Nel leggere i commenti sui sistemi di gioco e sulle ultime prestazioni delle squadre italiane, penso sia meglio chiarire dei concetti, che possono essere sfuggiti, contenuti nei miei articoli precedenti.
Se si è d’accordo sul fatto che il calcio, e tutti gli altri sport agonistici, è diventato prevalentemente fisico non potete non valutare questo aspetto nel giudicare le prestazioni delle nostre squadre sia in Coppa che in Campionato.
Questo è sicuramente il periodo peggiore perché si giocherà, per molto tempo, ogni 3 giorni e sarà impossibile lavorare sia sul recupero che sulla parte psico-fisica.
Come saprete il dispendio energetico muscolare viene recuperato in 36 ore ma quello nervoso in 48.
Quindi pretendere che, in certe partite, ci sia lo stesso rendimento è umanamente impossibile.
Più una squadra ha in prevalenza, nella partita, il rendimento migliore a intensità elevate più farà fatica ad avere un rendimento costante in periodi lunghi.
Potete sicuramente controbattere dicendo che le squadre sono formate da organici ampi, vero, ma sapete anche che è impossibile avere doppioni dei ruoli con le stesse caratteristiche, sopratutto tecniche.
Non bisogna trascurare i viaggi, spesso travagliati, e i climi di varia natura con l’aggravante di giocare la sera.
Proprio per tutti questi motivi, forse, sarebbe meglio istruire i calciatori a come si può sopperire alla fatica e agli infortuni con comportamenti alimentari e di vita privata consoni allo spreco energetico.
Se la parte determinante è riuscire a fare recuperare il fisico e la mente nel più breve tempo possibile, credo, sia fondamentale il riposo assoluto e l’assunzione di cibo che non produca scorie ma che aiuti all’eliminazione veloce delle stesse.
Quindi penso non sia adatto, nel breve tempo libero in questi periodi particolari, uscire fino a tardi la sera e alimentarsi in modo sregolato (nell’alimentazione ci metto, soprattutto, il tipo di bevande.)
Ci sono delle regole fisiche che vanno rispettate nel campo professionistico, vanno insegnate e fatte mettere in atto con grande severità.
Bisogna fare capire, specialmente quando si è giovani, che potrai non pagare l’errore nell’immediato ma che sicuramente PAGHERAI.
I professionisti di uno sport di gruppo devono avere rispetto non soltanto della propria professione ma dei propri compagni e di chi li paga (società e spettatori).
È il motivo, per cui, non sono molto d’accordo con chi dice che gli infortuni dipendono in percentuale elevata soprattutto dall’intensità del gioco e dai contrasti, è un alibi che va eliminato.
Proprio per questo se gli atleti rispettassero le regole di comportamenti adatti ai grandi sforzi (lo sport agonistico non è salute, il corpo non è nato per sopportare certe sollecitazioni), secondo me ci sarebbero meno infortuni.
Ditemi dov’è il sacrificio nel fare il professionista di qualsiasi sport ad alti livelli se non quello di avere una vita consona allo sforzo.
Bisognerebbe mandare tutti i calciatori a scuola da Zanetti!!!!!!!!
Gigi Cagni