A e B: prime impressioni


Come ho sempre detto, e chiesto, alle società che mi hanno ingaggiato, si devono aspettare almeno 8-10 gare per giudicare sia, la probabile evoluzione del campionato  che quella di una singola squadra.

Fortunatamente io non sono né un presidente e nemmeno faccio parte di quei media che in poche settimane riescono a capire che tutto andrà a rotoli e che si deve cambiare.

Non so nemmeno perché nel periodo estivo sono tutti a sottolineare il fatto che il nostro campionato è il più difficile, ma lo è altrettanto la costruzione di una squadra che necessita di tempo per trovare gli equilibri giusti, che bisogna fare giocare i giovani, che il mercato fino a fine agosto porta degli scompensi proprio nella gestione tecnico-tattica e che qualsiasi programmazione ha bisogno di TEMPO.

Tutto, poi, viene dimenticato in funzione del risultato.

Perciò solo oggi riesco a dare un primo giudizio, naturalmente personale, su quello che ho visto in questi mesi.

Partiamo dall’aspetto tattico.

Sia in A che in B, nella maggior parte delle squadre, vengono usati  il 3-5-2 o il 4-3-3 (o 4-3-1-2).

Mi sono chiesto il perché.

Escludendo, fortunatamente, che sia per moda penso derivi dal fatto che non c’è molta qualità sia a livello di personalità che specifica del ruolo nei moderni difensori.

Sono molto più bravi nella costruzione del gioco ma estremamente carenti nella specificità dell’essere per prima cosa difensori.

In spazi ampi hanno difficoltà sia nella posizione di reparto ma, soprattutto, nel sapere marcare l’uomo in tutte le situazioni degli ultimi 25m.

I miei colleghi più esperti hanno optato per questi moduli che permettono di restringere gli spazi e fare sentire più sicuri i tre difensori per svolgere al meglio il loro ruolo.

Perché ho detto i più esperti? Perché molti dei giovani fanno rimanere a tre dietro in tutte e due le fasi prediligendo esterni più offensivi e c.c. di qualità tecniche più propense alla fase offensiva che difensiva.

Sperando che gli diano il tempo di capire che ci vogliono equilibri in tutte e due le fasi, sono convinto che, intelligentemente, capiranno la necessità di cambiare convinzioni e apportare le giuste correzioni altrimenti, secondo il mio modesto giudizio, non avranno i successi sperati.

Spero sempre di avere torto quando parlo di certi argomenti ma, l’esperienza di 40 anni del nostro calcio, mi fa optare per questo tipo di previsione.

Tutto potrà essere capovolto nel momento in cui tutti saremo d’accordo sul fatto che il risultato non debba essere la cosa principale da giudicare.

Per quanto riguarda l’aspetto fisico ho più difficoltà.

In A, per motivi economici e di calendari, quasi tutte le squadre giocano gare amichevoli in fretta e quindi non possono costruire molto i sistemi energetici basilari.

Tutto questo porterà ad avere più facilità di infortuni (poi su questo argomento scriverò qualche cosa riguardo a quello che DOVREBBERO fare i calciatori per diminuire tale rischio) e cali di forma durante la stagione.

E’il motivo per cui, giustamente, gli allenatori di squadre con obiettivi importanti chiedono organici ampi e, soprattutto, l’aiuto sulla gestione da parte delle società.

Chi riesce a fare questo vince, o ci va molto vicino.

Quindi a oggi non riesco a valutare questo aspetto perché ha troppe varianti e ogni allenatore ha sicuramente fatto scelte diverse che potranno essere valutate meglio, secondo me, nel girone di ritorno.

In B, invece, ho visto squadre che hanno già sviluppato grandissime intensità e altre meno.

In questo caso io penso che, per i motivi indicati all’inizio, ci siano tecnici che hanno lavorato un po’ meno per partire più veloci, col rischio di pagare poi in termini di prestazioni magari nel girone di ritorno.

Altri invece, più sereni nel proprio ambiente, hanno optato per una preparazione più PESANTE rischiando la partenza diesel ma che, in teoria, porterebbe a non avere grossi cali in un campionato così lungo.

Queste sono state le mie prime impressioni generali nella valutazione dell’inizio dei nostri principali campionati.

Durante lo svolgimento vedremo lo sviluppo degli argomenti che saranno più interessanti da trattare.

Gigi Cagni

23 Responses to A e B: prime impressioni

  1. giorgio pivotti ha detto:

    Per Albero Berruti e Cristian
    Dopo un po’, da aprile scorso, ho inviato un nuovo commento pubblicato dal Secolo XIX sui gol presi dal Genoa contro la Roma, tutti evitabili che trascrivo anche per Cristian per sua ammissione tifoso della Sampdoria di cui ho pure commentato gol del genere fin da quando c’era Mazzarri.
    “Non intervengo da qualche mese ma i gol subiti dal Genoa questa sera, tutti evitabili, per la loro solita, nota serie di errori difensivi mi hanno spinto a farlo visto che continuano a penalizzare di molto la squadra.
    Totti segna ma Bovo deve imparare a guardare la palla se vuole opporsi al tiro senza farsela passare in mezzo alle gambe.
    Osvaldo segna ma chi lo marcava, forse la zona attaccando la palla; occorre marcare a uomo applicando la difesa elastica con il controllo visivo attivo; e poi Bovo sbaglia ad entrare al volo girandosi in quel modo invece stare in posizione frontale attiva.
    Osvaldo segna senza essere contrastato nella marcatura; si preferisce guardare la palla proveniente dal corner.
    Lamela segna ma Granqvist che fa, lascia sfilare la palla scansandosi, schivandosi? E la P.F.A.?
    Incredibile.
    Cordiali saluti.”
    L’ho inviato prima della notizia del’esonero di De Canio sostituito da Del Neri che nella Sampdoria ma anche nella Juventus gol evitabili ne ha presi tanti con le sue squadre essendo un fautore fin dalla prima ora del gioco a zona, che lascia ai suoi difensori la libera interpretazione ed applicazione dei dispositivi tattici della zona stessa durante il gioco.
    Non aggiungo altro se non augurare al Genoa ogni fortuna per il prosieguo del campionato anche se nutro qualche perplessità sulla tenuta della difesa proprio a causa della zona e dei giocatori che si girano sui tiri contro problemi non risolti da Del Neri al quale peraltro va riconosciuto il merito di valorizzare più di altri colleghi le ali, vedi con Semioli, nella fase offensiva; certamente con lui le ali non sono scomparse.
    Paragonando i difensori tutti della linea come fossero dei liberi per indicare che stanno a guardare solo palla e portatore scordandosi di marcare, atteggiamento assunto praticamente dall’introduzione della zona per il quale ho proposto la relativa soluzione tattica mediante il controllo visivo attivo con un articolo specifico pubblicato sia sul Notiziario sia su L’Allenatore già nel 1989, è un po’ riduttivo.
    Lascerebbe sottintendere uno svilimento di tale importante funzione tattica difensiva per effetto della zona che con la linea ha finito per cancellare, anche se non del tutto in quanto chi gioca a uomo o propone come il sottoscritto la difesa elastica, il libero sta dietro e continua ad essere una delle figure cardini, insostituibili in difesa per la visione del gioco, per la diagonale, la copertura finale sull’attaccante che si presenta davanti alla porta dopo aver vinto l’uno contro uno, in una parola per non prendere gol evitabili e non solo.

    • Cristian ha detto:

      Giorgio che intendi dire che sono della Samp commentando gli errori del Genoa? Che ne sono contento? 🙂

      A me dispiace per De Canio che lo ritengo un ottimo allenatore…posso essere d’accordo con te sui gol evitabili, ma i difensori del Genoa non sono un gran che…..ma Del Neri potrà fare il 4-4-2?? Boh…vedremo….

      • Cristian ha detto:

        …dimenticavo, del Toro che ne pensi?

      • giorgio pivotti ha detto:

        Cristian nel riportare il mio commento ho voluto informare per primo Albero Berruti come tifoso del Genoa ma anche te che la materia la conosci, come tifoso della Sampdoria per dirti che ancor prima quando c’era Mazzarri avevo iniziato proprio con la tua squadra del cuore a fare questo tipo di rilevazione tecnico tattica sui gol evitabili subiti dai blucerchiati dopo essere stato chiamato in causa da un giornalista del Secolo XIX che in un suo articolo aveva parlato di un nuovo modo di marcare a uomo l’avversario con il CVA, qualche anno dopo è venuto il Genoa.
        Ripeto giocando a zona i difensori del Genoa a mio avviso sono penalizzati e Del Neri applica una zona rigida e sistematica.
        Quanto al Torino non ha ancora espresso completamente il suo potenziale di gioco forse risente ancora un po’ del passaggio dalla Serie B ed è alla ricerca della sua vera identica di squadra.

        • Cristian ha detto:

          Gigi? Mister ma lei ora è Gigi o Overg50?

        • Cristian ha detto:

          La mano di Ventura si vede però….intendevo soprattutto per la fase difensiva, è una delle migliori difese…..

        • alberto berruti ha detto:

          Manca a mio parere proprio il fondamentale del saper marcare l’uomo nelle varie situazioni di gioco che si vengono a creare. Io ho sempre pensato che la zona fosse marcamento “a uomo” in una determinata “zona”, ultimamente mi sembra si insista troppo sul movimento corale della difesa a discapito del compito principale del singolo difensore.

          Sul Genoa: stiamo diventando una delle peggiori Società italiane, De Canio è la vittima sacrificale di una serie di errori e scempi dirigenziali e ha tutta la mia stima. Del Neri è un ottimo tecnico ma non durerà molto senza un progetto, da noi l’unico progetto è la ricerca delle plusvalenze.

          • giorgio pivotti ha detto:

            Concordo e se posso cerco di essere più preciso e circostanziato sulla tua osservazione a proposito della zona e del marcare l’uomo nella zona.
            La tendenza in atto non da adesso di optare, di preferire il meccanismo corale e sincronizzato della difesa nell’applicare la zona ha una sua giustificazione che secondo me sta nel vantaggio di sostenere meno fatica, dispendio di energie ricorrendo alla linea, all’attacco alla palla, al fuorigioco piuttosto che stare, seguire l’attaccante con una marcatura a uomo, scelta tattica che indubbiamente richiede una maggior mole di lavoro, di vigoria fisica, di movimento e di corsa a più direzioni. Inoltre, altro aspetto importante, sostenere che la marcatura a uomo va effettuata nella zona, nell’area di competenza assegnata è un discorso puramente teorico al quale neanche i fautori della zona credono perché è impossibile realizzare le due cose, marcare a uomo e nello stesso tempo attuare i principi tattici della zona, come ho sempre affermato.
            Il fondamentale per marcare a uomo in senso moderno ed elastico l’ho scritto e consiste nel mettere in pratica i seguenti due aspetti tattici difensivi, la corretta presa di posizione ed il controllo visivo attivo del diretto avversario che non mi dilungo a spiegare avendoli anche qui più volte descritti in dettaglio.
            Cordiali saluti.

          • Cristian ha detto:

            Bene, un’analisi che non fa una grinza….molto obiettiva.

  2. albero berruti ha detto:

    Saluti a tutti e in particolare al mister che ho avuto modo di apprezzare al mio Genoa.

    Mi sembra che la crisi del 4-4-2 classico sia anche dovuta a un deficit di completezza nei centrocampisti centrali di questo campionato. Si sta perdendo la figura di mediano capace di regia, interdizione e rifinitura che aveva caratterizzato l’avvento della zona e gli anni successivi. Cito in maniera sparsa gente come Ancelotti, Albertini, Corini, Sousa e molti altri che erano perfetti in un centrocampo “a due” proprio per la capacità di svolgere più compiti. Il miglior centrale di questo tipo, a mio parere, visto in Italia è stato forse Rijkaard che aggiungeva addirittura la capacità di inserimento. Attualmente vedo molti centrocampisti anche bravi ma molto specializzati, registi puri come Pirlo, incursori puri come Boateng o Marchisio, interdittori puri come De Jong. E’ normale a mio parere che con questo tipo di giocatori si giochi “a tre” e non “a due” poiché ognuno sa svolgere, magari anche bene, un solo compito.

    D’accordissimo sul discorso delle lacune in marcatura dei difensori, sembrano diventati tutti dei “liberi”, e anche sul problema della scomparsa delle ali, a cui non saprei dare davvero spiegazione.

    .

    • Cristian ha detto:

      La scomparsa delle ali credo sia una questione di mentalità del nostro calcio..poco propositivo e coraggioso….che dire del pari della Juve in Danimarca con una squadra semi-sconosciuta? Secondo me è il segnale della mediocrità del nostro calcio…nei settori giovanili tutti si riempiono la bocca che bisogna giocare, poi appena un ragazzo sbaglia un passaggio e si prende gol si passa in pratica al lancio lungo a sperare che i difensori avversari sbaglino….le prime squadre sono mal costruite, senza programmazione….poi possiamo ampliare i discorsi sui budget, gli stadi ecc ecc…..

  3. giorgio pivotti ha detto:

    Serie A – 8° giornata di campionato del 21 ottobre 2012: i gol evitabili segnati.
    Juventus vs Napoli 2 0
    Gol di Caceres evitabile, mancanza di marcatura a uomo dovuta alla zona con attacco alla palla per l’errore di Maggio;
    Gol di Podga evitabile, difensore si gira sulla punizione senza rispettare la P.F.A. per l’errore di Behrami.
    Lazio vs Milan 3 2
    Gol di De Jong evitabile, mancanza di marcatura a uomo dovuta alla zona con attacco alla palla per l’errore di Lulic;
    Gol di El Shaarawi evitabile, difensore si gira sulla punizione senza rispettare la P.F.A. per l’errore di Ledesma.
    Cagliari vs Bologna 1 0
    Gol di Nainggolan evitabile, mancanza di marcatura a uomo dovuta alla zona con la linea e attacco alla palla per l’errore di Abero.
    Atalanta vs Siena 2 1
    Gol di Reginaldo evitabile, mancanza di marcatura a uomo dovuta alla zona con la linea e attacco alla palla per l’errore di Lucchini;
    Gol di Bonaventura evitabile, mancanza di marcatura a uomo dovuta alla zona con la linea e attacco alla palla per l’errore di Neto.
    Inter vs Catania 2 0
    Gol di Cassano evitabile, mancanza di marcatura a uomo dovuta alla zona con la linea e attacco alla palla per l’errore di Alvarez;
    Gol di Palacio evitabile, mancanza di marcatura a uomo dovuta alla zona con la linea e attacco alla palla per l’errore di Fernandes.
    Genoa vs Roma 4 2
    Gol di Kucka evitabile, difensore si gira sulla punizione senza rispettare la P.F.A. per l’errore di Florenzi;
    Gol di Jankovic evitabile, mancanza di marcatura a uomo dovuta alla zona con la linea e attacco alla palla per l’errore di Balzaretti prima e Castan dopo;
    Gol di Osvaldo evitabile, mancanza di marcatura a uomo dovuta alla zona con la linea e attacco alla palla per l’errore di Bovo che si è anche girato sul tiro al volo.

    Cosa dire di fronte ai tanti simili errori ripetitivi di tattica individuale e di reparto senza considerare anche quelli con palla finita fuori o parata dal portiere? Che la colpa ricade innanzitutto sugli allenatori, professionisti compresi, responsabili della conduzione delle prime squadre, che questi stessi errori non riescono ad individuare in fase difensiva o li sottovalutano per seguire altri principi del loro credo calcistico in particolare la zona e le sue relative, rischiose applicazioni tattiche. E’ improprio, quasi un lavarsi le mani affermare sempre che le cause di questi errori vanno fatte risalire alle carenze d’insegnamento nel settore giovanile e pertanto che adesso non si ha tempo per stare dietro a queste cose…..
    Al riguardo ripeto il concetto già espresso in passato vale a dire che sono richiesti solo pochi minuti per ogni seduta di allenamento, se c’é bisogno di ribadirlo in caso di recidiva, per spiegare e suggerire come vanno corretti e quindi eliminati tali errori. L’importante è questo:
    primo, se dico ai miei giocatori che non devono girarsi sui tiri contro particolarmente in difesa, questa mia indicazione, raccomandazione, supportata da un apposito allenamento con analisi di come deve essere eseguita l’opposizione fisica alla palla in arrivo, va osservata da tutti;
    secondo, se non si vuole continuare a prendere gol del genere occorre cambiare maniera e mentalità tattica nell’affrontare la fase difensiva mettendo da parte la zona per la marcatura a uomo moderna, elastica, non quella degli anni cinquanta – sessanta; la trasformazione dei difensori da zonisti in marcatori a uomo è sempre possibile e si consegue anche in tempi brevi se si è capaci di operare adeguatamente.
    Grazie per l’attenzione.

    PS – Nuario hai perfettamente ragione ma non lo diciamo da adesso; l’analisi del tuo l’ultimo paragrafo è in sintonia con questo mio post.

  4. Nuario ha detto:

    Gent. Mister Cagni,
    sposo in pieno la sua analisi e le sue argomentazioni ma mi permetto di aggiungere qualche personale riflessione:
    1)il proliferare della difesa a 3 è dovuto anche alla mancanza (che sta diventando cronica e difensiva) di esterni difensivi bassi caoaci di fare bene le due fasi e di tenere bene la linea con ordine e pulizia;
    2)il poco tempo e le rose troppo larghe non consentono ai tecnici di dedicare il tempo e lo spazio opportuni alla tattica indviduale e di reparto con il conseguente risultato di dover optare per soluzioni tampone;
    3)schierare una difesa a 4 e voler tenere la squadra corta, aggressiva, stimolandola al pressing alto, costringe i difensori a dover giocare con 30,40 metri di spazio alle spalle, creando, spesso, uno sfilacciamento tra i reparti che fa perdere le distanze sia in lunghezza che in larghezza;
    4)quasi tutti i tecnici optano per un centrocampo a 3 (3-5-3, 4-3-3, 4-3-1-2, 3-4-1-2) per sfruttare i principi legati ai triangoli mobili e gestire meglio il possesso palla ed il palleggio (questo, a mio modesto parere rischia, però, di intasare la manovra al centro).

    • Cristian ha detto:

      Secondo me tutto questo cambiare, questa varietà di sistemi e moduli rischia di essere un segnale di mediocrità del nostro calcio….oltre agli esterni bassi….meglio ritornare a chiamarli terzini magari capiscono meglio le priorità dei compiti del ruolo…che comunque a livello di serie A mi aspetto che sappiano difendere e ad attaccare, altrimenti alleni, impara e poi vieni a giocare! Dicevo oltre ai terzini dove sono le ali vere?? Noi in Italia abbiamo avuto giocatori del calibro di Causio, B. Conti, Donadoni, Lentini…..e tanti altri magari non arrivati alla grande ribalta come Pagano, Berlinghieri, Turrini ecc ecc…..voglio mettermi a fare una piccola ricerca e vedere effettivamente quante ali abbiamo avuto negli ultimi 25 anni….secondo me c’erano ma poco utilizzate…..eppure le partite è più semplice vincerle sulle fasce…

      • overg50 ha detto:

        Caro Cristian l’errore è proprio quello di pensare come era un tempo. Non si può più perchè sono cambiate troppe cose(i media sopratutto)e,purtroppo,siamo noi a doverci adeguare cercando,con elasticità,di assemblare le due mentalità.

        • Cristian ha detto:

          Mister forse non mi sono spiegato bene…non intendevo far passare il messaggio “che una volta era meglio”; ma che l’assenza di terzini di qualità, l’assenza di ali di qualità, sono segnali di mediocrità del nostro calcio…cioè che non si insegna in modo completo e non si ha il coraggio di lanciare giovani talenti……che su 60 milioni di persone ci sono….si vedono molti ragazzi bravi in giro, in tutte le categorie….bisognerebbe chiedersi se è veramente tutta colpa loro che si sono persi….ad ogni categoria poi bisogna fare le debite proporzioni….

    • gigi ha detto:

      Tutto quello che hai detto,anche al punto 4,fa parte della fase difensiva che tutti devono adottare per fare il RISULTATO. Per quanto riguarda l’insegnamento specifico il problema è che non dovrebbero essere gli allenatori delle prime squadre a perderci del tempo ma nei settori giovanili. Per quanto riguarda il punto 3 tutto avviene perchè tutti fanno la linea senza i sostegni con diagonali o coperture e,nella maggior parte dei casi,non hanno uno dei difensori veloci. Non dico,poi,che in molti casi non sanno che non bisogna accorciare con la palla SCOPERTA.

      • Nuario ha detto:

        Gent. Mister,
        le sue parole sono musica per le mie orecchie. Collaboro con una Scuola Calcio del mio paesino ed insegniamo ai ragazzi (senza assillarli con la tattica, però…) che “marcare a zona” significa marcare l’uomo nella propria zona, non marcare l’aria…. Tifo Inter e ad inizio stagione ho visto degli errori tattici (sicuramente di gioventù) di concetto da parte di Stramaccioni: abbiamo preso goals evitabilissimi anche a difesa schierata proprio perchè si aggrediva anche a palla scoperta e non si scappava mai verso la propria porta. Il problema odierno è che i deifensori e le difese sono, troppo spesso, attratti solo dalla palla o dall’avversario.

  5. Giovanni ha detto:

    Interessante come sempre Mr,sono curioso di vedere ser effettivamente quello che lei pronostica,cioè la possibilità di un cambio in quelle formazioni con centrocampi particolarmente offensivi(fa riferimento alla Fiorentina di montella?).

    • gigi ha detto:

      Non specificatamente ma è sicuramente una di quelle compreso il Milan. La maggior parte,comunque,sono in B e non voleva essere una critica ma una constatazione. Vedremo nel tempo le evoluzioni. Oggi è ancora troppo presto.

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