci e resistenti, bravi tatticamente e, almeno uno dei due, con un dribbling fantasioso per ottenere la superiorità numerica sull’esterno.Ci sono miei colleghi che li invertono (il mancino a dx e il destro a sx) in modo da fargli fare il dribbling all’interno per l’uno due o il tiro invece del cross. Sono entrambi redditizi, dipende da come uno interpreta la fase offensiva negli ultimi 25m.
Delle due punte, che devono agire nella parte centrale della zona d’attacco, una deve essere molto forte di testa, forte nel coprire la palla, con buona tecnica e tiro. L’altra, non alta, con caratteristiche totalmente diverse e cioè, non necessariamente forte di testa ma rapida, veloce con dribbling importante e tiro. E’ chiaro che tutti e due devono avere quelle caratteristiche naturali di intuizione e senso del gol ( fig.1)(Vi ricordo che cliccando sullo schema si ha una visualizzazione migliore).
Devo precisare che per  tutte le cose tattiche offensive che richiedo,  lascio comunque un 20% alla fantasia dei singoli, perché la schematicità offensiva ossessiva ha rovinato la crescita di molti talenti. I principi delle due fasi sono uguali al 4-3-3, la differenza sta nell’esecuzione data dalla disposizione in campo dei giocatori.
Ipotizzando di giocare contro un altro 4-4-2 come ho fatto la volta precedente, le due punte devono aggredire i due centrali facendo la diagonale interna quando è il compagno che fa pressione,  mentre gli altri fanno le diagonali in riferimento alla posizione della palla( fig.2). Le due punte devono fare la fase difensiva fino alla metà campo poi ci devono pensare gli altri.
Se si incontra una compagine che ha il C.M.M., una delle due punte deve marcarlo lasciando libero uno dei due centrali, quello meno bravo nel costruire. Quando gioco così, contro lo stesso sistema, dico sempre che è determinante vincere i duelli, visto che è molto probabile che si formeranno delle coppie contrapposte in mezzo al campo e sulle fasce.
La pressione oltre la metà campo la voglio sempre( fig.3), mentre il pressing solo sulle fasce laterali QUANDO L’ AVVERSARIO ‘E  DI SPALLE  ALLA MIA PORTA( fig.4) (penso che sappiate la differenza fra pressione e pressing), con la solita diagonale più o meno marcata da parte degli altri giocatori.
In questo sistema suddivido le zone del campo in modo diverso in riferimento alle fasi e, quindi, i giocatori avranno dei compiti diversi, lo capirete meglio con i disegni( fig.5) e (fig.6).
Sempre e comunque, in area vale il principio che:  l’avversario va marcato A UOMO E LA PALLA è IL TERZO PUNTO DI RIFERIMENTO, CHE BISOGNA RIMANERE IN PIEDI E FARE PERDERE SPAZIO E TEMPO ALL’AVVERSARIO ANDANDOGLI PIU’ VICINO POSSIBILE CON LA POSIZIONE DEL CORPO GIUSTA.
Per quanto riguarda il fuorigioco c’è una differenza con il 4-3-3 per la mancanza del c.m.m e quindi può essere fatto ma solo con palla coperta o sul pressing laterale.
Per quanto riguarda la fase offensiva voglio sempre il possesso palla da dietro per poi fare lo schema più adatto in riferimento a quello che fa l’avversario o alla situazione che si viene a creare più favorevole alle nostre caratteristiche (per esempio se non riescono a marcare la seconda punta che si mette in mezzo alle linee, gli schemi saranno più rivolti a fare arrivare la palla a lui o sul centravanti con lui a sostegno).
Sulle fasce laterali per il cross ci devono andare solo i 4 esterni e cioè i due di dx e i due di sx con le sovrapposizioni, così non ci si scopre mai perche se va uno l’altro si ferma.
Come vi ho detto l’altra volta la mia finalizzazione più ricercata è il cross e alla conclusione ci devono andare le due punte, una sul primo e l’altra o in mezzo o sul secondo, più l’altro esterno o sul secondo o in mezzo incrociando con la seconda punta.
Gli altri a semicerchio per la respinta(fig.7). Ultima cosa per quanto riguarda il lancio da dietro per la spizzicata, se la palla arriva dal centro, sono le ali che tagliano e l’altra punta fa il sostegno per il tiro o il passaggio filtrante, se invece  arriva dall’esterno un’ala fa il taglio e la seconda punta fa l’altro, mentre l’altra ala, che si trova dove è partita la palla, fa il sostegno (fig.8).
Come già detto il tutto è molto riduttivo ma penso che i disegni bastino a rendere un’idea, il resto lo faranno le vostre domande.

Gigi Cagni


4-3-3 : Composizione e movimenti

6 gennaio 2010

Composizione

E’ arrivato il momento di entrare nello specifico. Dopo tanti articoli introduttivi a livello generale della sfera calcio, inizierò a parlare di moduli visti dal mio modo di interpretarli. Siccome voglio proporli al meglio di quello che sono le mie idee facciamo che io possa avere a disposizione le migliori scelte di ogni elemento della squadra per il modulo descritto. Quindi ipotizziamo io possa fare il mercato e riuscire a ottenere quello che desidero. Il primo modulo, il mio preferito e quello che mi ha dato più soddisfazioni e successi, è il 4-3-3. Nella costruzione iniziale voglio avere l’asse centrale, e cioè: il portiere, il centrale dif., il c.m.m e il centravanti, composto da giocatori non soltanto di valore tecnico–tattico, ma di personalità e esperienza. Attorno a questo asse si costruisce tutto il resto. Il portiere deve essere alto (come dico io, guardandolo da 40m in mezzo al campo“DEVE COPRIRE LA PORTA”)sapere leggere la partita, calciare con tutti e due i piedi, comandare ed essere in grado di fare la parata partita. Dei due centrali uno deve essere rapido e veloce e l’altro alto e forte di testa, uno dei due deve essere il leader della difesa. Dei due terzini (scusatemi ma io uso ancora i termini antichi, l’importante è capirsi) quello più difensore deve essere quello di destra anche se deve avere delle qualità tecniche di impostazione e sapere crossare,ma deve essere prima di tutto un buon difensore, agile, veloce e sufficiente di testa. Quello sinistro anche se non eccessivamente bravo come difensore deve avere le qualità del fluidificante sx e cioè: velocità, resistenza, senso tattico ma, soprattutto il cross (poi vi dirò come li voglio).

 I tre c.c. sono quelli che danno l’equilibrio alla squadra con il loro senso tattico e la loro dinamicità, oltre alla forza fisica, perché operano nella porzione del campo più strategica dove devi vincere i duelli per riuscire a dominare la zona. Il C.M.M è il giocatore che deve mantenere gli equilibri, impostare il gioco e quindi avere le geometrie in testa, anche se non troppo rapido deve essere svelto nell’intuizione delle due fasi e comandare i compagni e, la cosa più importante, essere quello a cui potere dare la palla nei momenti di difficoltà. Se fisicamente ben messo e forte nei contrasti, meglio. Gli altri due c.c. devono avere caratteristiche diverse e cioè, quello di dx oltre che bravo tecnicamente,veloce e resistente deve avere l’intelligenza dell’inserimento e il cross oltre al tiro. E’ chiaro che deve avere anche le qualità tattiche della fase difensiva. Quello di sx deve essere mancino, forte fisicamente, resistente, molto bravo tatticamente e forte nel contrasto. Deve avere anche buona velocità e rapidità. Ora le tre punte. Quella centrale forte fisicamente,forte di testa ma soprattutto brava tecnicamente e tatticamente. Veloce e rapida è il massimo. L’ala destra deve essere veloce, resistente, dribbling e cross di qualità e tatticamente intelligente. A sinistra una punta esterna di piede dx ma capace di crossare di sx, rapida e veloce con tiro e senso del gol, dribbling fantasioso, non necessariamente resistente e tatticamente diligente anche se deve attenersi in generale alla fase difensiva nei modi richiesti da me.

Movimenti

Fig. 1

E adesso facciamoli giocare. La distanza fra i difensori centrali e il centravanti deve essere sempre uguale, non voglio vedere buchi in mezzo al campo. I primi difensori sono le punte e i primi attaccanti sono i difensori. Nella fase difensiva il centravanti si deve preoccupare dei due centrali avversari temporeggiando in mezzo e cercando di portare uno dei due in possesso palla, verso l’esterno, mentre le ali devono occuparsi dei terzini avversari con una diagonale interna, nel momento in cui la palla va sull’esterno aggredirli e costringerli a calciare sulla fascia SENZA FARSI DRIBBLARE ALL’INTERNO ( fig.1). Voglio questo fatto al meglio perché prima recuperiamo la palla meglio è, quindi se lo facciamo il più alto possibile siamo più vicini alla porta avversaria e, soprattutto, più lontani dalla nostra (farlo capire alle punte è veramente un’impresa, di solito non comprendono che così facendo corrono meno e hanno più possibilità di fare gol).

Fig. 2

 
Comunque la squadra in riferimento alla palla deve formare sempre un triangolo,o isoscele o rettangolo. Se la palla è in mezzo, il vertice è il centravanti, i lati sono i compagni in diagonale e la base la linea difensiva (tutto quello che dico provate a disegnarlo, io sono un grafomane e metto sempre tutto su carta quello che penso) ( fig.2).

Fig. 3


Invece se la palla è sull’esterno il vertice è l’ala e i lati sono sempre i compagni con la diagonale più marcata verso il lato opposto, la  base sempre i quattro difensori (fig.3). Se non riesco a pressare alto perché l’avversario è molto più forte, comunque le mie punte devono iniziare a farlo non oltre la metà campo.

Fig. 4


 Solo l’ala sx e il centravanti possono fermarsi a metà campo per tenere impegnati tre difensori avversari, gli altri sotto la linea della palla pressare sempre il portatore di palla con i compagni in diagonale( fig.4 ).Quindi, determinante è essere forti nell’uno contro uno. Il contrasto deve essere fatto con tutto il corpo sul peso dell’arto che lo fa, si vince con la concentrazione, la tecnica giusta e la carica agonistica prima che con il corpo. La posizione deve essere sempre a GUSCIO compatta pronta all’impatto, se devo temporeggiare devo portare l’avversario sull’esterno (se sono sulle fasce)altrimenti costringerlo ad andare sul suo piede SBAGLIATO. Non si dovrebbe mai, ma, a maggior ragione, più mi avvicino all’area e meno devo buttarmi a terra. Non voglio scivolate se non sono sicuro di prendere palla/uomo, in area ancor meno. Quando hai il culo per terra sei morto, in piedi puoi sempre ricuperare. Dalla metà campo verso la mia porta, soprattutto negli ultimi 20m non voglio vedere nessuno indietreggiare, il possessore di palla deve essere sempre pressato e se ti dribbla devi correre verso la porta facendo il percorso più breve mentre un compagno ripressa e gli altri fanno la diagonale più o meno marcata in conformità della vicinanza all’area. Non voglio il fuorigioco se non in inferiorità numerica o nelle uscite dall’area dopo una respinta. La linea difensiva deve rimanere “linea” solamente a palla coperta o quando si fa il pressing (solo sulle fasce laterali e comandato dal centrale). E infine nei 16m bisogna GUARDARE L’UOMO e non la palla, specialmente sui cross, la regola è: UOMO-PORTA-PALLA e non viceversa. Termino con la cosa che ripeto continuamente, le partite si vincono vincendo i duelli, stando sempre in piedi e con il COMPASSO STRETTO, devi sapere che quando allarghi le gambe oltre la linea delle anche sei sbilanciato e vulnerabile, la sensazione che devi sempre avere è di TONICITA’ MUSCOLARE e di convinzione agonistica.

Fig. 5


Veniamo alla fase OFFENSIVA, per me la più divertente. Voglio il possesso palla, il mio scopo finale è, principalmente, il cross, fatto sul primo palo, se sono sulla fascia verso il vertice dell’area grande, sul secondo più mi avvicino alla linea di fondo, e sul secondo o indietro forte se sono sulla linea di fondo o dentro l’area. Secondo me i gol si fanno in percentuale (togliendo le palle inattive): per la maggior parte su cross e poi con l’uno-due o con il tiro da fuori (che non ha più nessuno perché hanno paura di essere fischiati). Sulle fasce negli ultimi 20-25m voglio il dribbling senza paura e la finalizzazione veloce che sia il cross, l’1-2 o il tiro senza timore. Quindi massimo 3 tocchi fino ai 30m. I difensori devono fare girare la palla velocemente facendo sempre il sostegno per poi velocizzare con schemi diversi nella verticalizzazione, nella costruzione dello schema la palla nella maggior parte dei casi deve passare dalla punta centrale(ecco perché la voglio forte fisicamente,forte di testa e tecnicamente), con un c.c. che fa il sostegno per poi lanciare sulle fasce. Sul cross il centravanti va sul primo palo,il c.c. della parte opposta sul portiere e l’ala sul secondo o viceversa (fig.5).Vedete non voglio più di tre uomini alla conclusione perché gli altri devono mettersi in semicerchio fuori dall’area per la respinta. 

Fig. 6

Nel caso in cui sia pressato sulla mia linea difensiva si deve lanciare sul centravanti (come detto forte anche di testa)per la spizzicata con gli esterni che tagliano verso la porta( fig.6).Mi piace il possesso palla con cambi di campo, voglio tutti i giocatori a chiedere la palla, non voglio passaggi orizzontali, specialmente in mezzo al campo, il sostegno deve essere più in verticale possibile per non fare intercettare la palla. Nella costruzione del gioco se voglio andare sull’esterno devo passare prima dal centro e il contrario se voglio andare al centro. Con il 4-3-3 puoi contrastare qualsiasi tipo di modulo avversario nelle due fasi ecco perché è il mio preferito. Questa è una spiegazione ridotta e fatta per poi essere sviscerata al meglio attraverso le vostre curiosità, non so se sono stato chiaro ma è difficile esserlo in questo modo, anche perché con i giocatori uso la lavagna per dare il primo insegnamento visivo. In futuro vedremo di  usare altre metodologie per rendere più chiare le spiegazioni.
Ora a voi la parola.

Gigi Cagni


Il mio modulo preferito

14 novembre 2009

Nel 1986 alla Sambenedettese arrivò come allenatore Giampiero Vitali (purtroppo morto qualche anno fa), lo conoscevo bene perché ero stato suo compagno di squadra nel ‘67 nel Brescia quando io, giocando nella primavera, partecipavo con la prima squadra alle partite amichevoli ed ero la sua riserva diretta essendo terzino sinistro come lui. Per questo a San Benedetto instaurammo immediatamente un ottimo rapporto di collaborazione sia in campo (ero il più vecchio e capitano) che nello spogliatoio. Mi piace ricordare che a quei tempi e in quel tipo di realtà succedeva spesso che tutti, compreso l’allenatore, si andasse a cena con le famiglie o che ci si ritrovasse sullo splendido lungomare a passeggiare, oppure a palleggiare in spiaggia. Queste divagazioni mi piacciono perché comunque, questi comportamenti influivano positivamente anche sul rendimento della squadra sul campo. Quell’anno fu per me determinante per quanto riguarda quello che avrei poi fatto come scelta tattica all’inizio della mia carriera da allenatore.
Quando per la prima volta giocai il 4-3-3, fu amore a prima vista, mai mi ero sentito così sicuro. Queste sensazioni si possono comprendere solo se si ha giocato a calcio e soprattutto da liberi, con delle responsabilità che vanno oltre a ciò che succede sul terreno di gioco.

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 Per capire meglio quello che intendo bisogna immedesimarsi nel ruolo e pensare alla visuale che si ha davanti. La cosa peggiore, e quella che mette più apprensione, è quando si vedono degli spazi vuoti in mezzo al campo, e si ha immediatamente una sensazione di ansia perché non si capisce da dove può venire il pericolo, quando, invece, è determinante nella fase difensiva intuirne l’origine, ma soprattutto la finalizzazione per anticipare con l’intervento più utile l’azione dell’avversario. In questo sono determinanti il centromediano metodista e le due ali, cioè coloro che hanno il compito in tutte e due le fasi di mantenere gli equilibri. Non si pensi che io abbia poi scelto questo metodo perché ci si difende bene, infatti in realtà, anche la fase offensiva è altrettanto proficua, sempre mantenendo tutto il campo coperto e riuscendo sempre, sia attaccando sulle ali o per vie centrali , ad avere 3  giocatori a finalizzare. Tutti i metodi sono buoni, l’importante è che l’allenatore, per dimostrare che è il modulo a vincere o magari per una moda, non faccia giocare la squadra senza capire le caratteristiche dei propri giocatori costringendoli così a fare cose non adatte. Un vecchio allenatore (Guido Mazzetti) diceva due principi per lui fondamentali prima della gara ponendo due domande, la prima: ”Fa più male uno schiaffo o un cazzotto?” lo diceva allargando o stringendo le dita della mano paragonando la squadra alla mano stessa. La seconda : ”Se fate un errore in meno a testa quanti errori in meno sono in una gara?….Sembrano stupidaggini ma queste due frasi dette così racchiudevano tutto il senso di quello che doveva essere il nostro comportamento in campo.

 Gigi Cagni