Scusate il ritardo, ma gli obblighi contrattuali con la Sampdoria mi impedivano commenti sul campionato.
Oggi, però, guardando Udinese-Napoli mi è venuta una considerazione calcistica che non credo creerà problemi di suscettibilità da parte dei miei “datori di lavoro”.
All’Udinese arriva un allenatore (Gigi De Canio) che nella preparazione della gara con il Napoli decide di fare marcare “a uomo” Jorginho da parte della seconda punta e, nella fase offensiva, attaccare le fasce laterali con lanci e cambi di campo per cercare l’uno contro uno e riuscire a crossare.
Nel progetto della verticalizzazione e il cambio campo c’è stata la seconda fase, immediata, di accorciare e attaccare sulla seconda palla.
Niente possesso palla? Ma dai!!! Allenatore antico?
No pragmatico e conoscitore di tutti gli aspetti del calcio.
E’ stata, purtroppo, anche la settimana della morte di Johan Cruyff che “ha permesso ai pù giovani” di vedere come giocava sia l’Ajax che l’Olanda degli anni 60.
Magari qualcuno si sarà stupito di vedere che si faceva il pressing, il fuorigioco a metà campo e che si giocava a tre tocchi, ah! E che gli attaccanti erano i primi difensori.
Il settore giovanile costruiva, al proprio interno, i propri campioni con organizzazione sia tecnica che di progettazione con allenatori e strutture adatte.
Tornando alla partita sopra citata se il risultato non fosse stato positivo Gigi sarebbe stato tacciato per “difensivista e antico” quando , invece, ha fatto quello che un allenatore esperto sa fare in riferimento alla forza della propria squadra ma, soprattutto, all’umiltà di sapere giudicare la differenza delle forze in campo.
Questo fanno l’esperienza e la CONOSCENZA COMPLETA DELLA MATERIA.
Non è certamente un articolo polemico perché non è nelle mie intenzioni, ma una considerazione di quello che sta avvenendo nel nostro calcio.
Abbiamo giovani allenatori di grande qualità e conoscenza del calcio ma troppo legati alle mode e al non voler fare la scalata al successo professionale un gradino alla volta.
Gigi Cagni