Un Amico: Stefano Borgonovo


[preso da: Fondazione Borgonovo] “Saltava l’avversario con il suo dribbling stretto e pratico ricco di stile per andare poi al tiro.
Era uno spettacolo vederlo. Aveva esordito a 18 anni in serie A con la maglia del Como, due anni dopo la società lariana lo mandò a “farsi le ossa” alla Samb in serie B. Centravanti classico realizzo’ nel suo unico torneo in rossoblu 13 gol.
Tornò al Como in Serie A e da lì alla Fiorentina in coppia con Roberto Baggio poi al Milan in Champions Leaugue, Udinese e Pescara sempre nel massimo campionato. Quando indossò la maglia del Milan Azeglio Vicini lo convocò con la nazionale A.”

La testimonianza di Stefano alla Samb.

“ Del mio trasferimento alla Sambenedettese mi informò mia madre che quando me lo comunicò si mise a piangere perla disperazione. Non sapeva assolutamente dove si trovasse San Benedetto del Tronto ed era preoccupata perché mi allontanavo di molti chilometri da lei. Le dissi che la città si trovava nelle Marche e che non doveva preoccuparsi.

Il fatto strano è che solo poche ore prima il diesse del Como Vitali mi aveva invece informato che ero stato ceduto in prestito al Varese. Comunque seppi solo qualche giorno dopo che quella trattativa era sfumata e che il Como aveva preferito la Samb in quanto lì c’era un ambiente che mi avrebbe formato il carattere, in quella avventura mi accompagnò anche Bobo Maccoppi. L’allenatore era Franco Liguori che venne poi sostituito dal povero Guido Mazzetti.

Il Ballarin me lo ricordavo come un campo tabù per gli avversari con i tifosi che muovevano la rete. Ricordavo che nel campionato precedente ero in panchina con il Como e durante la gara sulla tettoia cadde… una spranga di ferro. Avevo 20 anni e sapevo bene che i tifosi da me si aspettavano molto, il compito era difficile anche considerando che io prendevo la maglia di un certo Giuliano Fiorini che nel campionato precedente aveva realizzato 12 gol arrivando a novembre. L’esordio contro il Lecce fu terribile anche se segnai un gol ma perdemmo per 3 a 1.

Segnai di nuovo a Catania dove pareggiamo 1 a 1. Nelle prime dodici gare di campionato realizzai sei gol. Un buon ruolino per il mio primo vero torneo da attaccante titolare. La squadra però non godeva di una buona classifica e la contestazione era molto forte.

1984-85 BORGONOVO realizza il gol contro il Campobasso

Le vigilie delle partite erano sempre molte cariche di tensione e anche la squadra le avvertiva. Pensai così che qualche scherzo ai miei compagni potesse tirar su il morale, a 20 anni si è giovani e così presi di mira il mio capitano Gigi Cagni, un esempio di professionalità, un tipo molto severo che aveva l’abitudine di chiudersi in uno stanzino al buio poco prima della partita. Vi entrava con gli scarpini ai piedi, calzettoni scesi sulla caviglia e i mutandoni a metà gambe. La domenica che giocammo contro il Cesena misi in atto lo scherzo.
Entrai prima di lui in quello stanzino e mi nascosi sotto il lettino, un attimo dopo arrivò Gigi che si distese al buio emettendo strani suoni, seppi dopo che
 

era un suo modo per caricarsi .In quel momento allargai le braccia e strinsi forte il corpo di Cagni verso il lettino. Lui scattò in piedi e iniziò a gridare parolacce in dialetto bresciano. A stento riuscii a mettermi in salvo mentre lui che aveva gli scarpini chiodati scivolava sul pavimento dello spogliatoio producendo delle scintille. Alla fine mi prese per il collo e mi disse: “ ragazzino se tu oggi non mi fai vincere la partita io vado dalla società e racconto quello che è accaduto perché questo non è un asilo, qui la squadra ha bisogno di gente con le … e poi svegliati abbiamo bisogno dei tuoi gol !”. Parole dure pronunciate con la rabbia di chi sapeva che in campo ci aspettava la partita dell’ultima spiaggia. Affrontammo il Cesena con la rabbia in corpo e vincemmo grazie ad un mio gol.

Quando invece arrivò Mazzetti il suo primo giorno da allenatore per me fu una tragedia. Mi chiamò nel suo spogliatoio e mi disse che già da due anni mi seguiva e mi fece i complimenti ma improvvisamente si girò di scatto e mi colpì violentemente con uno schiaffo in piena faccia. Pensai che fosse un pazzo! Lui spiegò quel gesto motivandolo così :” I gol che hai segnato finora non servono a niente, dobbiamo salvarci e tu ci devi dare una mano, mi raccomando continua a fare gol! “. E di gol ne feci altri , quello al Pescara nel derby che vincemmo per 2 a 0 con gol anche di Bobo Maccoppi. Presi palla dal rilancio di Ranieri e attraversai tutto il campo. Quando il portiere venne in uscita lo infilai con un tiro rasoterra all’angolo opposto. Un bel gol fu quello che misi a segno a Varese e a Campobasso: Contro il Cagliari riuscì a segnare sia nella gara di andata che in quella di ritorno, due gol per due vittorie da quattro punti. L’esperienza che maturai in quel campionato di serie B con la Samb fu importantissima per la mia carriera”.

1984-85 Attrice, Petrangeli, Ruffini, Schio, Maccoppi, Di Leo,BORGONOVO, Ranieri, D'Angelo, Cagni, Manfrin

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