E adesso?!!!!!
Atletico Madrid in semifinale di Champions senza possesso palla con aggressività e contropiede, lanci lunghi e ripartenze con schemi precisi e proficui.
Moda Barcellona finita?
Da oggi presidenti alla ricerca di allenatori pratici che guardano più alla sostanza che alla forma?
Giornalisti che si stupiscono delle prestazioni non all’altezza del Barcellona attuale cercando di capirne le motivazioni.
Responsabile del mercato dell’Atletico è Andrea Berta mio carissimo amico e collaboratore quando ero a Parma.
A giugno sono andato a Madrid a trovarlo e ho visto i primi allenamenti in loco prima della partenza per il ritiro e ho parlato con Simeone.
A novembre, dopo le prime partite sia di campionato che di Coppe ho detto ad Andrea, che naturalmente si è toccato…, “secondo me visti gli allenamenti, il tasso tecnico dei singoli, visto il modo di interpretare le gare da parte dell’allenatore, visti Real e Barcellona, vedrai che potrai essere la sorpresa.”
Il tutto derivava da una sensazione istintiva di avere visto un gruppo fra giocatori, staff tecnico e organizzazione societaria, che mi faceva pensare a qualche cosa di compatto e granitico (vi ricordate quando scrissi di un mio vecchio allenatore che diceva” fa più male uno schiaffo o un pugno? Ecco una squadra deve sempre essere come un pugno”).
Sembra sia stata una deduzione affettiva e, ripeto, istintiva per l’amicizia con il direttore, ma non è stato così.
Per una parte dei miei ragionamenti faccio correre libera la mia pulsione dettata dall’esperienza, ma poi razionalizzo e metto insieme le cose.
Da lì parte la mia valutazione fredda e logica ed è il motivo per cui ho fatto quell’affermazione al Direttore.
Tutto questo mi ha dato lo spunto per fare un ragionamento che da anni cerco di portare avanti e, chi mi segue sul blog, sa a cosa intendo.
E’ mai possibile che tutti sono venuti da noi a imparare e poi se ne sono andati a seminare dove è possibile farlo e noi, ora, copiamo e ci lasciamo trasportare dalle mode?
E’ mai possibile che non si capisca che la squadra migliore, e l’allenatore più bravo, sono quelli che giocano nel modo più congeniale alle loro caratteristiche?
Oggi in Italia il calcio è un ibrido che non ha ne capo ne coda e quando c’è confusione il fine non può essere che confuso.
Non snaturiamoci, la nostra cultura, visti i fatti, non cambierà mai.
Va bene aggiornarsi e imparare ma “copiare” non porta a nessun risultato.
Gigi Cagni