DIARIO DAGLI STATES (1a parte)
29 agosto 2014Trascorso un mese, sono giunto ormai a metà di questa meravigliosa esperienza negli States, nella quale mi sono prefissato di migliorare l’inglese (importante non solo a livello professionale) e vedere dal vivo il calcio d’oltre oceano, curioso di scoprirne il livello e l’effetto sulla gente. Devo dire che l’impatto è stato davvero eccellente, in primo luogo perché mi sono stabilito vicino alla scuola di inglese nel quartiere di Cambridge, incantevole come del resto tutta la città di Boston, tra le più belle a mio avviso. Poi, perché tramite il mio agente Nicola Innocentin (ex giocatore del Boston), ho preso contatti con la dirigenza dei NY Red Bulls e sono andato ad assistere sia all’allenamento, in un centro sportivo all’avanguardia, che al match di campionato del giorno successivo contro il Montreal di Di Vaio.
Ciò chi mi è parso chiaro sin da subito e confermato poi dai dialoghi con allenatori e dirigenti di entrambe le squadre è che il calcio qui è in fortissima crescita. Già le statistiche dicono che a livello giovanile ha superato per partecipazione, sport molto più radicati da queste parti, come baseball, basket e football americano. Ma anche sul piano economico si percepisce il cambiamento, visto che è aumentato esponenzialmente il numero dei telespettatori paganti (ogni genere di spettacolo in tv qui è a pagamento).
A differenza dell’Italia, dove è in regresso sotto tutti gli aspetti, il calcio nei “nuovi paesi”, come gli Stati Uniti, è invece in netta espansione. L’unico problema qui è creare un collegamento tra le giovanili dei college ed il professionismo, ovviamente si stanno attrezzando per colmare questo gap del sistema, con il tipico pragmatismo americano, senza fretta, con risorse ed organizzazione, già.. QUI PIANIFICANO!
Lo Stadio dei Red Bulls è splendido (Di Vaio mi ha detto che sono tutti belli qui), e già l’atmosfera mi ha fatto emozionare, prima l’inno canadese, applaudito dall’intero stadio e poi tutti in piedi con la mano sul petto per quello americano.. brividi.
Poco mi ci è voluto dopo il fischio di inizio per capire che il calcio giocato è senz’altro lento, tatticamente inferiore al nostro, poco aggressivo, tecnico. Ma la partita scorre piacevole, grazie anche al pubblico, che si esalta per qualsiasi azione offensiva o difensiva, dal tiro sbilenco alla riconquista della palla.
L’assenza di stress è dovuta oltre al fatto che in MLS non ci sono retrocessioni anche al prezioso concetto, da noi perduto, che per costruire qualcosa di buono occorrono tempo e pazienza.
Per la cronaca, allo svantaggio di NY (poi vittoriosa) non è volato nemmeno un commento di disappunto dagli spalti, quindi non sto neanche a dire dell’assenza di violenza..
Tornando a casa, persino il tassista, appassionato di sport, mi ha confermato quello che mi sono sentito dire da tutti gli addetti ai lavori di qui: “soccer is growing”.
To be continued..
Gigi Cagni
AMERICA
29 luglio 2014
Partenza dall’Italia sabato 2 agosto ore 7 e 30, arrivo a Boston ore 13 (con scalo a Parigi).
Rientro in Italia 28 settembre, dopo 8 settimane di lezioni mattutine alla Kaplan School e visita, il pomeriggio, a teams americani accompagnato da un Agente che lavora negli States.
Cari amici blogger ve lo avevo detto che, se non si muoveva niente in Italia, sarei andato a fare un’esperienza in America.
Mi sono saltate trattative in America, Cina ed altri Paesi per la non ottima conoscenza dell’inglese, quindi, perché “vecchio e retrogrado”. Perciò, valigia e inizio di una nuova esperienza che sarà, comunque, gratificante.
Vi posso assicurare che sono così in fibrillazione che mi sembra di dovere giocare la partita più importante della vita.
So che mi dovrò adattare per il discorso comunicazione ma, sono certo, che riuscirò a mantenere il mio rapporto con voi.
Vi do un grosso abbraccio e arrivederci a fine Settembre.
Gigi Cagni
Nella tana del Chelsea
1 marzo 2011Comincio a pormi la domanda: “Dove ho sbagliato? 20 anni di carriera, 3 campionati vinti, salvezze difficilissime in A,Coppa Uefa con L’Empoli, tutto questo non è servito a niente?
Per fortuna il mio spirito combattivo mi fa poi rasserenare e accettare quello che è il momento particolare di tutti gli ambienti lavorativi in Italia.
La meritocrazia ritornerà in tutti gli ambiti perché senza quella non si può crescere.
C’è un unico mezzo per reagire, ed è CONTINUARE AD ACCRESCERE LE PROPRIE ESPERIENZE E CONOSCENZE. Per questo motivo, 3 settimane fa, sono andato a Londra a trovare Ancelotti e a vedere i suoi allenamenti.
Innanzitutto devi muoverti con lo spirito giusto e pensare che vai in una situazione organizzativa e ambientale totalmente diversa da quella che si trova nella maggior parte delle nostre società, purtroppo.
Sono arrivato al centro sportivo del Chelsea con la metropolitana ed il treno, dal centro di Londra in un’ora (per dire che le lunghe distanze si coprono in breve tempo quando le comunicazioni ed i servizi funzionano).
Mi sono trovato in uno splendido ambiente, nel silenzio ovattato della campagna londinese, in un centro sportivo composto da due grandi palazzine,distanti tra loro circa 300m; in una ci sono tutte le strutture necessarie alla prima squadra e nell’altra quelle del settore giovanile (compresi gli alloggi per i ragazzi che vengono da fuori). Di fronte a questi edifici ci sono tutti i campi di allenamento. La prima cosa che mi ha colpito è che non c’erano né tifosi né,tantomeno,giornalisti.
Carlo mi ha poi detto che non è come da noi, lì non ci sono quotidiani sportivi e nemmeno trasmissioni televisive che trattano argomenti tecniciè più facile che i media……….cerchino gossip sui calciatori.
Comunque la cosa che mi interessava di più era vedere l’ organizzazione di una società all’avanguardia nel panorama del calcio Europeo e, probabilmente, mondiale.
Siamo saliti al secondo piano dove ci sono tutti gli uffici che fanno parte dell’organizzazione tecnica del suo staff. Con lui collaborano circa 10 persone comprendenti tecnici che, in uno degli uffici,con l’ausilio di computer,preparano tutti i dvd che serviranno alle esigenze di Carlo.
In un altro ufficio dotato anch’ esso di computer, ci sono altri collaboratori che elaborano tutti i dati di ogni singolo giocatore durante gli allenamenti e le partite, attraverso collegamenti Gps indossati dai giocatori stessi.
In fondo al corridoio c’è l’ufficio del BOSS e cioè quello di Carlo, con scrivania, salottino per le riunioni e, naturalmente,televisore con tutti gli strumenti per visionare i dettagli.
Fa parte del suo staff anche il Dott. De Michelis, psicologo di fama mondiale che ha elaborato uno strumento per misurare il grado di sopportazione dello stress.(avrei dovuto farlo io, probabilmente avrei fatto saltare la macchina).
Ad ogni fine allenamento Ancelotti e tutti i suoi collaboratori si riuniscono e analizzano tutti i dati dell’allenamento precedente, ne discutono, e organizzano quello del giorno dopo.
Al piano terreno ci sono: la palestra,la piscina,una vasca con tapis roulant (attrezzature che posseggono loro e poche altre squadre in Europa)per il recupero infortunati,la sala massaggi (immensa) con uno staff composto da un medico e 4 massaggiatori. Ed infine, gli spogliatoi che danno direttamente sui campi di allenamento.
Durante Quella settimana avevano tre gare e quindi gli allenamenti erano abbastanza blandi, comprendenti possesso palla e partitine a tema, tutto comunque, fatto a buone intensità e sempre con lo spirito giusto.
Quel periodo mi ha riconciliato con la passione e fatto ritrovare l’entusiasmo per il mio lavoro. Tornato in Italia per l’ ennesima volta mi sono chiesto perché qui non si possa arrivare ad avere stadi e strutture adeguate come in Inghilterra.
Potenzialmente non siamo secondi a nessuno, ma ultimamente abbiamo perso molto in cultura sportiva e organizzazione. Io mi sento un giovane studente in cerca di nuove esperienze nel campo che amo, non so dove mi porterà la voglia di crescere e di imparare, ma ho la consapevolezza che questo mio spirito mi abbia reso ciò che sono e non vedo l’ ora di mettere tutto questo ancora a disposizione di giocatori intenzionati a migliorarsi giorno dopo giorno.
Gigi Cagni