Ecco il link del giornale da cui è stato estratto l’articolo: http://digital.nesoccerjournal.com/nxtbooks/seamans/nesoccerj_201411/#/32
3 Novembre 2010: 1 anno di Blog
1 novembre 2010Tanti Auguri al nostro Blog che in questi giorni festeggia un anno di vita
Un anno fa nasceva questo blog, la mia curiosità era grande, l’impegno anche.
Prima di iniziare avevo mille perplessità perché,come sempre,voglio fare le cose con professionalità e competenza perché tengo molto alla mia immagine di tecnico esperto e conoscitore di tutto quello che riguarda l’immensa sfera di conoscenze calcistiche.
Quindi ,oltre ad avere timore, avevo la curiosità di vedere la risposta di chi avrebbe letto il blog e interagito con me.
Con grande gioia,oggi,ho il piacere di poter dire che ha funzionato.
Lo posso dire perché le 40000 visite da tutto il mondo lo dimostrano. Quindi il mio intento è di proseguire questa esperienza che mi ha gratificato sia come allenatore che come uomo.
Questa occasione mi permette di RINGRAZIARE Marco e Fabio per avermi convinto a realizzarlo e grazie a tutti quelli che hanno avuto il coraggio di pormi le domande e farmi fare l’allenatore ,anche se in modo MEDIATICO,con la stessa passione di quando sono sul campo.
A presto.
Gigi Cagni
Rai: Addio Moviola
27 luglio 2010In attesa che il Mister torni fra noi, pubblichiamo una notizia di grande attualità in questi giorni che stà a dimostrare che forse qualcosa si stà muovendo.
(tratto da LaStampa) La Rai dice basta alla moviola nelle trasmissioni sul campionato di calcio. La consueta rubrica che analizzava i casi controversi di serie A e serie B sarà sostituita da approfondimenti tecnici, a scopo didattico, affidati non più ai noti ex arbitri.
La notizia è riportata da un quotidiano e confermata dal presidente della Rai, Paolo Galimberti, che ha già espresso la sua approvazione per la decisione presa dal direttore di Rai Sport Eugenio De Paoli.
Le immagini televisive serviranno solo a chiarire la norma applicata in quel determinato episodio, ma senza dare spazio al solito dibattito per «pensare ad un calcio meno urlato e più ragionato» spiega Galimberti. Il commento sarà affidato ad esperti dei regolamenti, che potrebbero anche essere suggeriti dall’Associazione italiana arbitri. Ogni domenica, verranno mostrate le immagini di tre-quattro casi e non di più.
Spiegare il calcio attraverso la tecnica e la tattica e non con polemiche buone solo a tirare fuori al tifoso il peggio di sè. È questa la filosofia che ha portato il direttore di Rai Sport, Eugenio De Paoli, a dire basta alla moviola come annunciato dal presidente della Rai, Paolo Garimberti. «Ma noi – spiega De Paoli – non ignoreremo i fatti: tanto che è in arrivo un accordo in esclusiva con l’associazione italiana arbitri per istituire la Cassazione, un organismo che analizzerà e spiegherà, regolamento alla mano, tre casi controversi per turno di campionato individuati da noi della Rai».
Il primo a mandare i complimenti al direttore della svolta, Eugenio De Paoli, è stato Pierluigi Collina. Una vita sotto la lente d’ingrandimento del ralenty, l’attuale commissario arbitrale Uefa ha mandato in mattinata un sms di complimenti a De Paoli, felicitandosi perchè per la gente questo può significare «il ritorno al piacere di sentire parlare di calcio». «È fondamentale che uno strumento come la tv contribuisca a fare cultura calcistica. Il concetto della “Cassazione” mista Aia-Rai, ovvero una chiarificazione sulle interpretazioni regolamentari, è importante per quello che può significare non solo in serie A ma anche tra i ragazzini», ha spiegato l’ex designatore arbitrale. «Lo scopo non deve essere – ha continuato – quello di evitare di parlare di arbitri, ma di evitare la ricerca spasmodica dell’episodio da rilevare per fare polemica. In ogni gara si cercano 4-5 episodi, questo non avviene in nessun altro paese oltre all’Italia. E da responsabile della commissione arbitrale dell’Uefa mi fa piacere che anche nel nostro Paese ci si sia resi conto della stortura di questo stato di cose».
Anche Marcello Nicchi ha apprezzato la svolta della Rai. Il presidente dell’Associazione italiana arbitri (Aia) «plaude alla iniziativa oggi comunicata dalla Rai. Lascerà spazio alla visione di gesti tecnici e atletici, abbandonando così le polemiche che scaturivano da commenti e dibattiti da Bar Sport attorno alla moviola, deleteri per la crescita dei nostri arbitri e dei giovani calciatori. L’Aia si rende disponibile a dare il proprio contributo alla rivoluzionaria iniziativa culturale».
Stadio Ballarin: 7 giugno 1981, per non dimenticare
7 giugno 2010tratto da il segnale.it
SAN BENEDETTO – La spiaggia era già gremita di turisti. I “pappagalli” erano già in cerca delle prime prede estive, le prime tedesche, due gemelle di Bergamo, le francesine. Ma la Samb è la Samb. «Bella di babbo, ci vediamo dopo cena. Forse. La Samba torna in serie B. Non ci sono per nessuno!».
Inizia così la domenica del 7 giugno 1981 per un gruppo di ragazzi sambenedettesi. E’ il grande happening di tutti coloro che hanno nel cuore i colori rossoblu. Già dalla mattina il lungomare e le vie cittadine si riempiono di auto, camion, ed anche trattori con a bordo gente esultante. Il mitico “Frangì di Barabba” ha tirato fuori la tromba d’ordinanza, quella dei tempi migliori. Classico appuntamento al Chicco d’Oro e poi corteo rossoblu verso il Ballarin.
Passa un camion con alcune persone. «Suvete, ieme!». Lasciamo il gruppo e si sale. E’ tutto un coro: «Samba, Samba». Giro lungo, si passa sotto la curva sud, ecco i distinti, con le persone sporte dal parapetto ad applaudirci, la curva nord, la tribuna. Ed alla fine si torna al “Tempio del Tifo”: la Sud del Ballarin, la Fossa dei Leoni.
Zenga, Tedoldi, Cavazzini, Schiavi, Bogoni, Cagni, Caccia, Ranieri, Perrotta, Colasanto, Speggiorin. E’ la Samb di Nedo Sonetti che torna in serie B dopo solo un anno di inferno in C1. La terza promozione della storia. Si entra al Ballarin. L’avversario di turno è il Matera, già retrocesso, con “Baffone” Casiraghi (eloquente la figurina Panini) tra i pali. Una passeggiata di salute, i giochi sono fatti. Classico posto, in alto rispetto ai tamburi già belli e allineati. E’ tutto pronto per la serie B. Fumogeni, carta, tanta, troppa, sui gradoni. Che la festa abbia inizio. Il mitico Sciarretta (lo speaker del Ballarin) ha già lanciato il classico spot: «Bulova Acutron, l’orologio dell’era spaziale, Gioielleria Fenocchi vi offre le formazioni che tra poco scenderanno in campo».
Cielo sereno, temperatura estiva, classica brezza di mare. Il massimo per una festa. Ed invece ecco, all’improvviso un caldo”strano”, troppo. Il fuoco si alza in piena curva. Che sta accadendo? E’ un fuggi fuggi generale. Il caos totale. Perdo la maglia e resto con solo le bermuda. E’ un attimo. Il cancelletto della curva sud è chiuso, non si trovano le chiavi. C’è chi si arrampica sulla rete di recinzione, chi va controvento saltando le fiamme. Nessuno si accorge della tragedia che si sta consumando. Il tempo scorre inesorabile, sembra eterno. Ed invece, tutto dura un attimo.
Nessuno si rende conto di ciò che è realmente accaduto. Anzi, la partita inizia e si torna a fare tifo: «Samba, Samb. Torneremo in serie B». Ma Sciarretta inizia una impressionante litania: «Il signor X è desiderato all’uscita della tribuna, la ragazza Y è attesa dai genitori fuori dai distinti, il bambino Z (che poi tanto bimbo non è perché al secondo anno di Liceo Classico, il quarto conteggiando i due di ginnasio – ndr) è atteso dalla mamma fuori dagli spogliatoi».
E’ un continuo. Da dentro la curva sud non si percepisce la tragedia. Finisce 0-0. La Samb torna tra i cadetti. Esco esultante dal Ballarin e la prima persona che incontro è mia sorella, la più grande, con mio fratello, il più piccolo. «Siamo in serie B» gli urlo esultante. La vedo bianca in volto. Era ai distinti, aveva visto tutto. Non mi risponde. Mi guarda con le lacrime agli occhi. Allora, soltanto allora, forse, mi rendo conto di ciò che era accaduto.
La tragedia! Nell’incendio del Ballarin sono morte due ragazze: Maria Teresa Napoleoni e Carla Bisirri, decine di tifosi ustionati, di tutte le età. E sono passati 29 anni, quasi un’eternità, ma il ricordo è sempre vivo e non mi abbandonerà. Mai.
Finale Coppa italia 2010 di calci
6 Maggio 2010Come sempre mi sono messo comodo sul divano a guardare la finale di Coppa Italia.
Come sempre senza tifare per nessuno.
Ho questa fortuna di riuscire a essere neutrale e quindi rimanere obiettivo nel giudizio e valutare chi gioca meglio al di là del risultato. L´Inter ha meritato la vittoria ma, purtroppo,non è stato il gioco delle due squadre a farmi avere delle emozioni e godere di uno spettacolo calcistico. Le sensazioni che ho avuto, penso, raramente di averle provate.
Ero esterrefatto e allibito per quello che era il comportamento da parte di tutti i giocatori. Chiaramente non mi riferisco a gesti tecnico-tattici ma alle loro continue intemperanze e proteste nei confronti dell´arbitro o dell´avversario, alle simulazioni, a falli senza senso e all´essere,costantemente pronti alla rissa.
Non parliamo dell´invasione finale, sarò curioso di vedere se l´invasore farà un giorno di galera.
Certamente non è stato uno spettacolo degno di una finale di Coppa. Alla fine della gara ho avuto una sensazione di disgusto, non riuscivo a pensare e a valutare quello che avevo visto sotto il profilo prettamente calcistico. Mi sembrava tutto irreale, non era possibile che non riuscissi a valutare la partita per l´aspetto del gioco perché prevalevano tutti quei comportamenti, secondo me antisportivi, che avevo visto in campo. Ho pensato anche all´insegnamento, che una partita così,potesse trasmettere ai giovani. Possibile che non si riesca a vedere gare di pallone anche agonisticamente accese ma senza comportamenti che esasperino e accendano gli animi sia in campo che fuori? Ma cosa è diventato il calcio in Italia, una battaglia?
Un modo di sfogare i propri istinti più repressi? La spettacolarizzazione di gesti inconsulti che non hanno niente a che vedere con la tecnica?
Non è possibile che ad ogni fine gara si debba parlare solo di episodi da moviola per valutare la gravità dei falli o delle reazioni da parte dei giocatori e non di azioni belle che possono migliorare la nostra conoscenza.
Che ci permetta di iniziare discussioni di carattere unicamente tecnico-tattico dell´incontro. Non credo di avere mai somatizzato in modo così disgustato una partita di calcio.
Mi chiedo se sono solo io che ho avuto questa reazione, magari perché è tanto tempo che non alleno e sono un po´ arrabbiato e quindi condizionato emotivamente. Sta di fatto che ho delle sensazioni istintive di qualche cosa che non mi sta piacendo e che se non ci saranno cambiamenti ci porterà a un punto di non ritorno. L´esasperazione degli eventi non può certamente portare al piacere di viverli per quello che sono.
Una partita di calcio deve rimanere UNA PARTITA DI CALCIO, il campanilismo e gli sfottò vanno bene, le risse e le invasioni NO.
Ogni componente deve farsi un esame di coscienza e porre rimedio cambiando i propri comportamenti.
L´unico deve essere di valorizzare lo spettacolo per fare tornare le partite di calcio degli eventi sportivi e non campi di battaglia dove ognuno si crea le regole per i propri scopi.
GIGI CAGNI
Amarcord: Sampdoria Sambenedettese 1981
14 aprile 2010Ringraziamo per le immagini la Tv di Genova Primocanale sport.