Siamo al giro di boa……

27 dicembre 2010

Siamo quasi alla fine del girone di andata di Campionati che non hanno
sicuramente brillato per qualità e spettacolarità,anzi.
Contrariamente alle previsioni di molti “ESPERTI” non c’è stata la solita falcidia di allenatori.
Premesso che questo è avvenuto, probabilmente, per mancanza di soldi e quindi i Presidenti hanno preferito pagarne uno solo, sperando che le cose potessero cambiare naturalmente, vedrete che appena si avvicinerà la fine e avranno il timore di non raggiungere l’obiettivo, ci saranno grossi cambiamenti.
Tutta questa premessa l’ho fatta per accentuare il problema più grave, secondo me, che non permette al nostro calcio di adeguarsi al livello Europeo, e cioè la mancanza di PROGRAMMAZIONE e RISTRUTTURAZIONE delle componenti essenziali del CARROZZONE CALCIO.
Non puoi pretendere di dare uno spettacolo degno di questo nome con degli stadi che non si vedono nemmeno più nei paesi dell’Est.
Non si capisce come mai ci siano un numero notevole di imprenditori che vorrebbero costruirne di moderni, con tutti i confort, e quindi investire anche sulla squadra, ma non gli viene permesso per motivi di cui è difficile capirne la ragione.
Verrà pure da noi il momento in cui qualcuno riuscirà a permettere l’attuazione di una ristrutturazione adeguata per il rilancio di un calcio moderno che possa fare tornare la gente allo stadio, comprese le famiglie.
 Abbiamo tutti gli strumenti e le potenzialità ma, come al solito, nessuno ha il coraggio di fare cose, anche impopolari, per lo sviluppo di questo settore che, oltretutto, è fra i primi 10 in Italia per produttività.
Il tutto non può non influire sulla qualità dello spettacolo calcistico.
I settori giovanili dovrebbero essere la nostra risorsa ma senza investimenti adeguati la cosa diventa difficile.
E’ chiaro che si preferisce andare a prendere giovani giocatori stranieri perché costano meno, e quindi, risparmiare sull’assunzione di allenatori professionisti che graverebbero in modo inadeguato sul bilancio.
Abbiamo l’ Università del calcio e gli allenatori più preparati ma non siamo capaci a sfruttarne le potenzialità.
Tornando ai nostri campionati, la mia impressione è stata che, già nel girone di andata, si sia pensato più al risultato che al gioco e quindi ne ha risentito lo spettacolo.
Troppa paura dell’esonero da parte degli allenatori,troppa importanza ECONOMICA la sconfitta sul campo.
Non può essere di importanza vitale una retrocessione o il non raggiungimento di un obiettivo.
Tatticamente c’è stata questa esplosione del rombo che, in molti casi, non aveva ragione di essere scelta perché non c’erano i giocatori adatti per attuarlo.
Ho visto cercare di trasformare giocatori che, di solito, o erano seconde punte o esterni offensivi,in ½ punte, con dei risultati improponibili.
Non so per quale motivo noi allenatori, alle volte, cerchiamo di emulare nostri colleghi che ottengono ottimi risultati con tattiche un po’ diverse dalla norma,senza avere giocatori adatti per praticarle.
Continua ad essere, per me e per certi miei lettori, inspiegabile il modo in cui vengono subite delle reti con errori che dimostrano la non conoscenza delle basi della specificità del ruolo.
Forse perché si sta esagerando nella maniacalità della parte tattica e fisica piuttosto di quella tecnica?
Come dico sempre, se tutto funzionasse come
dovrebbe, questo lavoro andrebbe fatto nei settori giovanili con allenatori preparati a farlo, e non da quelli della prima squadra.
Lo dico da anni, il mio sogno sarebbe fare come nel calcio americano e cioè: la preparazione fisica responsabilità individuale del giocatore (con quello che guadagnano), quella tecnica specifica dal trainer e, infine, quella tattica dall’allenatore in prima che  perciò diventerebbe come il COACH americano.
Non voglio fare come quelli che criticano e basta, senza proporre niente, solo per il gusto di criticare il sistema.
Quindi, siccome penso che la filosofia di un passo alla volta paghi, secondo me la costruzione di stadi di proprietà è la cosa necessaria e primaria per poi, di conseguenza, arrivare alla soluzione di tutte le altre problematiche. Buon anno a tutti.

Gigi Cagni