Spettacolo o equilibrio
10 dicembre 2012
Che diatriba in questo periodo!
Molti gol, sistemi diversi nelle due fasi e ricerca del gioco spettacolare.
Quindi spazi ampi e difficoltà nell’arginare la tattica offensiva dell’avversario, soprattutto se ha giocatori di classe.
Tante reti su palle inattive e, vi posso assicurare, che non è solo la Fiorentina che le cura ma, a differenza delle altre squadre, lo fa in modo costante ed è inserito nel programma settimanale alla stregua dei lavori più importanti tattici.
Cosa decidiamo di fare adesso: noi tecnici, tifosi e, soprattutto, media?
Accettiamo quello che accade o critichiamo costantemente ogni gol preso?
Ci fa piacere vedere gare come Roma-Fiorentina? E mi riferisco anche ai tifosi delle due squadre.
Possiamo accettare che la nostra squadra, alla fine del torneo, possa non avere raggiunto l’obiettivo più importante pur avendoci fatto divertire durante tutta la stagione?
Da allenatore e da ex difensore vi dico, sinceramente, che mi arrabbierei molto (vedi Piacenza-Foggia di Zeman, primi anni 90 5 a 4) se la mia squadra prendesse molti gol anche se vincessi la gara.
Come sempre la verità sta nel mezzo.
E’ indubbio che ci sia una carenza di difensori di qualità, e questo è un aspetto di cui noi parliamo da molto tempo, perché non c’è più un insegnamento specifico nei settori giovanili.
Il tutto porta a vedere errori madornali in tutte le fasi di gioco.
Mi permetto di aggiungere che anche da parte dei c.c. non c’è una grande cultura per quanto riguarda contrasto e marcatura.
Quindi siamo a un bivio che può orientarci verso un calcio Europeo e Mondiale più rivolto alla spettacolarità o rimanere nella nostra filosofia dei risultati ad ogni costo, compresi esoneri a go go, con divertimento limitato.
Se opteremo per il primo non sarà determinante istruire i difensori come ai miei tempi ma continuare a lavorare sulla costruzione del gioco iniziando dalle loro qualità tecniche.
Se, invece, la scelta cadrà sul mantenimento del nostro modo di interpretare le gare sarà meglio che venga ripristinato il modo antico di crescita dei difensori e cioè dai FONDAMENTALI tecnico-tattici del singoli (chissà se gli allenatori delle giovani li conoscono e li sanno insegnare).
Gigi Cagni
Finale Coppa italia 2010 di calci
6 Maggio 2010Come sempre mi sono messo comodo sul divano a guardare la finale di Coppa Italia.
Come sempre senza tifare per nessuno.
Ho questa fortuna di riuscire a essere neutrale e quindi rimanere obiettivo nel giudizio e valutare chi gioca meglio al di là del risultato. L´Inter ha meritato la vittoria ma, purtroppo,non è stato il gioco delle due squadre a farmi avere delle emozioni e godere di uno spettacolo calcistico. Le sensazioni che ho avuto, penso, raramente di averle provate.
Ero esterrefatto e allibito per quello che era il comportamento da parte di tutti i giocatori. Chiaramente non mi riferisco a gesti tecnico-tattici ma alle loro continue intemperanze e proteste nei confronti dell´arbitro o dell´avversario, alle simulazioni, a falli senza senso e all´essere,costantemente pronti alla rissa.
Non parliamo dell´invasione finale, sarò curioso di vedere se l´invasore farà un giorno di galera.
Certamente non è stato uno spettacolo degno di una finale di Coppa. Alla fine della gara ho avuto una sensazione di disgusto, non riuscivo a pensare e a valutare quello che avevo visto sotto il profilo prettamente calcistico. Mi sembrava tutto irreale, non era possibile che non riuscissi a valutare la partita per l´aspetto del gioco perché prevalevano tutti quei comportamenti, secondo me antisportivi, che avevo visto in campo. Ho pensato anche all´insegnamento, che una partita così,potesse trasmettere ai giovani. Possibile che non si riesca a vedere gare di pallone anche agonisticamente accese ma senza comportamenti che esasperino e accendano gli animi sia in campo che fuori? Ma cosa è diventato il calcio in Italia, una battaglia?
Un modo di sfogare i propri istinti più repressi? La spettacolarizzazione di gesti inconsulti che non hanno niente a che vedere con la tecnica?
Non è possibile che ad ogni fine gara si debba parlare solo di episodi da moviola per valutare la gravità dei falli o delle reazioni da parte dei giocatori e non di azioni belle che possono migliorare la nostra conoscenza.
Che ci permetta di iniziare discussioni di carattere unicamente tecnico-tattico dell´incontro. Non credo di avere mai somatizzato in modo così disgustato una partita di calcio.
Mi chiedo se sono solo io che ho avuto questa reazione, magari perché è tanto tempo che non alleno e sono un po´ arrabbiato e quindi condizionato emotivamente. Sta di fatto che ho delle sensazioni istintive di qualche cosa che non mi sta piacendo e che se non ci saranno cambiamenti ci porterà a un punto di non ritorno. L´esasperazione degli eventi non può certamente portare al piacere di viverli per quello che sono.
Una partita di calcio deve rimanere UNA PARTITA DI CALCIO, il campanilismo e gli sfottò vanno bene, le risse e le invasioni NO.
Ogni componente deve farsi un esame di coscienza e porre rimedio cambiando i propri comportamenti.
L´unico deve essere di valorizzare lo spettacolo per fare tornare le partite di calcio degli eventi sportivi e non campi di battaglia dove ognuno si crea le regole per i propri scopi.
GIGI CAGNI