Ciao Nicola…..

26 marzo 2010
Si è spento ieri all’età di 63 anni Gian Nicola Pinotti ex portiere di Torino,Piacenza,Foggia,Avellino,Pescara,Novara e Monza e preparatore dei portieri al fianco di Gigi Cagni per 15 anni.
A tutti i suoi familiari le più sentite Condoglianze da parte del Mister e da tutto lo Staff del blog.

Dopo avere allenato la Centese in C2, nel 90 sono stato chiamato dal Piacenza in C1 per vincere il campionato. Non avevo uno staff, l’anno precedente avevo fatto tutto da solo con la collaborazione di D’Astoli che mi faceva da secondo e da preparatore dei portieri. Il DS Marchetti mi disse che loro avevano un gruppo di collaboratori che avrei conosciuto e da cui avrei scelto quelli che più avrebbero potuto soddisfare le mie esigenze. Nel mio concetto di quei tempi ,visto che la preparazione atletica la facevo io,la mia unica esigenza era avere il preparatore dei portieri e un preparatore atletico per il recupero degli infortunati.Una mattina,nello spogliatoio,mi si presenta questo OMONE con degli occhi verdi penetranti ma di una dolcezza infinita, ”sono Nicola Pinotti, il direttore mi ha detto che devo parlare con te”.

Me lo ricordavo bene per avergli giocato contro quando difendeva la porta sia ad Avellino che a Pescara, quando tutti e due eravamo alla fine della nostra carriera anche se lui aveva 3 anni più di me.

Mi è bastato molto poco per capire che sarebbe stato il mio preparatore dei portieri e anche collaboratore tecnico, oltre che uomo di fiducia per una vita. Timido, schietto e sincero, onesto e di grande cuore. Ho avuto un po’ di difficoltà a interpretarlo nei primi tempi perché aveva una caratteristica nel linguaggio che, in seguito, è diventata motivo di grandi risate e sfottò. Non finiva mai la frase, partiva nel dialogo e poi piano piano calava di tono e sfumava le ultime parole sbiascicando frasi incomprensibili ma intuibili per i gesti e le espressioni che faceva. Da morire dal ridere. Ci voleva l’interprete. Comunque non mi ci è voluto molto per comprenderlo e per capire che tutto veniva dalla sua passione e voglia di mettersi a disposizione in tutto e per tutto per soddisfare le mie esigenze. Da quel giorno siamo diventati INSEPARABILI per 15 anni. Giorno e notte, abbiamo goduto delle vittorie e sofferto nei momenti di difficoltà.

Abbiamo litigato e immediatamente trovato il modo per consolidare sempre di più il nostro rapporto che andava al di là dell’aspetto professionale.

Non potevi tenere il broncio perché dietro quella faccia burbera c’era un uomo con sentimenti profondi e carichi di umanità. Non avrei potuto avere i successi che ho avuto senza di lui. Era eccezionale nella gestione dei rapporti fra me e lo spogliatoio. Difficilmente si vede un allenatore in seconda che può entrare nello spogliatoio e i giocatori continuano a parlare liberamente perché sanno che non è il RUFFIANO dell’allenatore. Lui riusciva ad avere la fiducia nei giocatori continuando a essere fedele al suo ruolo,aveva la capacità di filtrare quello che era giusto sapessi, senza mancare al suo dovere nei miei confronti e sempre nell’interesse della squadra. Un grande uomo e un grande amico.
Cinque anni fa, a Catanzaro, seduto sul divano dell’albergo, mi ha detto” Gigi basta,non ce la faccio più,non riesco ad essere sereno, lo stress non lo reggo più, me ne vado,smetto”. Al momento mi fece arrabbiare ma poi, vedendolo così indifeso e sfiduciato, capii che dovevo rispettare il suo desiderio. Ci siamo separati nel lavoro ma non  nel nostro rapporto d’amicizia che, anzi, si è consolidato in questi anni . Oltretutto fu lui che mi consigliò Lorieri e quindi devo dire che anche professionalmente,in modo indiretto,ha sempre continuato a collaborare visto che lui e Fabrizio si confrontavano sempre prima e dopo le partite.
Un anno fa si è ammalato di un male incurabile e questa notte è spirato con un viso segnato dal male ma con gli occhi sempre verdi ,intensi e carichi di umanità.In questo ultimo periodo l’ho visto piano piano spegnersi ma non ha mai fatto pesare la sua malattia,ha avuto lo spirito giusto da ATLETA sino alla fine.
Sei un grande NICOLA per me ci sarai sempre,non ci sarà partita in cui io e Fabrizio non ti nomineremo e penseremo a quello che avresti detto,o che avremmo dovuto interpretare.
TI VOGLIO BENE.

Gigi Cagni

 


Difendere per Attaccare

22 marzo 2010

Ci stiamo avvicinando alle battute finali di tutte le competizioni calcistiche e, sono certo, emergeranno le qualità tecniche perché, inevitabilmente con il trascorrere delle gare, diminuiranno le scorte psico-fisiche che hanno permesso a certe squadre di fare risultati insperati. Chi riuscirà ad avere tutte e due le cose raggiungerà tranquillamente l’obiettivo prefissato. Ogni campionato è caratterizzato da questi andamenti. Basti confrontare le classifiche iniziali con quelle finali. Difficilmente all’ inizio si vedono le squadre, che poi emergeranno nel campionato, ai primi posti. E’ inevitabile che chi deve salvarsi debba partire il meglio possibile per, come si dice in gergo, mettere il fieno in cascina, proprio perché chi deve arrivare in fondo con benzina in corpo, parte più lentamente e quindi bisogna approfittarne. Detto questo come premessa, voglio parlare di quella che, secondo me, è la parte più importante da sviluppare nell’arco del campionato per raggiungere il più alto risultato in riferimento alle qualità dei giocatori che si hanno a disposizione. LA TATTICA DIFENSIVA. E’statistico che chi prende meno gol raggiunge l’obiettivo con maggiore sicurezza. Non vorrei essere frainteso, come mi è capitato spesso e sono stato tacciato come difensivista da molti, ma non intendo che bisogna mettersi tutti dietro, giocare in contropiede e sperare di fare gol, bensì di riuscire a realizzare al meglio la FASE DIFENSIVA con l’aiuto degli attaccanti. In ritiro parlo delle fasi di gioco cercando di fare capire il mio concetto di come si deve stare in campo e quando spiego la fase difensiva inizio con gli attaccanti e quella offensiva dai difensori. Il concetto è facilissimo da capire, un po’ meno da realizzare, perché le punte pensano di dovere correre troppo e perdere così le energie per la fase offensiva, ma se io conquisto la palla con gli attaccanti sono più lontano dalla mia porta e, di conseguenza, più vicino a quella avversaria (oltre alla possibilità di fare più gol). Questo si può fare con qualsiasi modulo perché quello che conta è avere la disponibilità MENTALE di tutti i giocatori. Vale anche per la fase offensiva, se i difensori si smarcano e vogliono la palla da dietro è molto più facile produrre un gioco offensivo e redditizio. Ma tornando alla cosa che più mi interessa, dico che questi principi che porto avanti da 20 anni e che ho sempre avuto difficoltà a fare comprendere, stanno avendo successo in tutte le competizioni. Tutti hanno parlato di grande prestazione dell’Inter con il Chelsea, ma se Pandev e Eto’o non avessero fatto le due fasi, soprattutto quella difensiva, con quella dedizione e continuità, non ci sarebbe stato questo risultato così importante. Il grande merito di Mourinho è che IN 2 ANNI è riuscito a fare capire alle sue punte (più a Sneijder), che sono determinanti nella fase difensiva senza dover rinunciare alle loro qualità offensive. Questo avviene soprattutto nelle partite importanti dove le tue qualità sono pari all’avversario, incontrando squadre inferiori puoi usare questa tattica in modo meno continuo specialmente se hai tanti impegni. Sviluppare la fase difensiva con le punte, comunque, comporta tattiche diverse in riferimento a come è disposto l’avversario e quindi APRO un interscambio di informazioni con voi perché sono tante le varianti che solo con delle domande precise si possono sviluppare. Voglio finire con una considerazione che mi viene dal profondo: perché quando io e qualche altro mio collega facevamo sacrificare le punte nella fase difensiva, con disprezzo, ci appellavano come DIFENSIVISTI e oggi invece chi lo fa è UN GRANDE STRATEGA?

Gigi Cagni



Articolo su ” Il Secolo XIX ” del 14/03/2010

15 marzo 2010

Il Bologna è una delle squadre più in forma del campionato.8 partite 18 punti ,una classifica che in questo momento la tiene lontana dalla lotta per la salvezza,serenità e condizione fisica ottima ,quel pizzico di fortuna che le ha permesso di vincere domenica con il Napoli e riuscire a non fare sentire la mancanza del loro cannoniere DiVaio.Squadra che vince non si cambia e quindi contro la Samp si dovrebbero vedere gli stessi undici della scorsa domenica schierati con un classico 4-4-2. In porta c’è uno dei portieri giovani più interessanti della categoria e cioè VIVIANO,tutto mancino con un’ottima esplosività e posizione,reattivo e sempre attento con una spiccata personalità,comanda la difesa e rilancia con un calcio lungo e preciso. La linea difensiva è composta da dx con RAGGI terzino dalle grandi potenzialità sia fisiche che tecniche,forte di testa,veloce ma non rapidissimo,personalità nel proporsi sulla fascia(si è ricomposta la coppia che io avevo a Empoli con Buscè)e ottimo cros dal fondo,i due centrali sono molto forti fisicamente e di testa con PORTANOVA, più esperto ,rapido anche se alto con un discreto destro che fa il regista difensivo e BRITOS ,tutto sx veloce e attento nelle chiusure ,alle volte un po’ troppo fallosi,a sx c’è LANNA terzino molto esperto e di ottima tecnica,anche se solo di sx,resistente e veloce,pecca di ingeniutà in fase difensiva soprattutto nelle diagonali,scarso di testa.In questo momento il reparto che rende meglio è il c.c. sia per forza che per senso tattico e qualità tecniche.Sulle fasce gravitano due giocatori simili per resistenza e velocità e sono BUSCE’ a dx e MODESTO a sx.Il primo ha un’ottimo tiro e un cros preciso dote che ha anche il secondo ma non è un granchè di testa mentre Buscè è pericolosissimo quando si inserisce sul secondo palo sui cros da sx.Ma i due giocatori che danno equilibrio e sostanza sia per geometrie che per tecnica sono MUDINGAY,grande forza fisica,molto veloce,resistente e forte nei contrasti,grintoso e bravo tatticamente ha anche un buon dribling ,e GUANA ,puro regista ,non rapidissimo ma dx ottimo e grande intelligenza tattica nelle due fasi di gioco,passa tutto da lui.Il reparto d’attacco ha come prima punta ZALAYETA molto forte fisicamente,rapido e veloce,dx ma calcia bene anche di sx,ottimo dribbling e tiro,forte di testa e nel coprire la palla,si muove su tutto l’arco dell’attacco con intelligenza e furbizia(vedi il primo gol di domenica,si è buttato sul tiro di Buscè e ha fatto la deviazione vincente),la seconda punta è il sempre verde ADAILTON che,finchè ha benzina,mette in mostra le sue grandi doti tecniche e di furbizia tattica nel mettersi fra le linee senza dare un punto di riferimento per riuscire a esplodere il suo sx velenoso,tira tutte le punizioni(da cui è nato il secondo gol)e i corner con un calcio forte e tagliato pericolosissimo.Al posto delle punte sono entrati GIMENEZ,non alto rapido e veloce, sx ottimo e dribbling fantasioso,e SUCCI,tipica punta centrale,dx discreto,buono di testa e veloce.Mentre al posto di Modesto è entrato MINGAZZINI,piccolotto c.c. dx resistente e bravo tatticamente.Hanno pressato dall’inizio e dato un buon ritmo alla gara,si vede che stanno bene,spingono molto di più con la coppia di dx,sono pericolosi sulle palle inattive perché hanno Adailton che calcia bene e ottimi saltatori di testa.Secondo me hanno un punto debole nella fase difensiva quando fanno le sovrapposizioni esterne , se perdono la palla si trovano scoperti.Oltre a Di Vaio hanno fuori Mutarelli,Pisanu e Appiah.


Articolo su ” Il Secolo XIX ” 07/03/2010

9 marzo 2010

È stata sicuramente una settimana particolare per l’Inter, fra nazionali e infortunati Mourinho ha dovuto allenarsi fino a giovedì con 10 titolari e dei giovani della Primavera. Con la squalifica di Cambiasso e l’indisponibilità di Santon, Chivu e ThiagoMotta, infortunati la formazione iniziale potrebbe essere questa: Julio Cesar inporta, giocatore di grandi doti esplosive,sempre attento e concentrato, comanda la difesa con personalità e ha un’ottimo calcio (solo sinistro), lungo e preciso, non molto forte nelle uscite alte mentre è molto bravo in quelle basse. La linea dei quattro difensori dovrebbe essere da destra con Maicon giocatore di grande prestanza fisica, molto veloce, con un destro di grande qualità sia nel tiro che sui cross (molto tagliati e insidiosi siaper il portiere che per i difensori), è più un’ala che un terzino anche perché pecca molto nelle diagonali e nei contrasti difensivi, non forte di testa anche se alto.Pericolosissimo per la spinta continua, con sovrapposizioni, che imprime sulla fascia. I due centrali potrebbero essere Lucio e Samuel. Ilprimo staa ttraversando un momento di grande forma ed è il regista difensivo, molto forte fisicamente e di testa, usa la grande esperienza e intelligenza tattica dove non può arrivare con una non grandissima rapidità, destro ottimo, gli piace uscire con palla al piede qualche volta rischiando troppo( quindi non si deve abboccare alla finta e se si temporeggia può andare in crisi), pericoloso negli inserimenti palla alpiede e sui corner a favore.L’altro è di una f orza fisica e cattiveria agonistica eccezionali, tutto mancino, forte di testa ma anche molto falloso, pure lui va a saltare sulle palle inattive a favore. A sinistra giocherà sicuramente uno dei capitani veri di questo campionato.Zanetti è l’esempio del professionista eccellente, oltre ad avere doti tecniche importanti è il jolly che ogni allenatore vorrebbe avere. Dove lo metti, lui esprime il meglio e dà il suo contributo tecnicotattico. Anche seda terzino pecca, qualche volta, nella fase difensiva (nella diagonale, nell’uno contro uno e nel colpo di testa).Comunque sopperisce con l’esperienza e la grande condizione fisica che ha sempre. È probabile che a centrocampo Mourinho faccia il rombo con Stankovic, giocatore di grande classe, destro ottimo e sinistro sufficiente, ottimo tiro da fuori e inserimenti pericolosi, molto veloce e resistente ma in fase difensiva, secondo me, non molto adatto a fare il centromedianometodista. Alla sua destra ci dovrebbe essere Mariga, forte fisicamente, con buona tecnica, buon destro da fuori,discretamenter apido ma veloce.L’ho avuto a Parma,è un giovane di grandi prospettive, ma in questo momento ha ancora difficoltà tattiche, lì deve migliorare. A sinistra Muntari che è il più difensore di questi centrocampisti.Molto grintoso e aggressivo, forsetroppo,discretamente rapido ma veloce, bravo tatticamente e generoso, molta quantità ma pecca nella qualità. Dietro alle due punte c’è il giocatore più eclettico e fantasioso della squadra, Sneijder. Piccolo e molto rapido, grande tecnica in velocità,si muove fra lel inee senza dare un punto di riferimento con un istinto di posizione eccellente. È resistente e generoso perché nella fase difensiva marca sempre, per ordine di Mourinho, il regista avversario. Le due punte, Milito con Eto’o o Balotelli o Pandev (non male come scelta, vero?). Penso che Milito, dei 4,sia insostituibile per qualità tecniche ma, soprattutto, per l’istinto da animale d’area che lo porta a essere sempre nel posto giusto al momento giusto. Fortissimo nel coprire la palla e dentro i 16 metri. Anche se generoso è quello che ha meno compiti difensivi. Eto’o è molto forte fisicamente, grande generosità emovimento, buona la tecnica, tutto destro, non fortissimo di testa. Balotelli ha grande forza fisica, non rapido ma veloce, dribbling estroso e tiro potente sia di destro che di sinistro.Prevalentemente gioca su una delle fasce per fare l’uno contro uno e andare al tiro o crossare. Scarso di testa come Pandev, che è un attaccante tutto mancino ma digrande qualità. Rapido e veloce, con un’ottimo dribbling, generoso e resistente. È sicuramente la squadra più fortedel campionato sia per organico che per qualità. L’Inter ha una caratteristica fondamentale ed è quella che, pur essendo molto forte,si comporta come le squadredi provincia. I nerazzurri sono fortissimi fisicamente e mentalmente, hanno sempre una carica agonistica elevata, forse troppo, e una grande concentrazione. In questo momento però, secondo me, sono stanchi per le tante partite disputate e , questa settimana in particolare, per avere avuto tanti giocatori in giro per il mondo. Non potranno sicuramente avere 90’ di grande intensità e se i ritmi saranno elevati potranno andare in difficoltà. In difesa soffrono gli scambi veloci e i cross bassi, vanno a nozze su quelli alti. Sono pericolosi sulle palle inattive perché salgono tutti i saltatori più bravi, e ne hanno molti. Però, come ho accennato prima, questo è ilmomento giusto per poterli contrastare mantenendo ritmi alti e cercandodi limitare i due giocatori più importanti, cioèMilito e Sneijder, sapendo benissimo che anche se giocano male hanno elementi che possono risolvere la partita sempre. Dopo questa chiacchierata faccio vedere 20’ di dvd con le cose più importanti estrapolate da due o tre partite, poi vado sul campo e faccio la tattica che metterò in atto il giorno dopo.


Le vostre domande di ” Marzo “

6 marzo 2010

Abbiamo pensato, almeno una volta al mese, di pubblicare alcune vostre domande “private”, in modo che tutti possano leggere le risposte del Mister. Quindi invito tutti quelli che vogliono inviare domande,curiosità, di utilizzare la sezione Contatti del Blog.

Quale è la regola del calcio che cambierebbe/toglierebbe/metterebbe?

La prima che toglierei è l’espulsione dopo un fallo o da ultimo uomo o del portiere (a meno che non siano falli cattivi), introdurrei un tie break per tempo per ogni allenatore,20 giocatori nella lista e se un giocatore rimane a terra più di qualche secondo, fuori per 2 minuti. Il fuorigioco va bene così solo che bisognerebbe istruire sia il pubblico che i giocatori sulla sua applicazione.

Adotterebbe i cambi come nel basket?

Sarebbe poco realizzabile perché in inverno si romperebbero tutti,non si gioca al coperto e al caldo.

Cosa ne pensa della moviola in campo?

Non si va d’accordo dopo averla vista 20 volte, immaginati doverlo fare in pochi secondi,bisogna accettare l’errore umano.

E’ importante che in campo tutti i giocatori parlino la stessa lingua?

L’importante è che parlino!!!.

Perché a volte le squadre giocano meglio con un uomo in meno?

Quando si rimane in 10 aumenta la concentrazione e la carica agonistica; tatticamente e psicologicamente sei in una situazione di “VANTAGGIO” perché non hai più responsabilità ,se perdi non hai colpe,ma il problema vero è che chi è in 11, di solito, non sa cosa fare .Vorrei sempre giocare in 11 contro 10.

Meglio far giocare il campione  giù di forma o la promessa in forma?

Dipende dalle situazioni di classifica, dal tipo di gara, dal momento del campionato ecc…è una situazione che va valutata con tante componenti. In linea generale in una situazione di massima tranquillità in tutti i sensi si devono fare giocare i giocatori più in forma. Comunque resterà sempre un problema irrisolvibile finchè avremo il RISULTATO come obbiettivo primario

Negli ultimi anni anche nel mondo del pallone le raccomandazioni stanno prendendo piede rispetto alla meritocrazia. Lei cosa pensa al riguardo?

Per quanto riguarda i giocatori non è possibile perché il campo è giudice unico e quindi se non sei capace non duri. Per quanto riguarda gli allenatori si può nascondere di più ed essere più fattibile ma anche li poi il tempo e il campo sono gli unici giudici.

A volte si vedono in televisione giocatori che mandano a quel paese il proprio allenatore. In questi casi cosa è meglio fare?

Multa salata da parte di societa e federazione. Ai giocatori devi toccare i soldi altrimenti non capiscono cosa sia il rispetto dei ruoli.

La passione che trasmette non ha eguali….quanti anni la vedremo ancora su una panchina?

Hai detto giusto allenerò finche LA PASSIONE reggerà (e anche il fisico naturalmente).

Secondo lei con tutte le voci che si sono sentite in questo anno “particolare” per gli allenatori, perché alla fine nessuno la poi presa veramente?

E’ una domanda a cui non so rispondere, per adesso. Con pazienza lo scoprirò, anche se devo dire che ho rifiutato situazioni in B per aspettare una chiamata in A, forse, con il senno di poi ho sbagliato.

E’ più facile allenare una squadra in serie A che deve salvarsi oppure in serie B che deve salire?

Se tutte e due hanno l’organico, secondo me naturalmente e non secondo i presidenti o i direttori sportivi, adatto per l’obbiettivo è più facile salvarsi in A.

La fascia di capitano decide lei a chi darla? Anche se la sua decisone va contro a delle scelte precedenti di qualcun altro?

Dico solo che secondo me il capitano dovrebbe essere una figura importantissima e dovrebbe essere l’allenatore in campo con tutti i diritti e i doveri ,ma trovarne uno è difficile. Appena smetteranno i vecchietti di oggi ne vedremo delle belle.

Se due dei suoi giocatori litigano per tirare un rigore lei cosa fa?

La cosa la devi definire senza discussioni prima di entrare in campo,difatti io do le disposizioni di barriera, marcature sulle palle inattive a sfavore e favore e alla fine i 3 rigoristi in ordine di preferenza.
Se c’è un cambiamento lo posso fare solo io.

Al giorno d’oggi la cosa più difficile è tenere alto l’interesse del gruppo per l’obiettivo prefissato. C’è qualche segreto al riguardo?

Anche qui va valutato il periodo. Di solito serve quando sei nel girone d’andata perché in quello di ritorno quando l’obbiettivo si avvicina, qualsiasi esso sia, se uno non ha la concentrazione e la cattiveria agonistica adatta, è meglio che cambi mestiere.
Diventa determinante l’allenatore, sempre, quando hai un gruppo senza grande personalità e non hai nessuno nella squadra con un minimo di personalità.

Meglio avere (a livello di spogliatoio) in squadra giovani bravi da far crescere insegnando loro i veri principi oppure giocatori affermati ma di personalità particolari (con questi non si corre il rischio che i giovani vengano distratti?)

L’ideale è la miscela giusta di vecchi e giovani, ma anche qui bisogna vedere l’obbiettivo che hai. Comunque sia per vincere  e far crescere meglio i giovani ,devi avere un gruppo di vecchi di qualità nei ruoli strategici.


“Ritorno al Futuro”

2 marzo 2010

Cosa sta succedendo? Niente di diverso da tutti gli altri anni. In questo periodo, quando ci si avvicina alla fine del campionato, la prima cosa che conta non è giocare bene e lavorare per il miglioramento  tecnico- tattico, ma, iniziare a lamentarsi e cercare di spostare l’attenzione sulle sviste arbitrali creando sospetti, pensando così di ottenere favoritismi. Anche nel calcio come nella vita sociale abbiamo questa mentalità della necessità di PROTEZIONI E RACCOMANDAZIONI per raggiungere gli obiettivi.
E’ pensiero comune, ed è entrato ormai nel nostro dna, che il fatto determinante sia il CONOSCERE “PERSONE GIUSTE” E NON, IL SAPERE. Credo, anzi, ne sono sicuro, che tutto questo non porterà ad un futuro migliore. Alla fine succederà, come nell’economia, che a un certo punto si dovrà pagare il prezzo più alto e ripartire da capo.
La parola PROGRAMMAZIONE non fa più parte del nostro vocabolario anche perché non andrebbe d’accordo con il TUTTO E SUBITO.
Le contraddizioni che ci sono nel calcio, purtroppo, ci sono anche nella vita di tutti i giorni. E’ sempre meno accettato e usato il MERITO, conta invece molto di più essere INTRODOTTI nel sistema per riuscire ad avere le opportunità, anche se poi non si potranno sfruttare perché mancano le basi per consolidarne l’effetto. Sono sempre stato convinto che alla fine di ogni campionato si ottiene quello che si merita. Non posso pensare che le classifiche finali siano guidate e prestabilite. Li vedo anche io gli errori e pure grossolani, ma fanno parte dell’errore umano e non certamente di strategie occulte.
Se vogliamo avere un calcio che appassioni e che riporti la gente allo stadio, dobbiamo tornare a essere un popolo CIVILE E RISPETTOSO DELLE REGOLE. Tutti gli addetti ai lavori devono fare un passo indietro e tornare ad essere professionali e rispettosi dell’etica. Sono disgustato dai continui capannelli attorno all’arbitro dopo una qualsiasi decisione che non soddisfa, dalle liti fra giocatori dopo un fallo subito o fatto (alle volte si vede addirittura il portiere lasciare la porta per raggiungere i compagni) e le continue proteste con mani alzate per ogni situazione tattica o di contrasto fra due o più giocatori.
Alla fine di ogni gara non si parla più di calcio bensì di calci, o azioni scorrette, o interpretazioni dell’arbitro. La cosa, poi, non finisce lì, ma si protrae per tutta la settimana in numerosi organi di informazione, sempre, e solo, per stigmatizzare argomenti che con la tecnica e la tattica non hanno niente a che fare.
Purtroppo tutto questo ha un effetto a pioggia e sta attecchendo in maniera esponenziale anche nelle partite dilettantistiche e, soprattutto, nei campionati giovanili. Vogliamo porre un freno a tutto questo o lasciamo che la valanga ci travolga? Si sente parlare solo di ridimensionamento dei campionati e non di controlli più severi sulle iscrizioni delle squadre.
La sicurezza negli stadi, compresa la costruzione di strutture nuove e adeguate alla visione di una partita di calcio, passa sempre in secondo piano. Mancherebbe solo di fare il campionato Europeo per grandi club che così saremmo al fallimento completo. Il buon senso deve prevalere sugli interessi personali perché alla lunga ci si guadagna di più.
Con professionalità,etica, regole rispettate e programmazione,  tutto si ristabilirà e potremo godere di settimane e domeniche calcistiche che faranno tornare la passione vera senza assurde manifestazioni di violenza.

Gigi Cagni