Quando anche i migliori sbagliano

18 marzo 2014

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Torniamo al calcio giocato e alla tattica.

Mi è sembrato veramente strano l’errore dei due centrali della Juve sul gol di Gomez  nella gara di Coppa.

Se questo errore viene fatto dalla difesa più forte del campionato, le mie preoccupazioni sull’insegnamento della fase difensiva specifica negli ultimi 30m, aumentano e diventano sempre più allarmanti.

Ribadisco un concetto importante: se fossi in qualsiasi altro paese europeo dove l’importanza del risultato è diversa dalla nostra, non farei questo tipo di ragionamento tecnico-tattico.

Purtroppo si vede di frequente che il centravanti, o un altro degli attaccanti, si infili fra i due centrali o nella linea e si presenti davanti al portiere solo.

Senza tralasciare che, su un cross dal fondo, si vedono avversari soli in area con i difensori che guardano la palla.

Ma la “diagonale o la copertura (chiamatela come volete o dategli altri termini moderni)” la insegnano o va tutto ad esperienza del singolo?

Ho preso l’esempio di questo ultimo episodio solo perché accaduto recentemente ma non voglio certamente criticare il lavoro di Conte che, sono convinto, certe cose le insegni.

Se la palla è scoperta e non si fa il fuorigioco, i 4 difensori non devono essere in linea, altrimenti l’attaccante furbo, dopo aver corso orizzontalmente, taglia in mezzo e, sfruttando un lancio preciso naturalmente,  si trova solo davanti al portiere.

Esiste però una situazione particolare, di difficile lettura – anche se, conoscendo e studiando gli avversari si dovrebbe poter attuare una efficace risposta anche in quel caso – ed è quando a metà campo o ai 40m, un giocatore passa orizzontalmente la palla al compagno e questo, immediatamente, calcia oltre la linea difensiva per l’attaccante che fa l’inserimento fra la linea (Totti è maestro in questa giocata).

Questo errore lo accetterei perché è così veloce l’azione che i 4 difensori dovrebbero essere da tanto tempo insieme e quindi capaci di anticipare, con uno dei centrali che parla e comanda, l’esecuzione della contromisura.

Quindi, riassumendo, quando la palla è scoperta: o si fa il fuorigioco, o si fanno le DIAGONALI di copertura “esasperate” lasciando sempre libero l’avversario più lontano dalla porta.

Insegnate queste cose nei settori giovanili, compreso l’uno contro uno, e vedrete che avrete meno rischi difensivi e, probabilmente, prendendo meno gol conquisterete la palla prima senza indietreggiare e così inizierete meglio la fase offensiva.

Tutto questo serve molto per attaccare perché, come ho detto tante volte, prima faccio bene la fase difensiva, prima conquisto la palla e “prima” posso essere pericoloso, essendo più vicino alla porta avversaria.

Gigi Cagni


come fermare l’avversario per ripartire

9 febbraio 2014

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Il motivo per cui ho trattato l’argomento dell’ 1 contro 1, per la fase difensiva, prima di quello tattico è perché, e lo dimostrano i fatti ogni partita dei vari campionati, senza avere quelle qualità singole la parte di tattica specifica non può essere fatta al meglio.
Se venisse applicata nel modo giusto non vedremmo difensori che indietreggiano sino dentro l’area, o che permettono il tiro da fuori (vedi Strootman con il Napoli in Coppa) o che si girano quando l’avversario sta per tirare.
Non vedremmo, in modo così facile, attaccanti in area soli e indisturbati al tiro, di testa o di piede.
Detto questo e supponendo che i giocatori sappiano e siano in grado di applicare gli insegnamenti dell’1 contro 1, vi illustro come, secondo il mio credo nella fase difensiva, faccio applicare la tattica di squadra.
Chi ha visto l’esposizione degli schemi di gioco all’inizio del mio Blog e del modo di interpretarli, saprà quello che sono i miei principi di squadra nella fase difensiva.
Comunque farò un’esposizione completa e quindi un ripasso.
Partiamo dal principio che fin che l’avversario è nella sua metà campo la squadra si muove in riferimento alla palla.
Quindi, sempre ,con diagonali e coperture di c.c. e difensori con gli attaccanti che devono indirizzare l’avversario verso l’esterno, ecco cosa intendo quando parlo di attaccanti come primi difensori (anche loro dovrebbero stare sempre in piedi, non girarsi sulle finte di calcio e imparare il contrasto, è solo un vantaggio loro perché prima conquisto la palla più vicino sono alla porta avversaria).
Quando la metà campo viene superata , voglio la pressione sul portatore di palla (contro 1 dei c.c.) con i difensori mai in linea se non quando la palla è coperta e siamo sicuri che l’avversario non ha possibilità di visione del gioco, altrimenti se gli attaccanti sono 2 , due difensori marcano e uno si stacca (a zona naturalmente) se sono tre , tre marcano e uno si stacca.
Come ho già detto la mia filosofia è che, se ho la squadra più debole o se vedo che ho problemi nei singoli difensori, gioco con un sistema che mi da sempre un uomo in più nella linea difensiva in riferimento al numero di attaccanti.
Solo se i miei due centrali sono bravi marcatori e uno dei due è veloce, accetto la parità numerica.
Il fuorigioco lo voglio solo in tre casi.
Il primo se faccio il pressing sull’esterno (pressing è quando c’è più di un giocatore ad aggredire l’avversario con le spalle girate alla porta) e quindi la linea difensiva viene in avanti e accorcia velocemente fino alla conquista della palla o di avere fatto un fallo tattico.
Il secondo quando si è in inferiorità numerica e solo negli ultimi 30m. (prima non ha senso perché ci dovrebbe essere il tempo per qualche giocatore di recuperare la posizione e quindi non avere l’inferiorità).
Il terzo in uscita dopo la respinta sulle palle inattive in area.
Altrimenti non voglio, anzi, come ho detto sopra voglio sempre la copertura che vuol dire un “uomo” che si stacca a protezione della linea di chi, in quel momento, sta marcando.
Detto questo l’uomo, invece della palla, viene ad essere l’obiettivo primario quando si è negli ultimi 20m perché non c’è più il tempo di fare coperture o scalare.
Ho fatto il difensore centrale per tanti anni e la sensazione primaria che dovevo avere era di non vedere il buco in mezzo davanti a me e quindi, quello spazio, deve essere sempre coperto.
Altra cosa che dico ai miei giocatori è “ l’impressione cromatica” che vuol dire che devo sempre avere l’immediata sensazione di vedere più spiccato il colore della mia maglia che non dell’avversario.
Se ci provate capirete cosa voglio dire.
In un centesimo di secondo vedi se sei in superiorità o inferiorità e, poi, capisci di quanto ma, intanto, ti allerti e sei costretto a velocizzare il ragionamento di come distribuire la parte tattica di difesa (è un concetto non facile da spiegare ma semplicissimo da applicare).
Finisco dicendo che è determinante avere il portiere e, almeno, un difensore centrale che “comandino” parlando continuamente.
Quando mi danno del difensivista mi viene da ridere perché non capiscono, certamente non vedono le mie squadre sul campo, che tengo la fase difensiva in grande considerazione per il fatto che cerco di rimanere più corto possibile e il più lontano possibile dalla mia porta.
Difficilmente si vedono le mie squadre che indietreggiano in area, a meno che costrette dalla bravura dell’avversario (allora subentra l’allenamento specifico dell’ 1 contro 1 in area).
Mi rivolgo ai miei colleghi: “volete difensori ottimi nella costruzione, ma fate più bella figura se siete organizzati in fase difensiva e prendete pochi gol, piuttosto che bravi a fare partire l’azione da dietro”.
Finisco dicendo che, come in tutte le situazioni di gioco, se non sei concentrato e non hai la carica agonistica giusta compresa la condizione fisica, ogni applicazione singola o di tattica generale non può avere successo.
Certo che il massimo è avere difensori bravi a fare tutti e due le cose ma è meglio iniziare dal difendere bene e poi imparare a costruire che il contrario, anche perché altrimenti il contrario è quasi impossibile da realizzare al meglio.

Gigi Cagni