A Stefano Borgonovo…..

31 dicembre 2009

Oggi non voglio parlare né di tattica né di tecnica ma voglio dedicare questo articolo all’uomo che più mi sta a cuore in questo momento e cioè STEFANO BORGONOVO. L’ho conosciuto 25 anni fa quando,da ragazzino ventenne,venne a giocare a S. Benedetto del Tronto mandato dal Como assieme ad un altro suo coetaneo Stefano Maccoppi. A quei tempi tutti i settori giovanili importanti del calcio italiano mandavano i loro migliori giovani a FARSI LE OSSA nelle squadre della categoria inferiore per abituarli,non soltanto all’insegnamento tattico,ma a forgiarsi, soprattutto, a livello caratteriale. Queste squadre puntavano anche sul fatto che nella Sambenedettese come in altre compagini, c’erano ANZIANI come me che potevano fare da CHIOCCE a questi talentuosi ragazzi. Quando Stefano arrivò, avrebbe dovuto essere la terza o quarta punta, ma dopo un breve periodo della preparazione precampionato, capii di avere a che fare con un talento naturale che doveva essere solo svezzato. Devo dire che tutti i giocatori che arrivavano da quei settori giovanili erano istruiti al meglio come professionalità ed educazione. Qui apro una parentesi per quanto riguarda il settore giovanile del Como di quei tempi,il responsabile,ora all’Atalanta, ( guarda caso ha un settore giovanile fra i più importanti) era Mino Favini, chiamato da me con grande orgoglio MAESTRO. Grande conoscitore di calcio, ma soprattutto, grande EDUCATORE.

Mino Favini e Gigi Cagni con Stefano Borgonovo

Per noi era facile gestire e insegnare a questi ragazzi; erano preparati al sacrificio, alla dedizione al lavoro, all’essere professionali ma soprattutto RISPETTOSI delle regole e delle gerarchie di un gruppo. Essi sapevano perfettamente quanto queste componenti erano importanti per il raggiungimento dell’obbiettivo finale. Quello che è avvenuto quell’anno fa parte dei miei ricordi più belli da calciatore. Iniziammo malissimo,l’allenatore era Liguori alla sua prima esperienza in B. Dopo una sconfitta a Bologna presi una decisione, unica nella mia vita, di parlare con il presidente per convincerlo a cambiarlo. Non lo feci da scorretto, come in certi casi accade oggi, perché lo dissi anche all’allenatore stesso:un tempo si aveva il coraggio delle proprie azioni e se ne subivano le conseguenze qualsiasi esse fossero. Così arrivò Mazzetti che con il suo modo di fare paterno riuscì a raddrizzare la situazione e con l’aiuto di noi anziani naturalmente, ci salvammo. Borgonovo esplose facendo 14 gol e iniziò la sua sfolgorante carriera. C’è un’aneddoto che mi inorgoglisce e che Stefano mi rammenta tutte le volte che vado a trovarlo e lo sintetizza così :”Dimmi quale altro tuo compagno ha fatto 60 metri per abbracciarti dopo avere fatto gol?“nessuno se non lui,solo per dimostrare a tutti la sua riconoscenza per quello che stavamo facendo per quei ragazzi. Mi viene la pelle d’oca. Oggi,come tutti sapete,lui è fermo sdraiato in un letto senza la possibilità di muoversi perché affetto dalla gravissima malattia detta SLA. Ma la malattia ha vinto solo sul suo corpo ma non sulla sua mente.Mio figlio quando vuole ricevere una frustata emotiva per vincere le delusioni della vita,viene con me a trovarlo. Oggi è lui che AIUTA noi. E’ un esempio di forza, di volontà, di attaccamento alla vita, di gioia di potere aiutare, con la sua associazione, altre persone come lui in difficoltà. Ha la mente lucida e una memoria incredibile, è ironico e mi TIRA PER IL CULO sempre. Con gli occhi fa tutto e esprime tutto.Da quando ho saputo che si era ammalato sono andato spesso a trovarlo e quest ’ estate è venuto con la famiglia al mare dove ero io e ci siamo visti parecchie partite insieme. Qualche giorno fa….. a S.Stefano….. sono andato da lui a Giussano e mi ha fatto la sorpresa di farmi trovare,oltre che ai suoi collaboratori della sua scuola calcio,il grande Mino Favini. E’ stato un regalo bellissimo. In questi ultimi anni, da quando siamo tornati a frequentarci, è lui che mi sta dando un grande aiuto con il suo esempio.
Quando esco da casa sua, dopo ore che sembrano attimi, ho una sensazione di leggerezza e serenità che difficilmente provo.
Con i brividi e la pelle d’oca dico: “GRAZIE STEFANO “

Gigi Cagni


Esultanze dopo un gol

5 novembre 2009

Oggi abbiamo chiesto al Mister cosa ne pensa dei modi più o meno pittoreschi di esultanza dopo un gol, soprattutto dopo aver visto questo video proveniente dal Regno Unito.

“Già quando allenavo il Piacenza, ed era venuta la moda del trenino e di altri diversi modi di esultare, istintivamente, con ancora la mentalità del calciatore, mi sembrava una cosa un po’ irriguardosa e antisportiva nei confronti dell’avversario. Mi spiego meglio perchè bisogna sapere con che tipo di mentalità noi siamo cresciuti. L’insegnamento datoci dai nostri “MAESTRI” era si di essere agonisticamente grintosi e decisi sull’avversario, ma estremamente corretti per quanto riguardava le regole morali (non scritte) del rispetto dell’avversario stesso. L’esultare sul gol correndo e urlando la propria gioia e andare ad abbracciare i propri compagni (senza baciare anelli, dare calci ai cartelloni, farsi rincorrere dai propri compagni per centinaia di metri prima di essere “AGGUANTATI”o altro ….) era l’espressione massima, e giusta per me, di esternare la propria gioia sempre mantenendo il rispetto sportivo nei confronti di tutti anche degli spettatori avversi.

Bari: Il famoso trenino

Però poteva accadere poi, questa magari meno giusta, che se qualche calciatore faceva cose, diciamo antisportive secondo quel codice irridendo l’avversario, poteva essere che riceveva un “TRATTAMENTO” diciamo antisportivo come il suo.
I tempi cambiano e quindi anche le abitudini, di conseguenza anche il calcio ha avuto un’evoluzione (tecnica senzaltro di valori sicuramente meno) data soprattutto dalla televisione e da tutto un indotto che ha fatto si di stravolgere un po’ i comportamenti e le abitudini dei calciatori. Non voglio rivangare e dire che una volta era meglio ma sono convinto che ci possa essere una via di mezzo per rendere questo splendido sport ancora un po’ più pieno di valori sportivi che lo farebbero sicuramente amare di più e riportarlo sulle dimensioni di civiltà più consone a un paese che vuole evolversi.”

Gigi Cagni