Anche se sta piovendo e il mare è in burrasca da tre giorni, dopo avere letto l’ articolo di LUIGI GARLANDO sulla Gazzetta dello Sport in cui si parla di Reja e Del Neri, mi sento orgogliosamente coetaneo di allenatori che stanno dimostrando quanto sia semplice il calcio,e non pieno di strane alchimie.
Finalmente qualcuno che ha capito l’importanza, nel calcio moderno, di allenatori di esperienza. Il punto sta nella parola “MODERNO”.
I presidenti associano la parola a GIOVANI. Cioè pensano che per fare il calcio moderno è necessario avere allenatori giovani, perché quelli che lo sono meno – giovani naturalmente -,non sanno interpretarne l’attualità. Premettendo che, tutti gli allenatori giovani italiani sono molto bravi nella conoscenza dei sistemi di gioco, non lo possono essere altrettanto nella loro interpretazione. La ragione è semplicissima e di facile intuizione. Mi ricordo spesso cosa mi disse – ero ancora giocatore negli anni 80 – Biagio Govoni vecchio direttore sportivo a S.Benedetto, intuendo che avrei fatto l’allenatore: ”Non avere fretta, fai il settore giovanile per iniziare, non volere subito i grandi club, imparerai cose che poi ti serviranno molto e ti permetteranno di sbagliare meno”.
Aveva perfettamente ragione, quello che ho imparato nella primavera del Brescia e poi a Cento in C2, mi hanno permesso di andare a Piacenza e vincere il campionato di C1 e poi tutto il resto. In quei primi anni ho sperimentato tutto quello che poi sarebbe diventato un bagaglio determinante per tutta la mia carriera.
Dalla preparazione fisica (nei primi due anni da professionista l’ho fatta io, poi ho avuto la collaborazione del prof.Ambrosio) alla tattica e alla gestione del gruppo, forse la più difficile oggi da fare. Nella mia carriera di giocatore ho disputato 600 gare ufficiali, da allenatore circa 700, non una uguale all’altra,magari simili ma uguali mai. Lo dimostra il fatto che tante volte ho fatto le STESSE mosse tattiche in gare diverse, ma l’esito è stato completamente diverso.
Il calcio ha così tante varianti nel suo svolgersi che non c’è nessuno che può dire di conoscerlo. Se qualcuno vi dice che capisce di calcio mandatelo da me che gli dimostro subito quanto non sia vero.
Eppure è semplice ed è alla portata di tutti, soprattutto oggi con i mezzi di comunicazione a disposizione. Ma è proprio questo il punto, la grande esposizione mediatica ha fatto si che LO SI FACESSE DIVENTARE UNA SCIENZA e che i NON-SCIENZIATI non fossero in grado di farlo interpretare. Quando, invece, il segreto sta proprio nella sua SEMPLICITA’.
Nella partita ci sono due cose da conoscere fondamentali tattiche e cioè: LA FASE DIFENSIVA E QUELLA OFFENSIVA.
Poi, siccome il calcio moderno, aimè, è più fisico che tecnico, ci vuole una grande condizione psico-fisica. E, infine, siccome tutti siamo esposti ai riflettori dei mezzi di informazione, devi essere preparato a sopportare tutti i pregi e i difetti di questa condizione.
Le pressioni e l’esposizione mediatica sono le più difficili da gestire. Il tutto non si impara in breve tempo e con poche partite. Puoi avere disputato 1000 gare da giocatore ma quando passi dall’altra parte è tutto un mondo diverso, soprattutto perché sei SOLO nelle decisioni e da SOLO ne devi sopportare gli insuccessi quando, invece, i successi sono condivisi.
Detto questo, non ho voluto scrivere questo articolo per tirare l’acqua al mio mulino, ma solo per rendere omaggio a due allenatori di una certa età che stanno dimostrando il loro valore in questo calcio MODERNO E STRESSATO.Gigi Cagni
Reja – Del Neri : omaggio all’esperienza
2 novembre 2010Il mio Staff
9 novembre 2009Per completezza d’informazione voglio presentarvi anche i miei due collaboratori con cui, tramite questo blog, potrete interagire e fare domande specifiche riguardanti i loro ruoli e quindi le conoscenze delle materie di cui si occupano nell’ambito dello Staff. Tengo a precisare che un’ allenatore senza dei collaboratori validi e professionali, oltre che a giocatori con buone qualità tecniche e una società forte, non potrebbe vincere niente. Per quanto riguarda la preparazione fisica è da 20 anni al mio fianco il Prof. Alberto Ambrosio con cui ho iniziato nella primavera del Brescia. Profondo conoscitore dei mezzi per sviluppare al meglio tutti i tipi di forza che vengono utilizzati dal calciatore nella gare e per tutto il periodo del campionato (se volete conoscere meglio le sue teorie e lo sviluppo di esse, leggete il libro in vendita in internet andando sulla bacheca del blog). L’altro importante collaboratore è Fabrizio Lorieri, allenatore specifico dei portieri e consigliere tattico. A questo punto però, non posso dimenticare in questa presentazione, colui che ha fatto lo stesso ruolo di Lorieri per 15 anni permettendomi di arrivare a grandi successi soprattutto a Piacenza e cioè GianNicola Pinotti che, con grande onestà professionale quando ha capito di non riuscire più a reggere lo stress di questo mestiere si è ritirato consigliandomi come successore Lorieri. Vi posso assicurare che è stata una fortuna potere lavorare con queste persone che sono state determinanti non soltanto per la riuscita nei successi sportivi ma anche per la mia crescita come uomo.
Gigi Cagni