L’evoluzione del libero

16 novembre 2009

Scirea è stato uno dei più grandi in quel ruolo

Il ruolo del LIBERO era di grande importanza quando si giocava a uomo o misto e il pregio che assolutamente doveva avere era l’intuizione di come si sarebbe potuta svolgere l’azione avversaria. La sua posizione doveva essere sempre adatta per poter vedere al meglio la disposizione dei compagni e conforme a quello che era il movimento offensivo della squadra avversaria, quindi doveva possedere come seconda qualità determinante il saper COMANDARE la propria difesa. Correva molto perché doveva andare a chiudere o a raddoppiare anche sulle fasce, visto che lo stopper aveva il compito di seguire il proprio uomo. Il motivo per cui ho amato il 4-3-3 è perché molte volte, se coordinato bene, il centromediano metodista svolgeva quel tipo di lavoro di copertura permettendomi di riuscire a chiudere altri spazi importanti. Vi posso assicurare che comunque è stato divertente e di grande soddisfazione. Nella mia lunga carriera per le mie qualità di intuizione difensiva e di personalità sono riuscito a fermare tante azioni pericolose e ciò mi premiava come per aver segnato un gol. E’ chiaro che giocando con il libero staccato davi più profondità all’avversario quindi dovevi essere bravo ad accorciare o allungare, conforme a quella che poteva essere la strategia per te e per la squadra, da adottare in quel momento. La cosa era molto visibile e quindi di grande responsabilità per chi faceva quel ruolo e anche la differenza tra quelli bravi e quelli meno. Oggi il LIBERO non esiste più o quanto meno il libero che intendo io. Ci sono dei vantaggi palesi nel calcio moderno e cioè, corri meno, riesci a rimanere più corto, fai meglio il fuorigioco e partecipi di più alla fase offensiva. Mi sembra, però, che non ci siano più tanti leaders fra i centrali e difficilmente si vedono giocatori comandare e prendersi delle responsabilità. Mi sembra inoltre che manchino i principi fondamentali della fase difensiva, soprattutto dell’uno contro uno e della posizione sui cross dall’esterno, per mancanza di insegnamento DELLA MARCATURA A UOMO, ma questo è un altro discorso.

Gigi Cagni