Solo così si vince.
Regole, professionalità, carica agonistica e “uomini” giocatori di qualità.
Il tutto condiviso da una Società che crede nell’allenatore e nel suo modo di gestire i protagonisti, rispettando sempre le sue decisioni e aiutandolo, soprattutto, nei momenti delicati.
Ho vinto 3 campionati e sono andato in Uefa con l’Empoli sempre e solo perché le società facevano rispettare le mie regole e il mio modo di interpretare la professione anche contro lamentele fatte da giocatori importanti.
L’allenatore deve sentirsi integrato completamente nel gruppo, lo deve sentire fisicamente legato a lui e alle sue idee.
E’ una sensazione unica che ti riempie le vene quando sei a contatto con loro, hai l’adrenalina sempre in circolo e ti senti di poter fare qualsiasi tipo di battaglia.
Se hai queste sensazioni puoi fare questo lavoro ed essere vincente.
Quanti in Italia possono avere questo tipo di emozioni?
Pochi, secondo me, visto quello che sta accadendo negli ultimi anni , e quei pochi vinceranno sicuramente.
Ho sempre più la sensazione che la maggior parte dei presidenti, oltre che essere convinti di essere esperti di calcio, credano anche nella poca importanza di avere un allenatore preparato ed esperto.
Mi sembra che vadano a cercare più “signor sì” che uomini di personalità.
Pensano che l’allenatore debba, solo, allenare i giocatori messigli a disposizione, e questo potrebbe essere anche giusto vista la crisi, ma poi pretendono obbiettivi importanti.
Non capiscono l’importanza di fare sentire al proprio allenatore di essere al centro di un progetto.
I colleghi che, pur di lavorare, accettano situazioni precarie hanno perso in partenza.
Un mese fa sono stato contattato da una società a cui non ho chiesto per prima cosa l’ingaggio, ma che mi avrebbero dovuto prendere solo se avessero creduto in me e nel mio modo di lavorare.
Hanno fatto bene a sceglierne un altro, sperando lo abbiano fatto per il motivo di cui sopra e ,allora, potranno centrare l’obbiettivo.
Conte è stato “un grande” e sarà sempre un vincente.
La sua onestà professionale lo porterà ad avere sempre più successi e invidie.
La Juve ha agito, giustamente, con la propria linea ed ha capito il gesto corretto del suo ex allenatore dimostrando un rapporto di grande rispetto professionale.
Non smetterò mai di dire che “ognuno deve fare il proprio lavoro”, con i tuttologi vai a fondo.
Deve essere ripristinata la “gavetta” in tutti i campi e capire il valore del “tempo” e della progettazione.
Gigi Cagni