Difendere per Attaccare

22 marzo 2010

Ci stiamo avvicinando alle battute finali di tutte le competizioni calcistiche e, sono certo, emergeranno le qualità tecniche perché, inevitabilmente con il trascorrere delle gare, diminuiranno le scorte psico-fisiche che hanno permesso a certe squadre di fare risultati insperati. Chi riuscirà ad avere tutte e due le cose raggiungerà tranquillamente l’obiettivo prefissato. Ogni campionato è caratterizzato da questi andamenti. Basti confrontare le classifiche iniziali con quelle finali. Difficilmente all’ inizio si vedono le squadre, che poi emergeranno nel campionato, ai primi posti. E’ inevitabile che chi deve salvarsi debba partire il meglio possibile per, come si dice in gergo, mettere il fieno in cascina, proprio perché chi deve arrivare in fondo con benzina in corpo, parte più lentamente e quindi bisogna approfittarne. Detto questo come premessa, voglio parlare di quella che, secondo me, è la parte più importante da sviluppare nell’arco del campionato per raggiungere il più alto risultato in riferimento alle qualità dei giocatori che si hanno a disposizione. LA TATTICA DIFENSIVA. E’statistico che chi prende meno gol raggiunge l’obiettivo con maggiore sicurezza. Non vorrei essere frainteso, come mi è capitato spesso e sono stato tacciato come difensivista da molti, ma non intendo che bisogna mettersi tutti dietro, giocare in contropiede e sperare di fare gol, bensì di riuscire a realizzare al meglio la FASE DIFENSIVA con l’aiuto degli attaccanti. In ritiro parlo delle fasi di gioco cercando di fare capire il mio concetto di come si deve stare in campo e quando spiego la fase difensiva inizio con gli attaccanti e quella offensiva dai difensori. Il concetto è facilissimo da capire, un po’ meno da realizzare, perché le punte pensano di dovere correre troppo e perdere così le energie per la fase offensiva, ma se io conquisto la palla con gli attaccanti sono più lontano dalla mia porta e, di conseguenza, più vicino a quella avversaria (oltre alla possibilità di fare più gol). Questo si può fare con qualsiasi modulo perché quello che conta è avere la disponibilità MENTALE di tutti i giocatori. Vale anche per la fase offensiva, se i difensori si smarcano e vogliono la palla da dietro è molto più facile produrre un gioco offensivo e redditizio. Ma tornando alla cosa che più mi interessa, dico che questi principi che porto avanti da 20 anni e che ho sempre avuto difficoltà a fare comprendere, stanno avendo successo in tutte le competizioni. Tutti hanno parlato di grande prestazione dell’Inter con il Chelsea, ma se Pandev e Eto’o non avessero fatto le due fasi, soprattutto quella difensiva, con quella dedizione e continuità, non ci sarebbe stato questo risultato così importante. Il grande merito di Mourinho è che IN 2 ANNI è riuscito a fare capire alle sue punte (più a Sneijder), che sono determinanti nella fase difensiva senza dover rinunciare alle loro qualità offensive. Questo avviene soprattutto nelle partite importanti dove le tue qualità sono pari all’avversario, incontrando squadre inferiori puoi usare questa tattica in modo meno continuo specialmente se hai tanti impegni. Sviluppare la fase difensiva con le punte, comunque, comporta tattiche diverse in riferimento a come è disposto l’avversario e quindi APRO un interscambio di informazioni con voi perché sono tante le varianti che solo con delle domande precise si possono sviluppare. Voglio finire con una considerazione che mi viene dal profondo: perché quando io e qualche altro mio collega facevamo sacrificare le punte nella fase difensiva, con disprezzo, ci appellavano come DIFENSIVISTI e oggi invece chi lo fa è UN GRANDE STRATEGA?

Gigi Cagni