Parto sempre da spunti che mi date voi che seguite il mio blog con assiduità. In questi giorni è uscito un termine, PERIODIZZAZIONE, usato da un noto allenatore in riferimento alla TATTICA. E’ da molto tempo che ho voglia di chiedervi, giovani allenatori o assidui lettori, perché è cambiato così tanto il linguaggio calcistico. Lo dico senza ironia o presunzione, lo vorrei sapere veramente. Perché non si chiamano più terzini, ali o stopper i quarti bassi o alti e i centrali? Qual è il motivo per cui si è cambiato? Secondo me tutto nasce da qui, il fatto per cui chi non parla in questo modo risulta antico o, meglio, non moderno. Che bisogno c’era di cambiare i termini per insegnare cose semplici e DA SEMPRE APPLICATE allo stesso modo? Mi sorge un dubbio: non è che si vuole buttare fumo negli occhi per vendere un prodotto NORMALE rendendolo eccezionale nascondendo le proprie incapacità? Devo dire che è più di un dubbio. Il risultato è che io, che alleno la prima squadra, devo insegnare la posizione corretta ai difensori, come si fa un contrasto, il cross agli esterni ecc…. Però se vado a uno stage ad ascoltare chi parla di calcio, i termini forbiti li sanno tutti. La televisione ha sicuramente contribuito a che i VENDITORI DI FUMO avessero spazi per alimentare più la teorizzazione, con un linguaggio che facesse stupore, che la pratica. Nel 90 ho fatto il corso di Prima Categoria a Coverciano, importantissimo se sfruttato nel modo giusto, su 30 allievi all’esame sono arrivato, mi pare, ventottesimo. Sono l’unico che ha allenato per 21 anni. Con questo non voglio dire che chi conosce i termini appropriati e conosce al meglio la teoria non sappia fare l’allenatore ma, allo stesso modo, non è che uno che non li usa sia obsoleto o addirittura non capace di fare un calcio brillante e spettacolare. Secondo me, nell’ultimo decennio, è stata la SPETTACOLARIZZAZIONE degli eventi a portare la confusione. Come sempre è difficile riuscire a scindere il bene dal male. Però mi immagino un allenatore che entra in uno spogliatoio, soprattutto di giovani, e parla con questi termini. Secondo me all’inizio stupisce (in confidenza l’ho usato anche io questo “trucchetto” proprio con l’intento di fare pensare che fossi molto preparato) ma poi crea confusione sopratutto se, alla fine, non sai rendere PRATICO E REDDITIZIO quello che dici. Per curiosità personale sono andato a vedere da dove nascesse il termine PERIODIZZAZIONE nello sport. Viene usato nel 78, per la prima volta, da un allenatore di atletica russo (Matveiev) per significare la capacità di distribuire carichi di lavoro in periodi lunghi programmando il risultato finale. Poi è stato ripreso nell’81 da Teodorescu (laureato in Scienza dello Sport) che, usando molti diari di atleti o preparatori, ha teorizzato la METODOLOGIA dei giochi sportivi, compreso il calcio naturalmente. È bellissimo informarsi e conoscere un linguaggio appropriato per gli argomenti che si vogliono trattare ma se questo serve solo per FAR CREDERE di avere delle conoscenze che poi non si riescono a trasmettere e a fare applicare, diventa tutto inutile. Comunque il termine da cui è partito lo spunto per questo post non esiste applicato alla tattica calcistica o, meglio, non esiste nella sua letteratura. Non fatevi abbindolare da chi spaccia il calcio per una scienza, teorizzandone i metodi senza dimostrare sul campo la loro validità. Ascoltate, informatevi ma sperimentate sul campo e applicate le cose che siete capaci di dimostrare, allora sarete credibili.
Gigi Cagni
Mister,mi spiace veramente per la retrocessione,purtroppo l’unico non colpevole e lei,la dirigenza ha sbagliato,non doveva ne esonerarla e ne richiamarla a sole 5 giornate dal termine,malgrado ciò a fatto bene,e se ieri dopo un secondo tempo giocato veramente bene,anche se poi dal 2-0 si e fatta raggiungere la squadra,quel rigore poteva cambiare la storia del campionato,destino che non doveva essere l’anno del Vicenza,forse qualche recriminazione in piu’ per la partita d’andata in casa,peccato,ma il calcio alle volte per un gol o rigore sbagliato cambia tutto,forza Mister lei non ha colpe specifiche, da un giovane allenatore
che dire ,mi spiace per il suo esonero ma come da lei spiegato e’ difficile capire il movimento CALCIO oggi.
MISTER se non ritorna un calcio “EROICO” ma rimane “ECONOMICO” tutto peggiorera’ scaricando sugli anelli deboli della catena (MISTER – ARBITRO) le frustrazioni di certi personaggi che fino all’atro giorno erano semplicemente tifosi .
SEMPRE IN GAMBA
Ma come tutte le cose hanno un’inizio e una fine. Penso che siamo alla fine e si ripartirà con certi valori che pagano.
mister, mi viene da piangere. Mi viene da piangere perchè veramente tutti sanno che lei, non ha colpe. Ed è “incredibile” il fatto che su 5000 persone solo in 2, forse 3 le diano la colpa del crollo del Lane. io non sono uno dei “3”. comunque, come già precedentemente detto dai fratelli vicentini, le auguro tutto il bene possibile in una squadra che la meriti veramente. Spero anche che un giorno, chissà(magari tra 2 giornate) lei possa tornare ad allenare la nostra squadra. Possono sembrare tutte frasi fatte, ma non lo sono. Tutti hanno visto che la squadra non girava bene, ma tutti hanno capito che la colpa non era sua. o sbaglio? E l’amabile presidente, invece di togliersi dai coglioni lui, ha preferito liberarsi della persona più innocente che stava all’interno della “società” Vicenza calcio, lei. Vabbè…nelle mie parole un pò spaiate si nasconde tanta amarezza e tristezza. Ma ci saranno tempi migliori, per noi, per lei, per il Lane. Ne sono certo! IN bocca al Lupo Mister Gigiiii!
Salve mister! Volevo ringraziarla per il lavoro che ha svolto, per la serietà e la professionalità che ha messo in campo fin dal primo giorno.Mi dispiace molto per il suo esonero, convinto che lei fosse l’unica persona in grado di salvare il Lane! Purtroppo a Vicenza da diversi anni non è più possibile fare calcio seriamente, a causa di una proprietà incompetente, di una dirigenza improvvisata e di una squadra fatta di mezzi uomini.Questi sono i veri problemi del Lane, lei è stato solo un capro espiatorio e ha pagato per colpe non sue…o almeno non solo sue.Vorrei che questo le fosse chiaro!
Ringraziandola ancora, le auguro in futuro di poter trovare una società in grado di farla lavorare nelle migliori condizioni!
In bocca al lupo mister…e sempre forza Lane!
caro mister,credo che certi termini con gli anni siano cambiati per via dei vari cambiamenti del gioco,come si ricordera’ negli anni 80 si giocava prevalintemente con il libero,i terzini(oggi chiamati esterni bassi)difficilmente accompagnavano l’azione come fanno oggi vari giocatori leichistainer,caceres,maggio del napoli che non e nato esterno basso,ma che e stato provato e si e abituato,prima i centrocampisti erano chiamati centrali,destro e sinistro,adesso si parla di mediano,centrocampista basso o davanti la difesa ,credo che secondo il mio parere,sia + utile insegnare i vecchi termini,terzini centrocampisti attaccanti esterno,punta centrale ecc,poi sta all’allenatore dire al terzino di accompagnare l’azione in fase di possesso,e quindi salire,e ritornare in fase di non possesso,o quando prima si diceva contropiede,mentre adesso riipartenza,il linguaggio semplice e come dire al giocatore di fare sempre la giocata facile,ma queste cose si devono cominciare ad imparare gia’ da piccoli
per quanto riguarda il suo esonero mister,mi dispiace,anche perchè quando lei ha preso il Vicenza la portato fuori dalle sabbie mobili,forse i dirigenti pensavano di vincere il campionato,invece perchè c’e stato un periodo di non vittorie,subito c’e l’esonero dell’allenatore,come se il campionato fosse compromesso,oggi come oggi il Vicenza sarebbe salvo ,ma nel calcio non c’e mai un grazie,se si vince bravo l’allenatore e riuscito a dare morale alla squadra ,se si perde e colpa dell’allenatore,mister spero che l’anno prossimo parta direttamente con una squadra dall’inizio,cosi fara’ parlare il campo,forse questa societa’ non ha capito che quest’anno in B ci sono state tante sorprese,vedi Pescara,Verona neopromossa,Padova ecc ecc
Mi dispiace per l’esonero assolutamente non meritato. Ho sempre pensato e sempre penserò che lei sia un professionista serio e preparato. Non so se il Vicenza sotto la sua guida si sarebbe salvato, ma di certo, il problema non era la sua conduzione della squadra e, questo, stia certo, lo sappiamo tutti noi tifosi vicentini. Spero di rivederla presto seduto in un’altra panchina di una società più seria della nostra. Tiferò per lei! Un abbraccio.
Bayer Leverkusen-Barcellona 1-3
Il Bayern Leverkusen ne ha fatto le spese giocando a zona, l’ennesima vittima, una zona rigida e sistematica in fase difensiva che è stata l’unica vera causa dei tre gol evitabili segnati dal Barcellona.
Continuiamo a praticare la zona, restiamo in linea per mandare in fuorigioco due volte Sanchez e una volta Alves fallendo miseramente tutti i tentativi, compreso quello di Messi nel finale fischiato in fuorigioco che non c’era; per il Bayern Leverkusen è sconfitta cocente, per il Barcellona la vittoria ipoteca l’accesso agli ottavi.
Marcando a uomo con il controllo visivo attivo gli attaccanti del Barcellona non avrebbero avuto questa facilità e libertà di movimento per andare a rete, non sarebbero stati lasciati né incustoditi né indisturbati nel disimpegno difensivo.
Quello che sorprende, personalmente ci ho fatto l’abitudine malgrado come la pensi, in televisione e nei media della zona e delle sue implicazioni tattiche nella causa dei tre gol evitabili del Barcellona non si parla, non si fa riferimento, ci si limita a rilevare gli errori della difesa di casa con i soliti termini generici come distrazione, disattenzione, dormita e simili, senza che nessuno punti il dito contro la zona in termini critici e di responsabilità per la mancata marcatura individuale concessa a Sanchez, Alves e allo stesso Messi rimasto solo sulla chiusura della triangolazione.
SIg. Pivotti devo farle i complimenti perchè più passa il tempo più vedo gol evitabili con l’applicazione del controllo visivo attivo più mi rendo conto e mi convinco che forse il calcio sarebbe un tantino diverso e perchè no migliore con l’introduzione della sua difesa elastica.
In tanti anni di studio, di applicazione, di lavoro e quant’altro……, questa è la prima, grande soddisfazione che mi appaga, soprattutto per essere riuscito a trasmettere in pieno la mia idea su come andrebbe affrontata la fase difensiva per non prendere gol evitabili e per riuscire meglio nei disimpegni.
Grazie Domenico perché questa tua testimonianza, attestazione a parte la competenza che hai come allenatore, per me ha ancora più valore derivando dalla consapevolezza, dall’acquisizione del messaggio, della mentalità maturata, ricavata osservando come i gol evitabili vengono segnati, quali le loro cause in rapporto a quanto vado da tempo sostenendo nel merito.
Mi domando perché gli addetti ai lavori nei media tardano a prendere in considerazione la validità della difesa elastica applicata con il controllo visivo attivo pur in presenza di tanti gol evitabili che ad ogni appuntamento calcistico vengono regolarmente segnati.
Se non ci si accosta al tema in questione con l’interesse, la curiosità e la voglia di sapere e di valutare la corrispondenza tra la mia proposta e la realtà del calcio giocato ci sarà ancora da aspettare.
La mia squadra un poco alla volta si sta adattando al controllo visivo attivo, infatti è tanto che non prendiamo gol evitabili in questo senso, però volevo gentilmente chiederle se può fornirmi delle nuove esercitazioni da proporre negli allenamenti, perchè altrimenti i ragazzi si stancano a fare sempre le stesse esercitazioni a cui li sottopongo da mesi ormai.Grazie
Ieri a livorno abbiamo visto una risposta dal punto di vista caratteriale e abbiamo risposto colpo su colpo al livorno e a noi tifosi tanto basta,poi i limiti tecnici ci sono, sono palesi e lo sappiamo ,ora sotto col crotone che è partita importantissima,avanti lane!
Salve Mister,
il suo blog è molto interessante,sia da un punto di vista prettamente tecnico che rispetto ad una visione antropologica del gioco come emerge da questa sua ultima riflessione.
Io penso che siano i tempi, socialmente intesi, a cambiare le terminologie in uso, i linguaggi, tutti i linguaggi stanno cambiando sempre piu velocemente.
Nel calcio siamo passati da un’idea del mestiere inteso come professione e arte ( il libero aveva il suo mestiere artigianale) al (centrale) che fa parte di un meccanismo che solo in parte lo vede protagonista, ossia è il ruolo come inteso e rapportato all’inserimento in un sistema in cui il giocatore o meglio lavoratore è parte di un meccanismo di organizzazione INDUSTRIALE.
Anche nella società “Lo spazzino” è diventato “L’operatore ecologico”.
Poi è anche vero che i venditori di fumo, ci sono sempre stati.
La saluto con ammirazione e se posso permettermi le consiglio una lettura “Il mio nome è Nedo Ludi” di P. Russo.
A presto e complimenti di nuovo.
Non ho nulla contro un linguaggio moderno ma contro quelli che lo usano senza essere capaci a trasformare in pratica produttiva e realistica quello che dicono. Comunque sarebbe meglio parlare meno forbito e insegnare meglio i fondamentali sopratutto agli STOPPER e i TERZINI.
Dalla risposta si evince ma già lo sapevo che per mister Cagni anche con il Vicenza il problema principale che sta cercando risolvere è la difesa, il suo assetto tattico non tanto per l’insegnamento dei fondamentali intesi in senso classico come sembrerebbe se si fa riferimento allo stop, alla conduzione della palla, al colpo di testa, al tiro e cose simili quanto piuttosto per il tipo di sistema difensivo da praticare.
Marcare o non marcare l’uomo vale a dire giocare in difesa dando priorità alla marcatura individuale quale elemento indispensabile, irrinunciabile per affrontare la fase difensiva oppure affidarsi alla zona ed ai suoi stratagemmi tattici che prevedono non necessariamente di marcare l’uomo ma di fermarlo con altre opzioni non fisiche, non di contrasto ricorrendo alla linea, al fuorigioco, all’attacco alla palla, al suo portatore?
La conseguenza negativa principale come qualcuno ha sottolineato in proposito, me compreso, è che con la zona non solo non s’impara correttamente a marcare, a controllare gli attaccanti ma ha finito per influire anche su chi più avanti con gli anni, ormai sempre meno, pur avendo cominciato a giocare a uomo in difesa si è andato via via adattando al corrente sistema difensivo in maniera incerta, disordinata tanto da perdere sempre più quella loro qualità originaria di marcatori puri in senso tradizionale non in sintonia con la zona.
L’argomento è già stato qui toccato, quello di domandarsi che se con la mano, la volontà dell’allenatore ci può essere un’inversione di tendenza, di modalità nel cambiare la tattica difensiva passando dalla zona, con giocatori che hanno sempre osservato le sue applicazioni tattiche, ad una marcatura a uomo, ad un controllo stretto, elastico dell’avversario.
Quasi tutti sostengono che questa metamorfosi tattica sia quasi impossibile da realizzare, troppo cristallizzata nel tempo; Mondonico, tecnico navigato come mister Cagni, con il suo Novara ha dimostrato che ciò è fattibile fermando e battendo clamorosamente l’Inter proprio con la messa in atto di una marcatura moderna, attenta, stretta quanto basta degli attaccanti da lui chiamata non a caso catenaccio, termine del passato che non deve far pensare ad altro se non, in sostanza, che è possibile marcare a uomo mettendo da parte la zona.
Tanto di capello a Mondonico, con l’augurio che la sua mossa indovinata sia motivo di ripensamento per tutti coloro che continuano ad applicare la zona soprattutto per quegli allenatori giovani che da calciatori hanno giocato sempre e solo a zona e pertanto trovano maggiori difficoltà anche culturali nel cambiare sistema tattico difensivo rinunciando alla linea, al fuorigioco.
Il calcio è non solo pedate al pallone ma anche la cartina di tornasole di un periodo storico, di una cultura sociale, di un modo di pensare nel tempo in cui si manifesta questo sport.Questi mi sembrano un po i discorsi che faceva mia nonna quando diceva”si stava meglio prima”, forse è vero per alcuni versi era meglio prima, ma i tempi cambiano , i linguaggi si evolvono, i costumi si conformano a nuove idee e modi di essere. Vivere nell’eterno ricordo di un passato e con la paura del presente nn ci porta da nessuna parte se non a sconfiggere parzialmente la paura del diverso. Tutto cambia , le lezioni che facevo io alle scuole non sono certo le stesse che adesso praticano a mio figlio e nello specifico (io sono allenatore con patentino di allenatore UEFA di base)il modo di insegnare calcio non è lo stesso di 30 anni fa e questo per fortuna. Quindi per me non c’è un migliore o peggiore modo di intendere il calcio, la zona è solo frutto del nostro periodo storico in cui si è passati da una organizzazione del lavoro individuale ad un concetto piu collettivo , direi di azienda o anche di fabbrica, puo anche non piacere ma questo è quanto, come a suo tempo la liberta tattica della grande Aiax fù lo specchio sociale di una nuova ondata di libertà e di pensiero.Poi ancora non capisco se il problema è il linguaggio o coloro che ne fanno un uso distorto e per altri fini,cioè di sentirsi professori, in quest’ultimo caso la conoscenza di chi li ascolta farà terra bruciata intorno a loro. Grazie
Enrico, non si può non essere d’accordo con la tua disamina realistica e veritiera sulle cose del mondo che cambiamo nel tempo con i pro e i contro che ognuno di noi, in base alla propria cultura, educazione o indole personale, vede e rileva in questa trasformazione che è nell’ordine delle cose ed interessa naturalmente anche lo sport, il calcio in cui siamo dentro come calciatori, allenatori o altro.
In sostanza il mondo va sempre avanti portandosi appresso i se e i ma che talvolta accompagnano chi guarda indietro e ricorda il passato. E’ normale che sia cosi, l’importante senza dubbio è l’uso indiscriminato o parsimonioso di quanto la scienza, il progresso ci offre in tutti i campi. Mi accorgo che sto facendo un discorso anche di carattere sociale che vola alto se lo rapportiamo al calcio che però di tale avanzamento, evoluzione o modernità non può dirsi esente nel bene e nel male come è stato evidenziato anche qui da più parti.
Nessuno vuole restare ancorato al passato, personalmente non lo sono come avrai inteso, solo che nel calcio ci sono delle regole ben precise scritte e caratterizzanti l’attività calcistica sul campo che il mutamento delle idee, delle mode, delle tendenze non può scalfire, eliminare o non tenerne conto.
Vengo al dunque senza disconoscere in via di principio che anche nel calcio con la Zona la coesione delle forze e la sinergia di gruppo, dei reparti possa rappresentare un tentativo di valore aggiunto al perseguimento degli obiettivi prefissati e tuttavia troppo spesso disattesi. La dimostrazione di questo ragionamento sono i tanti gol evitabili, che si possono tranquillamente prevenire, derivanti dall’applicazione delle tattiche che la Zona propina, la linea, il fuorigioco, l’attacco alla palla con messa al bando della marcatura individuale o usando ma solo usando un’espressione del passato, a uomo.
Voglio dire che le diverse funzioni, compiti nelle due fasi di gioco dei reparti di una squadra di calcio, attacco, centrocampo e difesa sono aspetti, valori ben definiti con finalità ben precise che con il passare del tempo nella sostanza non cambiano mai se non formalmente, vedi linguaggio e gesti tecnici che in passato non si vedevano; ripeto, normale che sia così.
Quello che non è normale né accettabile dal mio punto di vista è che avendo qualcuno inventato, introdotto la Zona si debba pensare di fermare gli attaccanti con il fuorigioco sistematico o meno, rimanendo o muovendosi in difesa alla costante, apprensiva ricerca della linea piuttosto che marcare l’uomo, controllarlo, tenerlo d’occhio, contrastarlo fisicamente e soprattutto non imparando a farlo.
Ripeto per me come concetto assoluto del calcio in fase di non possesso palla, ieri come oggi DIFENDERE significa MARCARE, stare sull’avversario nella corretta presa di posizione e non affidarsi ad automatismi di reparto rischiosi e spesso controproducenti che finiscono per far fare brutta figura alle difese, al Bayer Leverkusen che ieri sera ha perso con tre gol evitabilissimi causati dalla zona e dalle sue applicazioni tattiche.
Inoltre nessuno ha messo in rilievo che per il Barcellona, per il tipo di gioco espresso dai suoi campioni incontrare una squadra che pratica la zona è come andare a nozze; Mourinho solo con il pressing lo ha capito negli ultimi scontri diretti rimediando in parte alle sconfitte precedenti. Come consiglio agli allenatori aggiungo che se oltre al pressing la difesa marcasse a uomo con il controllo visivo attivo e quindi con la Difesa Elastica anche il Barcellona avrebbe vita dura ridimensionando di molto le sue stelle, il suo gioco.
Caro mister, domenica abbiamo assistito a una pessima prestazione. La stimo come allenatore ma non comprendo come si possa continuare a puntare su difensori come Augustyn, lasciando in tribuna un giocatore capace e di esperienza come Zanchi (che dovrebbe essere pienamente recuperato). Quanto al settore offensivo, a mio giudizio, forse qualcuno lassù in cima dovrebbe sudare un pochino di più… e fare di più per la squadra. Cosa ne pensa? Grazie. Animo e forza Vicenza!
Cerco sempre di mettere in campo i giocatori che stanno meglio,o che io credo stiano meglio. Alle volte faccio giusto alle volte no. Per quanto riguarda Zanchi ha una muscolatura particolare ed è sempre a rischio con questo freddo. Comunque spero che già da Domenica si ritorni quelli di dicembre.
Coraggio mister,siamo sempre con lei! e finalmente è finito il mercato,per me il mercato invernale così lungo è devastante,secondo il mio parere dovrebbe durare al max 10 gg,che ne pensa?saluti da crema
Il coraggio non mi manca comunque grazie.
Secondo me si, mercato al massimo 10gg…se è di riparazione e non di stravolgimento…..un mercato così lungo non è a testimonianza che i dirigenti italiani siano poco capaci? E che quindi necessitano poi di un secondo momento per “rifare”?
Mister vorrei chiederle un parere.Recentemente ho partecipato a un dibattito sul settore giovanile, e una questione in particolare mi ha interessato: in pratica si diceva che le partite del settore giovanile non dovrebbero finire più di 6-7 a 0 , per non mortificare i ragazzi della squadra perdente, e quindi l’allenatore della squadra che stà in vantaggio dovrebbe fare in modo di non far segnare ulteriori goal. lei cosa ne pensa a riguardo?
Dipende dalla categoria del settore giovanile. Esempio, in una squadra professionistica fino agli allievi nazionali il risultato non deve contare e nemmeno la tattica. Dopo le cose vanno di pari passo e nella Primavera ci deve essere la mentalità della prima squadra.
Un’altra domanda mister, lei personalmente assiste ad allenamenti e partite del settore giovanile per osservare i giovani ?Non parlo di adesso a Vicenza, ma della sua intera carriera.
Oggi non ho visto una bella partita allo stadio. Non mi ha convinto la sua scelta di tirare fuori paolucci, per me il migliore in campo, al di là dell’errore. Io piuttosto avrei tirato fuori abbruscato, perchè fa schifo ultimamente, al di là del gol segnato. E’ vero che abbiamo tante assenze pesanti, Gavazzi, Mustacchio, Rigoni, però mi sarei aspettato qualcosa in più da parte sua, magari mi sarei aspettato un cambio in difesa per far giocare maiorino più avanti, visto il suo buon stato di forma. Detto questo non credo che la sconfitta sia colpa sua, ma mi piacerebbe sapere la sua opinione.
Parto dicendo che abbiamo pareggiato e non perso,sarà stato un attimo di sconforto. Per noi 3 giocatori che stavano andando bene sono importanti. In questo momento bisogna fare di necessità virtù e aspettare momenti migliori senza perdere la testa.
Arriveranno momenti migliori. Ci stava una fase down dopo la lunga serie positiva. Cosi’ il quadro di valutazione e’ completo. Ma lunedi’ col Cittadella si riparte, destinazione… salvezza veloce.
Buon lavoro, mister!
Ora siamo sereni perchè è finito sia il mercato che il numero di infortunati. Da domenica si iniziano 18 finali che ci porteranno alla salvezza. Di questo sono certo.
Carissimo Gigi,
considerando che per la grinta che lei dimostra la apprezzo tantissimo,condivido in pieno tutte le considerazioni da lei sviluppate in questo blog.
Confido tantissimo nel suo (positivamente “antico”)operato.
Sono convinto che riuscirà nuovamente a trasferire ai “ragazzi” in campo quella voglia di fare e quella tenacia che la contraddistingue;speriamo solo che la seconda parte in causa sia all ‘ altezza ed in grado di assimilarla.
Un grosso “IN BOCCA AL LUPO” mister e ci faccia vedere di che pasta è fatto e sono fatti i nostri ragazzi.
Un grosso saluto…….ALBERTO.
Grazie e crepi il lupo. Comunque sarà fatto.
…il calcio è semplice,non bisogna complicarlo.mister Cagni continui cos’ì….complimenti per il lavoro svolto fin’ora al lane,ma i giochi si fanno duri da ora, e il lane ha la fortuna di aver scelto lei.in bocca al lupo.
repi il lupo e grazie per il complimento.
Purtroppo anche nel calcio l’apparenza oramai supera la sostanza, una volta in panchina si andava in tuta ora in giacca e cravatta, una volta c’erano i terzini ora gli esterni bassi. Io comunque continuo a parlare di terzini, ali etc.
Ho appena appreso la notizia dell’esonero di Breda sostituito da Gregucci presente forse non casualmente al Menti contro la Reggina. Non so se il cambio di guardia fosse già nell’aria, certo mi ha sorpreso e mi ha fatto pensare che non aver superato il Vicenza sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, Breda per restare sulla panchina doveva battere la squadra biancorossa venutasi cosi a trovare inconsapevolmente al centro di questa vicenda pur avendo giocato una partita non all’altezza delle sue migliori, figuriamoci se avesse vinto.
La girandola degli allenatori continua la sua corsa inesorabile penalizzando tecnici senza un motivo spesso plausibile nel senso che il posto in classifica alto o basso che sia non lascia scampo agli umori dei dirigenti, dei presidenti pronti ad intervenire dopo un risultato negativo o incomprensioni varie per dare una scossa, una svolta alla squadra, prendendo decisioni al buio come col Genova ed il Palermo che con i rispettivi nuovi allenatori sono stati sconfitti facendo brutta figura e scontentando tutti.
I loro gol subiti causati tutti da marcature larghe e da opposizione fisica sui tiri diretti in porta o sull’ultimo passaggio effettuata senza aggredire attivamente la palla in arrivo girandosi o rimanendo passivi, immobili sull’assist.
Perché non si scelgono anche tecnici dall’esperienza pluridecennale con una carriera di calciatore alle spalle che si sia distinta per qualità, valore, professionalità e attaccamento alla maglia? Inoltre, a mio avviso, chi subentra ad un collega la prima cosa cui dovrebbe preoccuparsi è quella di non prendere gol evitabili del genere serrando le file della difesa marcando e non lasciando spazio e libertà agli attaccanti, né possibilità di trasmissione della palla, come ha fatto vedere il Vicenza di mister Cagni.
Buonasera mister,nel “antipatico”discorso inerente al mercato non cè in programma una punta di stazza?in grado di “spaccare”la partita dal punto di vista fisico? secondo me un giocatore di queste caratteristiche farebbe comodo
Si devono sempre fare i conti con le possibilità di una società. Fanno fatica le grandi che,in questo momento,si stanno massacrando per prendere Tevez!!!!!!
anche nel calcio la televisione ha portato il suo impatto devastante rendendolo spesso mera merce da smerciare anche con termini inappropriati al gioco del pallone.Per non parlare dell’effetto devastante negli stadi e per le tifoserie dei club inferiore.
Un collante sociale teso al progresso svuotato di senso e valori.
Sempre avanti mister. Chi si accontenta muore.
Forza magico Lane,
pol
Buonasera Mister,
la seguo spesso nel blog e ora più che mai che sono sposato con una donna di Bassano del Grappa, simpatizzo per il Vicenza.
Complimenti per aver dato un’identità a questa squadra.
Sono d’accordo su tutto quanto scritto, l’unica cosa che “contesto” proprio tra virgolette è il fatto che chi parla in termini scientifici lo fa perchè è laureato in Scienze Motorie, e quindi è giusto che parli in termini tecnici propri del mestiere, come l’idraulico avrà la propria terminologia, il salumiere la sua, l’impiegato la sua ancora, eccetera eccetera…ognuno di noi ha la propria professionalità. E fin quando in Italia non si vedrà la figura del laureato in Scienze Motorie come un lavoratore vero e proprio, ma come uno che lavora occasionalmente nelle società calcistiche e non, non si andrà mai avanti. Sicuramente parlo così perchè sono uno tra questi..
E le dico che lei non ha accusato nessuno nel suo articolo, anzi…era solo provare a dare un senso a queste nuove terminologie futuristiche….
Ho letto sul Giornale di Vicenza che, durante la sosta, la squadra ha svolto un ottimo lavoro fisico toccando tutti i sistemi energetici..immagino a secco (non le contesto questo attenzione, sono professionisti i suoi giocatori, e se lei e il suo staff lo ritiene opportuno loro devono pedalare e punto)..dico che l’innovazione del calcio di oggi è proprio la ricerca scentifica: perchè fare correre con ripetute a secco (specialmente nei dilettanti) i giocatori, quando con i 3vs3, i 4vs4, con giochi a tema, riesco a lavorare perseguendo gli stessi obiettivi?Perchè si pensa che bisogna fare fatica per forza; il difensore, statisticamente, è quello che potrebbe, non dico fumarsi anche la sigaretta in campo, ma quasi,perchè corre ad intensità medie per gran parte della partita. I “somari” che corrono durante le partite sono forse le punte che devono sprintare di più, le mezze ali, gli esterni….
Io sono per il lavoro secco misto ad un lavoro dove riesco a perseguire sia obiettivi tecnico-tattici e fisici.
La ricerca dice che le partite a tema in uno spazio x, con un numero di giocatori y, e con un tempo di tot., fa salire la F.C. ad una certa percentuale rispetto al massimale, quindi in base ai miei obiettivi posso utilizzare anche questi metodi.
MISTER, NON VOLEVO ASSOLUTAMENTE CONTRADDIRLA,STIAMO DISCUTENDO, nutro grande stima per lei, e per tutte le persone che commentano in questo blog….
Forza Vicenza.
Vedi se tu parli con un tuo collega fai benissimo a usare i termini che hai evidenziato nel tuo post. Ma se devi parlare con i tuoi giocatori o con gente che il calcio lo segue per passione e magari è di una generazione diversa,penso sia giusto usare termini comprensibili. Riguardo al lavoro, io e il mio preparatore,in 20 anni di collaborazione,abbiamo elaborato un sistema di lavoro che comprende il suo e il mio che si sommano per raggiungere un obbiettivo di quantità e qualità adatta per fare sia una partita di 95′ che tutto il campionato. I mezzi che usiamo sono molteplici e la scelta viene variata sia secondo la gara da disputare che la programmazione del periodo.
Luca concordo con te che nei dilettanti le partitine 4<4 e 5<5 anche siano molto utili per unire lavoro fisico e lavoro tecnico e tattico….4x 4' di 5<5 in un campo 40×25 mt in teoria rendono di più di 4 ripetute di 800mt o addirittura 1000mt…..perchè dico in teoria? Perchè nelle esercitazioni con la palla ci sono dei particolari da tenere in considerazione come la responsabilità dei giocatori di dare tutto e non è sempre così, purtroppo la mentalità del "risparmio" può rendere vano il lavoro, poi abbiamo il problema del numero dei giocatori (con più di 20 giocatori e poco tempo a disposizione) e infine la concatenazione delle proposte, la ripetitività dà dei risultati e nei dilettanti, sempre per questioni di tempo, non è possibile a volte poter programmare delle sedute costanti con questa metodologia……immagina chi fa 2 sedute a settimana, credo che può inserire questo tipo di lavori una-due volte al mese….considerando che almeno un allenamento ogni due-tre dovrebbe essere a secco e che non è opportuno miscelare lavori lattacidi a secco e senza palla……con i giovani, allievi e juniores sono riuscito a lavorare molto bene con questi mezzi, in prima squadra no….nonostante ne sia un sostenitore, ho trovato un equilibrio miscelando lavoro a secco con esercitazioni di possesso palla e partite a tema.
Ciao Cristian, grazie per aver commentato il mio commento….sono d’accordo con te…è difficile preparare un lavoro “SEMPRE” di questo genere…io penso che a inizio stagione l’allenatore insieme al proprio staff debba parlare ai giocatori riguardo ai metodi di allenamento che verranno poi utilizzati durante la stagione; il giocatore, il più delle volte, è “ignorante”, e quindi valuta l’operato del mister o del preparatore solo se, il primo, fa tattica, o se il secondo, fa correre a secco. Soprattutto, ne vale la nostra reputazione e professionalità. Specialmente nei dilettanti che veniamo valutati per il sentito dire: a maggior ragione troverei dei momenti per spiegare quello che andiamo a fare, anzi dovrebbe sempre essere detto il motivo di una esercitazione. Dico solo che allenare è un mondo così vario e bello, che ci si può sbizzarrire con tante ma tante esercitazioni, l’importante è perseguire gli obiettivi prefissati. Ho parlato, dicendo che la scienza riveste un ruolo importante sull’integrazione e la complementarietà dei lavori tecnico-tattici con i lavori atletici. Vedi gli studi di Rampinini et. al. (2006) e tanti altri, gli small-sided games, le partite a pressione, eccetera.
Ho trovato molto interessanti gli scritti di Arcelli, Ferretti e Borino….io cerco sempre di spiegare le finalità di un esercitazione sia fisica sia tattica….si cerca sempre di fare cultura in qualche modo….
E’ un’ottima cosa. Sperimentate se potete ma sono determinanti le vostre conoscenze pratiche e cioè quelle che sentite di più.Così facendo i vostri giocatori vi seguiranno meglio.
Mister lei continui pure con il suo metodo,certe parole le lasci ai venditori di fumo alla Mourinho(che reputo da sempre piu’ uno psicologo e motivatore che un allenatore,ha vinto tanto ma vorrei vederlo in una squadra normale visto che ha allenato solo squadre straricche),con cui ha dimostrato avere risultati ottimi anche qui a Vicenza finora..chiami i ruoli come sono sempre stati chiamati da quando e’ nato il calcio,faccia i suoi schemi senza doverli chiamare alberi di natale,scope della befana ecc ecc e allenando come sa fare lei porti il Lanerossi in serie A.Non sono un allenatore e dal commento si capisce benissimo ma sono un tifoso del Lane che vuole uscire dalla melma della serie B dopo 10 campionati anonimi di B con inoltre una retrocessione sul campo poi tolta per illeciti di altre squadre.Dica ai suoi e nostri giocatori che la maglia che portano e’ quella della nobile provinciale,quella del Real Vicenza di Paolo Rossi,quella di 2 palloni d’oro,quella di una semifinale in Coppa delle Coppe e di una coppa italia vinta “solo” 14 anni fa..devono dare anima e cuore per questa maglia,sputare sangue in campo e correre correre e correre..solo cosi potremmo arrivare tutti insieme a risultati che tutti noi sogniamo!!
Grazie mister per il suo lavoro qui a Vicenza,continui cosi..Michele
Michele, quello che dici con “devono dare anima e cuore per questa maglia,sputare sangue in campo e correre correre e correre..solo cosi potremmo arrivare tutti insieme a risultati che tutti noi sogniamo” è fondamentale, va oltre ogni considerazione di carattere tecnico tattico proveniente da un allenatore più o meno bravo che può fare grande anche una squadra come il Vicenza che partito dal basso sta risalendo la china a viso aperto, in grado di giocarsela con chiunque, grazie a Mister Cagni.
Il timore che può frenare questo brillante cammino verso l’alto del Vicenza è il sentirsi appagati, un po’ deconcentrati dalla prospettiva di raggiungere a breve il traguardo della salvezza con la quasi certezza e di non sentirsi più motivati per andare in zona playoff alla portata di mano che però richiede senza se e senza ma anche quello che tu ha ben sottolineato.
Con la Reggina è mancata la solita cattiveria e carica agonistica che per due squadre che si sono equivalse, sono convinto sia l’elemento a fare la differenza che ti porta a vincere; la difesa con qualche svarione ma soprattutto l’attacco poco mobile ed incisivo hanno lasciato troppo l’iniziativa in mano agli avversari. Non si è giocato per la zona playoff che garantisce ancor di più la salvezza ma solo per la salvezza, almeno così mi è parso di vedere.
Posso garantire a tutti che non ci accontenteremo anche perchè i ragazzi hanno aqquisito la mentalità giusta. Con la Reggina in molti hanno pagato il lavoro di sostegno e avevamo poca aglitità perchè PIENI. E’ una scelta che dovevo fare non avendo avuto a disposizione la squadra a luglio. Già da sabato con il Brescia staremo meglio.
e contro l’ascoli?? ancora i panettoni??
Buonasera Mister, condivido quanto da lei detto ma volevo fare una semplice precisazione. Il termine periodizzazione tattica esiste in ambito calcistico: è la traduzione italiana del portoghese periodizaçao tactica, una metodologia di allenamento sviluppata a partire dagli anni ’80 da Vitor Frade, professore alla facoltà di Scienze dello Sport di Oporto. Vitor Frade la definisce come “un aspetto particolare della programmazione, che riguarda una distribuzione nel tempo, di forma regolare, dei comportamenti tattici del gioco, individuali e collettivi, così come un sottostante e progressivo adattamento dei singoli e della squadra a livello tecnico, fisico, cognitivo e psicologico”. Esiste un SOLO OBIETTIVO per la periodizzazione tattica: la creazione e il miglioramento di un modello di gioco, inteso come insieme dei comportamenti che la squadra deve avere durante una partita. Gli esercizi proposti durante gli allenamenti si riferiscono esclusivamente al modello di gioco e simulano quindi sempre delle situazioni che si possono verificare in partita.
La periodizzazione tattica si basa sui seguenti principi:
-principio di specificità: tutto ciò che viene svolto in allenamento è contestualizzato, è cioè inerente al modello di gioco.
-principio dell’integrità incrollabile: il calcio è un tutto, diverso e maggiore della somma delle parti. Fisico, tecnica, tattica e psicologia non vengono divisi ma sono un tutt’uno e per questo vanno allenati globalmente.
-principio dell’incompletezza e dell’incertezza: il modello di gioco è qualcosa di vivo e viene elaborato e modificato continuamente.
-principio della progressione complessa: organizzare e gerarchizzare i principi di gioco, montandoli e smontandoli, per favorirne l’apprendimento.
-principio delle propensioni: sviluppare i principi e sottoprincipi del nostro modello di gioco, ripeterli costantemente durante le sedute di allenamento per assicurarne l’immagazzinamento da parte dei calciatori
-principio dell’alternanza orizzontale: regola il rapporto sviluppo/recupero all’interno del microciclo settimanale, basandosi essenzialmente sulle tre caratteristiche di una contrazione muscolare: forza, velocità e resistenza. Per vederne un esempio basta digitare su qualsiasi motore di ricerca “morfociclo periodizacao tactica”. Per un esempio pratico, lascio un link desdeadentrodelvestuario.blogspot.com/2011/02/ejemplo-practico-de-periodizacion_23.html
La periodizzazione tattica non è nulla di rivoluzionario, ma semplicemente una delle tante proposte di allenamento calcistico, se si vuole l’ultima evoluzione di idee che da Lev Pavlovich Matvéev, che giustamente lei mister ha citato, giungono fino a Francisco Seirul-lo (attuale preparatore atletico del Barcellona) e al suo “microciclo estructurado”.
Complimenti per la precisazione e la ricerca l’ho letta con attenzione. Proprio leggendone ogni punto ho scoperto che è quello che io faccio,come principio dell’allenamento,e che ho iniziato a fare da giocatore negli anni 80 con allenatori che,oggi,si dimostrano precursori. Bello che il mio blog possa innescare la voglia di informarsi e il piacere di confrontarsi. Ciao.
Complimenti Mister, il post è perfetto. Vorrei solo sottolineare come negli ultimi anni si sia accentuata questa necessità?, questo vizio? di utilizzare termini nuovi e altisonanti per farsi vedere moderni e preparati. Come ha ben detto lei la risposta finale, il banco di prova che non lascia scampo è il campo o, in altri ambiti, la vita reale che ti mette di fronte alle situazioni vere e reali.
Gent. Mister Cagni,
come non concordare con lei.. Per una mera questione anagrafica (sono un giovane trentenne), sono cresciuto con la passione di un calcio già moderno dove imperano termini come “elastico”, “esrerno basso/alto”, “zona luce”, “lato cieco”, “pivot”, “vertice alto/basso”.. Si punta più a stupire con la DOTTRINA che a raccogliere con la PRATICITA’.. E’ un pò la metafora del nostro tempo che ha cancellato il gusto dell’ESSENZIALE.. La mia smisurata passione, però, mi ha portato a leggere, studiare e ricercare.. Mi sono appassionato, dunque, al “Sistema”, al “Metodo” ed al “WM”.. Ho riscoperto il fascino di una terminologia fatta di “terzini”, “libero”, “centromediano metodista”..
Li sento più miei e hanno un sapore diverso. Mi piacerebbe che li conoscessero anche i giovani per fare scegliere a loro quelli con cui sentire più feeling.
SEMPLICEMENTE perfetto, non aggiungo altro.
Buona Epifania!!!
Innanzitutto mister la ringrazio per l’articolo visto che glielo avevo proposto. Detto ciò, concordo con le sue parole e con quelle di Giorgio Pivotti. Ritengo, però, che un allenatore che sappia utilizzare un linguaggio forbito ma che poi non abbia nulla da insegnare possa avere poco successo. L’impatto psicologico può essere positivo ma, quest’ultimo, dopo poco tempo perderà effetto ed un venditore di fumo si troverà con le spalle al muro.
In teoria è vero ma in pratica,l’ho vissuto molte volte,prima che si scopra il trucco passano degli anni e vengono date opportunità che sarebbe giusto dare ad altri.
Si riferisce a qualche personaggio in particolare?
Non ti faccio nomi ma basta andare a vedere quante METEORE sono passate negli ultimi anni.
Grazie Matteo per la condivisione d’idee ancor più apprezzata perché espressa, presumo, da un allenatore di calcio giovane.
Bé sì, a 17 anni posso ritenermi giovane!
Il calcio non sarà una scienza in senso stretto ma siccome si svolge, si manifesta con tutta una serie continua, ripetitiva sotto l’aspetto dinamico talvolta anche noioso, di azioni, di episodi, di movimenti e di gol, guardando bene a fondo con occhio da osservatore e da esperto tale sua specificità comune anche ad altri sport, è possibile trovare, applicare e dettare le linee guida in ordine alla tattica da scegliere, perseguire nelle due fasi con i tre reparti, difesa, centrocampo e attacco per ottimizzare il raggiungimento degli obiettivi prefissati, compreso quello primario di non prendere gol evitabili.
Ciò che può influenzare e molto fino a stravolgere la semplicità del calcio nella sua essenza sono i sistemi di gioco escogitati o inventati nel tempo a livello di tattica individuale e di reparto nel gestire le due fasi di possesso e non possesso palla.
Insomma il binomio calcio – scienza non è così scontato né accettato tuttavia contiene in sé tutti i requisiti in grado di studiare, assimilare e regolare i meccanismi, le leggi tecnico tattiche che lo contraddistinguono nel metodo in modo da arrivare ad una conoscenza della realtà che sia verificabile, concreta, affidabile e quindi codificata.
Naturalmente la conoscenza frutto dell’esperienza e dell’apprendimento per praticare lo sport calcio dilettantistico o di alto livello professionale gioca un ruolo fondamentale sia per chi scende in campo, calciatori, sia per chi siede sulla panchina, allenatore.
Entrando nel merito del tema affrontato cerco di rispondere alle domande pertinenti poste da mister Cagni che partono dal concetto che il calcio dovrebbe essere visto, allenato e praticato come una cosa semplice, divenuta complicata anche nella terminologia proprio per l’introduzione di presunti miglioramenti o aspetti tattici innovativi in sintonia con l’evoluzione del calcio nel tempo.
Al riguardo dal mio punto di vista ad essere chiamata in causa come la principale imputata di questi cambiamenti che hanno finito per trasformare anche il linguaggio nel calcio è stato l’avvento della Zona e della sua filosofia di gioco basata su applicazioni tattiche come la linea, il fuorigioco, l’attacco alla palla, ecc. che hanno offuscato e sostituito termini come terzini, ali o stopper in quanto legati ad una concezione del calcio passato dove il ruolo specifico di questi giocatori era ben definito, circostanziato, rigido, senza lasciare adito ad altre interpretazioni o varianti di funzione venute fuori successivamente non più in sintonia con la marcatura a uomo, con l’ala che sta larga ad aspettare il pallone per il cross o con lo stopper, il libero a fermare l’attaccante da ultimo uomo. Cose d’altri tempi che però hanno tuttora degli elementi di validità e di attualità spazzate via da un nuova concezione d’interpretare il calcio con la Zona e le sue rischiose emanazioni tattiche le quali per forza hanno finito per determinare un estemporaneo uso del linguaggio talvolta esagerato nella definizione dei ruoli per cui i terzini ora si chiamano esterni e lo stopper centrale e così via.
Il cambiamento del gioco e del linguaggio non è casuale ma è la conseguenza del diverso modo di stare oggi in campo dove non s’insegnano cose da sempre applicate, una su tutte quella di saper come marcare l’uomo, prova ne sia che mister Cagni in prima squadra deve intervenire con la sua esperienza per spiegare ai suoi la corretta presa di posizione sugli attaccanti, sugli avversari nell’apprendimento della marcatura individuale.
Io non ho mai sentito in televisione, sui giornali, nei media dire che un gol subito con l’attaccante lasciato libero da marcatura, è stato preso a causa della Zona come sistema tattico difensivo adottato ma semplicemente, genericamente per disattenzione, distrazioni, per immobilismo della difesa; questo per me significa buttare fumo sugli occhi per non far vedere o meglio non sapere descrivere la realtà delle cose parlando di calcio giocato.
Essere pratici e redditizi nel nostro sport non si ottiene con il parlare forbito ma con la conoscenza vera delle ragioni che hanno portato all’errore di tattica individuale e collettiva in modo da porvi subito ed efficacemente rimedio con cognizione di causa, con l’ausilio dei video, dei filmati; tutto il resto, compresi i moduli così come sono oggi sponsorizzati, lascia molto a desiderare.
Quanto alla periodizzazione ovvero alla ripartizione nel tempo dei diversi carichi di lavori credo che non si sia inventato nulla di nuovo; c’è sempre stata solo che come tutte le cose anch’essa ha avuto un aggiornamento evolutivo semplicemente arrivando ad una metodologia più raffinata, più scientificamente programmata.
Faccio i complimenti ad “emanuele” e a “giorgio pivotti” per l’interessante intervento.
Faccio notare come alcuni termini “nuovi” del calcio siano stati presi da altri sport (ad esempio “pivot” o marcatura “a zona”/”difesa a zona” sono molto usati nella pallacanestro).
E’ possibile avere dei riferimenti sulla tattica individuale, su quali siano le linee guida in ordine alla tattica da scegliere e perseguire nelle due fasi (attacco e difesa) con i tre reparti, difesa, centrocampo e attacco. Quali sono le idee che bisogna trasmettere ed esercitare in allenamento ai giocatori?