Niente Alibi

30 marzo 2012

Era inevitabile che, avendo il blog e la squadra, gli argomenti andassero in quella direzione.
Dopo l’esonero di qualsiasi allenatore, in Italia, se ne dicono di tutti i colori.
Ognuno si sente in diritto di esprimere opinioni di ogni genere convinto di essere nel giusto.
Chissà perché chi parla di calcio dall’esterno ha sempre più conoscenze e certezze di chi lo pratica professionalmente.
Siccome è lo sport Nazionale e lo si è giocato o seguito da bambini si pensa di poterne discutere con cognizione di causa e, addirittura, con certezze che un professionista ha poche volte.
Tante volte ho pensato di andare in un posto di lavoro di qualsiasi tipo, mettere 20 euro e, per un’ora e mezza, criticare ogni  azione o decisione per vederne la reazione.
Provate a dire a un giornalista che non sa scrivere.
La risposta che vi darebbe sarebbe: ”Ma quando mai hai scritto un articolo, cosa ne sai tu di questo lavoro?”
Se si parla di calcio, invece, tutti sanno perché guardano la televisione, seguono internet e ascoltano opinionisti di ogni genere. Intendiamoci, ciò non vuol dire che non si possano esternare le proprie opinioni,  ma avere la presunzione di sentenziare senza averne reale competenza trovo sia sbagliato.
Infatti, le partite in televisione le guardo da solo perché mi da fastidio sentire continui commenti, che esprimono le famose certezze, su ogni azione.
Ho giocato 600 partite da professionista e mai nessuna è stata uguale all’altra, simili sì ma uguali mai.
In ogni partita ho imparato qualche cosa o, meglio ancora, mi ha stupito qualche cosa.
Poi ho provato e riprovato per crescere, per capire quale fosse la soluzione più giusta.
Fortunatamente, visto che le componenti che influiscono sono così tante da non potere fare statistiche certe, non sai mai se l’azione che tu fai possa avere sempre lo stesso risultato finale.
Simile certamente anche perché se la cosa funziona non è certo per caso.
Ho fatto la mia prima preparazione fisica nel 68, avevo 18 anni, con Silvestri che era un innovatore a quei tempi quando le velocità nel calcio erano molto ridotte, ma c’era molta più tecnica.
Poi negli, anni settanta, ho avuto diversi allenatori più o meno preparati dai quali, però, ho appreso sempre qualche cosa (con Seghedoni ho provato i 3 allenamenti al giorno con colazione alle 7 di mattina, montagna, ri-colazione, corsa in campo e il pomeriggio tecnico-tattico).
Dall’80 in poi, dai 30 anni, ho iniziato a scrivere tutti gli allenamenti riguardanti la preparazione fisica con la fortuna di avere avuto allenatori precursori in quel senso.
La cosa più importante è stata iniziare a valutare gli effetti che facevano su di me tutte le varie esercitazioni con il pensiero, già, che avrei fatto l’allenatore e quindi ragionare e valutare in prospettiva.
Ho avuto la fortuna di vivere TRE generazioni di calcio, quella prima di me, la mia e quella attuale perché ho smesso nell’88 a 38 anni e, quello che si fa oggi, non si discosta molto da quei tempi.
Poi ho iniziato a fare l’allenatore professionista, ho conosciuto il mio attuale preparatore e, insieme con pazienza, abbiamo costruito il nostro standard di programmazione della preparazione annuale che va a periodi.
In 23 anni ho fatto preparazioni dall’inizio del campionato e subentrando in periodi diversi.
Modificando sempre, conforme ai periodi e alle situazioni, sono riuscito a trovare un buon equilibrio per la resa, quasi certa, della maggior parte dei giocatori messimi a disposizione.
Direi che sempre le mie squadre hanno fatto finali di campionato in crescendo.
Faccio fatica a pensare che proprio a Vicenza, dopo avere trovato la soluzione giusta all’inizio, abbia sbagliato tutto da Natale in poi.
Comunque avrò l’umiltà e la professionalità di valutare il tutto alla fine della stagione guardando quelle che saranno le prestazioni della squadra.
State tranquilli che se riterrò di avere responsabilità importanti e determinanti riguardo a questo argomento, non avrò problemi a parlarne criticamente.
Questo per dire che nel calcio ci sono già poche certezze per chi lo pratica giornalmente, figuriamoci per chi lo vede da fuori.
Ricordatevi una cosa importante nella vita “Gli alibi non fanno crescere”.
Un abbraccio a tutti.

Gigi Cagni