L’Aiaccio ha esonerato Ravanelli, e fino a qui niente di nuovo, se non che un suo giocatore ha, poi, fatto delle dichiarazioni che mi sono sembrate un po’ pesanti.
Ha dichiarato che lo staff dell’allenatore proponeva integratori, leciti naturalmente, e che lui non ha mai voluto prenderli.
Non voglio entrare nella polemica fra i due professionisti anche perché sono certo che Ravanelli voleva che prendessero integratori permessi dalla Federazione Medico Sportiva.
Voglio solo entrare in questo argomento che mi sta a cuore da sempre.
Mi sono sempre appassionato allo studio dei mezzi più idonei per una prestazione psico-fisica di alto livello nel calcio.
In tanti anni di professione, prima da calciatore(20 anni) poi da allenatore(23 anni), mi sono convinto che il cibo e il recupero, con un adeguato allenamento naturalmente, sono determinanti per le prestazioni fisiche.
Se queste due componenti sono fatte al meglio non c’è bisogno di altro.
Poi 13 anni fa ho conosciuto il Dott. Romano Aronne che aveva introdotto in Italia il sistema alimentare denominato “Zona”.
Nei primi insegnamenti c’è un concetto base che ti accompagna per sempre e cioè che “il cibo è una medicina” che non sono necessari aiuti per ottenere prestazioni adatte alle proprie esigenze.
Questa educazione deve partire, come sempre, dal basso anche se non può essere recepita al meglio se dall’alto i messaggi sono diversi e si pubblicizzano aiuti anche se leciti.
Anni fa mi impressionò un sondaggio che fece il Corriere della Sera.
In una scuola superiore chiesero quanti sarebbero stati disposti a “drogarsi” per avere successo in pratiche sportive.
Il 70% disse che era disposta a farlo, avrebbe dovuto fare riflettere chi ha delle responsabilità ma non se ne sentì più parlare da nessuna istituzione e la cosa finì così.
In tutte le squadre che ho allenato ho cercato, sempre, di fare capire che se un atleta ha un’educazione alimentare adeguata, impara a recuperare lo sforzo fisico (allenamento o gara) e beve 2-3 litri di acqua al giorno, non ha bisogno di altro.
Sono pronto a confrontarmi con chiunque sostenga che se si fa uno sforzo fisico di alto livello, si debbano assumere aiuti energetici.
Gli interessi commerciali possono andare di pari passo con la salute basta puntare sull’educazione alimentare più naturale e corretta iniziando dai giovani sportivi.
Gigi Cagni
buonasera mister mi fa piacere che ci siano delle persone competenti e che si documentano anch’io sono un allenatore con patentino Uefa B e condivido pienamente l’evoluzione culturale dettata dalle nuove introduzioni sulla nutrizione seguo da parecchio tempo i consigli del Dott. Aronne Romano ed ho consigliato spesso ai giocatori che ho allenato e continuo ad allenare di cambiare alimentazione e provare a seguire un regime alimentare migliore per avere delle prestazioni migliori, purtroppo mister c’è ancora troppa ignoranza in materia ed è difficile modificare le abitudini dei calciatori . Continuo comunque a non mollare e a dedicare sempre uno spazio per introdurre tutto ciò ..
La ringrazio e le auguro ancora di poter allenare in futuro.
Allenerò sicuro perché la mia passione e integra. Grazie per l’augurio.
Carissimo mister, quando ha messo i giocatori dello Spezia in dieta a zona si sono visti i risultati. Ricordo uno Stefano Okaka dimagrito e strepitoso, così come Raffaele Schiavi. L’hanno fatta tutti? Come hanno reagito e soprattutto come faceva a farli alimentare ogni cinque ore?
L’hanno fatta in 12, fra cui okaka. Ci hanno creduto e mangiavano ogni 4 ore senza difficoltà. Comunque anche gli altri avevano cambiato modo di alimentarsi anche senza fare la Zona.
Nel programma scolastico si dovrebbe inserire anche l’educazione alimentare…qualche ora in meno di matematica e altre materie e qualche ora in più di sport e arte.
Quello che mi sembra non sia stato messo nella dovuta evidenza in aggiunta al concetto condiviso che “il cibo è una medicina” è la necessita di reintegrare l’equilibrio idrico e salino durante e soprattutto dopo uno sforzo da prestazione agonistica a qualsiasi livello, per recuperare in tempi brevi le forze; intendo dire che si bevono pochi liquidi alle volte mai e questo secondo me che non sono esperto in materia, è una primaria carenza fisica ed educativa; gli atleti bevono poco, non è necessario andare alle terme per stare bene, basta volerlo lo si può fare dopo la gara o nelle sedute di allenamento; conosco gente dello sport che beve il minimo indispensabile e quando devono sostenere uno sforzo si aiutano in maniera lecita ma poi la loro stanchezza è cronica, il loro recupero lungo.
Oggi più che mai visto che abbiamo la percentuale di obesità giovanile fra le più alte al mondo.
La differenza sta nella durata della competizione, i ciclisti corrono anche per sei ore di fila in salita e in pianura, che anche se non arrivi tra i primi è sempre un grosso dispendio di energie fisiche e mentali mentre i calciatori solo 90 minuti normalmente con possibilità anche di camminare e quindi di recuperare; credo che assumere sostanze dopanti nel ciclismo non sia la stessa cosa che nel calcio o quanto meno non danno la stessa resa per cui ritengo che nel calcio se ne possa fare tranquillamente a meno se la preparazione e la forma hanno raggiunto livelli soddisfacenti; poi se qualcuno nel calcio vuole provare lo stesso il pubblico lo noterà subito per come gioca anche dagli errori che di solito non commette.
Allora,mi devi spiegare perchè nel calcio , non si può o non si fa o non conviene fare l’antidoping come nel ciclismo! Se non hanno niente da nascondere…E comunque non centra niente la durata della gara…qui si parla di prestazioni in generale a seconda della disciplina. Ma tu credi veramente che nel calcio non ci sia o ci sia stato forme di doping? Leggiti qualche libro scritto da ex calciatori del passato degli anni 6O-70, resterai scioccato dalle loro testimonianze a proposito di farmaci miracolosi…
Porte aperte ai controlli anche nel calcio e quindi se c’é qualcosa da scoprire che finora è rimasta nascosta vale la pena di sapere chi sono e cosa prendono come nel ciclismo; secondo me faticare per 6 ore in un mondiale o mediamente 4 ore in una corsa a tappe non è la stessa cosa dal punto vista del consumo di energie che nel calcio dove, se ci hai giocato lo saprai, quando ti senti stanco, con il fiatone, puoi sempre trovare il momento giusto per recuperare; nel ciclismo devi pedalare sempre anche in salita talvolta; faccio questa distinzione perché, ripeto, nel calcio se si è in buona condizione di salute e di forma atletica ricorrere ai farmaci o sostanze che aiutano la prestazione, per me non è produttivo né conveniente farlo; peraltro il pubblico conoscendo tutto dei giocatori se ne accorgerebbe subito anche senza controlli antidoping che, ripeto, siano benvenuti; quanto ai giocatori del passato pur non avendo letto i libri come te al riguardo, non metto in dubbio che hanno fatto uso di sostanze proibite o miracolose allora in maniera ancora più pericolosa perché mancavano i controlli medici che ci sono adesso dei sanitari delle squadre; purtroppo per molti di questi giocatori le cose non sono andate a finire bene; il mio dubbio è che questi calciatori di allora se prendevano “qualcosa” era perché non avevano la forma o chiedevano al loro fisico risultati superiori alle loro capacita di atleti; recentemente ho sentito alla televisione un calciatore, grande campione degli anni sessanta confidare che lui le pastiglie le ha sputate fuori. Ora credo che non ci sia ancora questo scenario anche perché nel calcio soprattutto di casa nostra con la zona ed il giro palla esasperati, si corre poco, si tende a risparmiarsi preferendo stare fermi in difesa piuttosto che marcare a uomo che richiede fatica.
P.S. – Dimenticavo l’elemento velocità nelle corse ciclistiche che raggiungono anche la media di 40 km all’ora e oltre. Buona notte.
In quegli anni non c’era il doping e, per quelle che sono le mie conoscenze, solo nelle competizioni internazionali c’era l’uso di sostanze dopanti. A quei tempi il calcio nazionale non aveva necessità di aiuti perché era veramente a velocità ridotte.
dipende quanto sono ottimali queste prestazioni o meglio se bastano…per raggiungere i risultati prefissati! Ripeto, nel ciclismo se si vuole gareggiare ad alti livelli, e vincere, quella è la strada… Del resto testimonianze negli ultimi anni ce ne sono state, e parecchie mi sembra. Ed io continuo a pensare che neanche il calcio non sia esente da tutto questo, non credo sia un isola felice, incontaminata. Perchè non fanno fare gli stessi controlli ai calciatori, quelli che subiscono i loro colleghi ciclisti..??
Provi a fare il giro d’Italia senza prendere niente…dopo ne parliamo! E anche nel calcio nutro parecchi dubbi
Io so che si possono avere prestazioni ottimali senza prendere niente ma bisogna avere, anche, le qualità fisiche e tecniche per ottenerle.