Nella tana del Chelsea

1 marzo 2011
E’ proprio un periodo strano, ovunque vada, in giro per l’Italia,sono apprezzato nell’ambito calcistico sia come tecnico che come uomo da chi viene a contatto con me,siano essi addetti ai lavori o appassionati, eppure non riesco a trovare una collocazione.
Comincio a pormi la domanda: “Dove ho sbagliato? 20 anni di carriera, 3 campionati vinti, salvezze difficilissime in A,Coppa Uefa con L’Empoli, tutto questo non è servito a niente?
Per fortuna il mio spirito combattivo mi fa poi rasserenare e accettare quello che è il momento particolare di tutti gli ambienti lavorativi in Italia.
La meritocrazia ritornerà in tutti gli ambiti perché senza quella non si può crescere.
C’è un unico mezzo per reagire, ed è CONTINUARE AD ACCRESCERE LE PROPRIE ESPERIENZE E CONOSCENZE. Per questo motivo, 3 settimane fa, sono andato a Londra a trovare Ancelotti e a vedere i suoi allenamenti.
Innanzitutto devi muoverti con lo spirito giusto
e pensare che vai in una situazione organizzativa e ambientale totalmente diversa da quella che si trova nella maggior parte delle nostre società, purtroppo.
Sono arrivato al centro sportivo del Chelsea con la metropolitana ed il treno, dal centro di Londra in un’ora (per dire che le lunghe
distanze si coprono in breve tempo quando le comunicazioni ed i servizi funzionano).
Mi sono trovato in uno splendido ambiente, nel silenzio ovattato della campagna londinese, in un centro sportivo composto da due grandi palazzine,distanti tra loro circa 300m; in una ci sono tutte le strutture necessarie alla prima squadra e nell’altra quelle del settore giovanile (compresi gli alloggi per i ragazzi che vengono da fuori). Di fronte a questi edifici ci sono tutti i campi di allenamento. La prima cosa che mi ha colpito è che non c’erano né tifosi né,tantomeno,giornalisti.
Carlo mi ha poi detto che non è come da noi, lì non ci sono quotidiani sportivi e nemmeno
trasmissioni televisive che trattano argomenti tecniciè più facile che i media……….cerchino gossip sui calciatori.
Comunque la cosa che mi interessava di più era vedere l’ organizzazione di una società all’avanguardia nel panorama del calcio Europeo e, probabilmente, mondiale.
Siamo saliti al secondo piano dove ci sono tutti gli uffici che fanno parte dell’organizzazione tecnica del suo staff. Con lui collaborano circa 10 persone comprendenti tecnici che, in uno degli uffici,con l’ausilio di computer,preparano tutti i dvd che serviranno alle esigenze di Carlo.
In un altro ufficio dotato anch’ esso di computer, ci sono altri collaboratori che elaborano tutti i dati di ogni singolo giocatore durante gli allenamenti e le partite, attraverso collegamenti Gps indossati dai giocatori stessi.
In fondo al corridoio c’è l’ufficio del BOSS e cioè quello di Carlo, con scrivania, salottino per le riunioni e, naturalmente,televisore con tutti gli strumenti per visionare i dettagli.
Fa parte del suo staff anche il Dott. De Michelis, psicologo di fama mondiale che ha elaborato uno strumento per misurare il grado di sopportazione dello stress.(avrei dovuto farlo  io, probabilmente avrei fatto saltare la macchina).
Ad ogni fine allenamento Ancelotti e tutti i suoi collaboratori si riuniscono e analizzano tutti i dati dell’allenamento precedente, ne discutono, e organizzano quello del giorno dopo.
Al piano terreno ci sono: la palestra,la piscina,una vasca con tapis roulant (attrezzature che posseggono loro e poche altre squadre in Europa)per il recupero infortunati,
la sala massaggi (immensa) con uno staff composto da un medico e 4 massaggiatori. Ed infine, gli spogliatoi che danno direttamente sui campi di allenamento.
Durante Quella settimana avevano tre gare e quindi gli allenamenti erano abbastanza blandi, comprendenti possesso palla e partitine a tema, tutto comunque, fatto a buone intensità e sempre con lo spirito giusto.
Quel periodo mi ha riconciliato con la passione e fatto ritrovare l’entusiasmo per il mio lavoro. Tornato in Italia per l’ ennesima volta mi sono chiesto perché qui non si possa arrivare ad avere stadi e strutture adeguate come in Inghilterra.
Potenzialmente non siamo secondi a nessuno, ma ultimamente abbiamo perso molto in cultura sportiva e organizzazione. Io mi sento un giovane studente in cerca di nuove esperienze nel campo che amo, non so dove mi porterà la voglia di crescere e di imparare, ma ho la consapevolezza che questo mio spirito mi abbia reso ciò che sono e non vedo l’ ora di mettere tutto questo ancora a disposizione di giocatori intenzionati a migliorarsi giorno dopo giorno.

 

Gigi Cagni