Intervistato dal sito “Blogosfere”


Qui di seguito riportiamo l’intervista integrale dal sito Blogosfere.it  (“Intervista di Silvio De Rossi – Blogosfere”)

“Con il mister che in passato ha allenato (tra le altre) Parma, Empoli, Sampdoria, Piacenza e Genoa abbiamo discusso di questi dodici mesi dominati senza alcun dubbio dal Barcellona. “Una squadra fantastica – ha spiegato a Blogosfere Sport e Motori Il merito è di Guardiola, un allenatore fantastico”. Il mister ha avuto modo di conoscerlo: “Sono andato da lui tre giorni e mi ha fatto un’impressione pazzesca. Ha qualità importanti, umane e tecniche, è uno che sa cosa vuole. Ho visto i suoi allenamenti e posso dire che con lui tutti devono dare il massimo sempre. Ha imparato molto in Italia, soprattutto sul profilo tattico, ma questo Barcellona è farina del suo sacco”. Poi svela: “Capisci che vive per il calcio da come ne parla. Gesticola, ti tocca. E’ come se volesse farti sentire la sua passione continuamente. Lo fa anche sul campo d’allenamento con i giocatori. Sa gestire alla grande campioni come Ibrahimovic, Messi e Henry. E’ veramente un grande”.

Ma perché Guardiola fa grandi cose, mentre Ferrara e Leonardo dimostrano tanta inesperienza? “In Italia generalizziamo – spiega Cagni – Dobbiamo imparare a leggere le situazioni nel modo giusto. Guardiola prima di allenare il Barcellona ha guidato per due anni la seconda squadra. Ha avuto modo di fare esperienza. E comunque in tutti i campi c’è sempre un’eccezione. L’esperienza è fondamentale in questo mestiere”.Guardiola ha vinto tutto: “Successi meritati. Io ho visto la finale di Champions con il Manchester Utd a Roma. Mi ha impressionato per le scelte fatte prima del match e durante. Ferguson ha tentato in tutti i modi di rimettere in piedi la partita, ma lui ha saputo replicare alla grande. E’ lì che ho capito che dovevo incontrarlo”.

In Italia non giochiamo a calcio come il Barcellona…
“Assolutamente no, bisognerebbe cambiare la mentalità dei tifosi – spiega – Qui si deve vincere. Non interessa a nessuno giocare bene. Guardiamo cosa è successo in campionato in questa prima parte. Hanno già cambiato dieci allenatori. Nessuno può programmare. Nessuno può attuare un progetto. Bisogna vincere. Se perdi alla seconda giornata sei in discussione. Assurdo. E poi siamo vecchi. Ci vuole una mentalità più aperta, ma anche stadi nuovi, strutture moderne. E i giovani? Meriterebbero più spazio, ma anche dei settori giovanili migliori”.

Tornando a questo travagliato 2009. L’Inter ha dimostrato ancora una volta di essere la più forte?
“E’ la più forte, senza dubbio, ma sinceramente è difficile dire che gioca bene. E’ forte, inoltre si è avvantaggiata ulteriormente grazie all’involuzione di Milan, Juventus e Roma. Una squadra che sta lavorando bene anno dopo anno è la Fiorentina, ma difficilmente arriverà a giocarsi lo scudetto”.

Chi gioca il calcio più bello in Italia?
“Sicuramente il Bari. I galletti giocano a calcio. Poi c’è anche il Genoa, ma non è più una sorpresa. Poche giocano veramente bene, ma come ho già detto, il problema è la mentalità. In Italia è fondamentale distruggere il gioco avversario, poi si punta sulle giocate dei singoli. Infatti l’Inter vince anche quando gioca male perché ha i giocatori più forti. Quelli vincono le partite da soli”.

Qualche parola sul Milan orfano di Kaka’: “Non è una squadra competitiva. Non si può pretendere che uno si inventi allenatore dalla mattina alla sera”. E Leonardo? “Io ancora oggi faccio delle delle stupidaggini, immaginatevi chi non ha mai allenato”.

Problema che ha anche la Juventus…
“Quando stavano bene fisicamente tutto filava liscio. Poi quando sono calati la squadra si è sfaldata. La Juventus soffre quando manca la condizione fisica. Ferrara ha troppe pressioni, deve vincere per forza. Invece a volte va bene anche non perdere”.

Ma Diego è un bidone?
“E’ un grande giocatore, ha grandi qualità. Non mi piace sentire che un giocatore non può giocare con un determinato modulo. Se uno è bravo… è bravo sempre”. E Melo? “Io lo vedo male. c’è qualcosa che non va, perché uno che ha le sue qualità non può sbagliare sette passaggi su dieci. Comunque in questo momento manca l’unione. La Juventus vista con il Catania non aveva solidità. Io ho visto Messi e Ibrahimovic tornare a centrocampo a coprire gli spazi sul 4-0 con il Saragozza. C’è una bella differenza. La Juventus è forte, ma serve pazienza. Non si può pensare che Ferrara possa vincere subito”.

Non abbiamo parlato di Mourinho…
“A me non ha insegnato nulla – spiega Cagni – Per me in Italia ha solo imparato. E’ un fenomeno mediatico, ma perché può farlo. Se uno dei tecnici italiani facesse come lui verrebbe mangiato vivo. L’Italia è fatta così. Comunque ha capito che qui non può vincere la Champions. Si sta preparando la strada per l’addio. Parlando di tecnici mi piace Prandelli. Seguo Ventura. Poi Allegri, che fa giocare davvero bene il suo Cagliari. Poi ci sono Ancelotti, Spalletti e Mancini, tutti ottimi tecnici”.

E poi c’è Pillon, che ha regalato un gol alla squadra avversaria…
“Una bella storia, ma figlia delle nostre colpe. Tutti sappiamo che solo l’arbitro può interrompere il gioco, ma se uno dei nostri resta a terra e la squadra avversaria non si ferma ci arrabbiamo. Non siamo capaci di rispettare le regole perché spesso non le conosciamo. Pillon ha fatto una cosa meravigliosa, ma dovremmo riflettere di più sul nostro modo di vivere le regole del calcio”.

Passiamo ai giocatori. Messi è il più forte?
“Immenso, giocatore sublime. E’ giovane e ha tanta voglia”.

E Cristiano Ronaldo?
“Altro grande fuoriclasse, ma lui e Lionel sono diversi. Impossibile fare un paragone”.

E Balotelli?
“Non so che dire. C’è qualcosa che non va. Mi sta simpatico perché parla bresciano meglio di me – ride – Però non si fa volere bene. Non gli fanno i cori perché è nero, li fanno perché non si fa amare. E’ fortunato ad essere nato in questa generazione. In passato avrebbe avuto grossi problemi alle gambe. Quelli come lui subivano falli pesanti”.

Forse i giovani calciatori si montano la testa subito…
“I giovani vanno capiti e aiutati. A Empoli avevo in prestito un ragazzo che guadagnava 180mila euro l’anno. Non è semplice tenere i piedi per terra. Io alla sua età avevo una 850 di seconda mano…..”.

6 Responses to Intervistato dal sito “Blogosfere”

  1. Daniele ha detto:

    Quello che scrivi su Guardiola ed il Barça è musica per me (basta che dai un’occhiata al mio blog…). :-)Certo che sul Milan e Leonardo sei andato giù pesante…

    • gigi ha detto:

      Non credo di avere detto niente di particolare e di offensivo anche perchè non mi permetterei mai di mancare nella correttezza professionale.Ciao

  2. pivotti giorgio ha detto:

    Caro Gigi
    Il fatto che il Barcellona quest’anno abbia vinto tutto avvalora la mia convinzione che a fare grande una squadra siano soprattutto i suoi giocatori-campioni che sanno esprimersi ed affrontare le due fasi, offensiva ed difensiva, interpretandole nel migliore dei modi. Questo tipo di considerazione vale per qualsiasi squadra che abbia saputo o si stia imponendo a livello nazionale ed europeo in maniera netta o comunque costante nel rendimento superiore. L’allenatore giovane come Guardiola, di carisma come Ferguson o mediatico come Murinho in questa esplosione di risultati delle squadre di così alto livello che allenano, a mio avviso non costituiscono la parte essenziale e determinante dei successi conseguiti se non come figure di rispettabile professionalità inserite in un contesto di gioco nel quale spesso lasciano fare, rimangono a guardare, anche inascoltati, di fronte alla fantasia, alle qualità, al valore dei loro giocatori capaci di fare la partita anche da soli.
    Intendo dire che una squadra ai vertici del calcio non vive di luce riflessa del suo allenatore, non è venuta a trovarsi in quel posto grazie a lui perché spesso è vero il contrario; il valore autentico di un allenatore si misura quando ha a disposizione una squadra con elementi di valore medio, medio-alto e con le sue capacità riesce a lasciare un’impronta, a fare grandi cose, vincere, occupare stabilmente i posti alti della classifica oppure a salvarsi, a venire fuori da una situazione che sembrava compromessa superando i momenti negativi.

    • gigi ha detto:

      Sono tutte due delle verità.E’vero che ci sono grosse difficoltà con chi è meno bravo tecnicamente e quindi difficile ottenere risultati ma è anche vero che tutto è rapportato e cioè si può vedere la bravura dell’allenatore in tutti e due i casi.Per riassumere brevemente il tecnico bravo è quello che riesce ad ottenere il massimo dal materiale a disposizione per l’obbiettivo che gli è stato assegnato.Comunque ti posso assicurare che anche con bravissimi giocatori a disposizione non è così semplice farli rendere al meglio.Buon Anno

  3. |Sole| ha detto:

    Quanto scrivi di Guardiola riflette l’impressione che, anche dall’esterno, avevo di lui, fin dai tempi in cui venne a giocare in Italia. Non posso amare incondizionatamente il Barca (due sconfitte su due finali di Coppa, da sampdoriano, sono ancora dolorose da ricordare), ma sono contento che un personaggio di questo spessore abbia saputo imporsi, perché ce ne vuole di spessore per guidare in quel modo una squadra come quella catalana, al di là dei risultati – fantastici – che sono poi arrivati.
    Anche il gesto fatto nei confronti di Mazzone alla finale di Roma, nel suo piccolo, è indicativo.

    Ora il rischio, appunto, è di sconfinare nel “Guardiolismo” a tutti i costi, ma si sa: il calcio è anche fatto di eccezioni che diventano mode…

    • gigi ha detto:

      Ti posso assicurare che è un grande allenatore ma,sopratutto,un UOMO vero.Sprizza passione da tutti i pori,è umile ma con una grandissima personalità e,guarda caso,un grandissimo lavoratore.Ho parlato con lui per un’ora e si è confrontato con me come ci conoscessimo da tanto tempo accettando con rispetto i diversi modi di interpretare il gioco.Nel “Guardiolismo”ci sono già passati all’inizio dell’anno MA PER CONVENIENZA.Ciao

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